geopolitica

Escalation in Israele: Colloquio fra Giorgia Meloni e Re Abdallah II

ROMA: La Presidenza del Consiglio dei Ministri fa sapere, tramite comunicato stampa, che la Presidente del consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il monarca Abd Allāh II ibn al-Ḥusayn, Re del Regno di Giordania. Tema cardine della conversazione è stata la situazione geopolitica del Medio Oriente dopo l’attacco iraniano contro Israele.

La situazione di relativa stabilità andata a compromettersi dopo l’Attacco di Hamas a Israele del 2023 e la conseguente reazione definita ormai da diversi osservatori come “sproporzionata” da parte del Primo ministro israeliano Benjamin “Bibi” Netanyahu rischia di degradare in un escalation di violenza ancora più grave. L’attacco di Teheran sferrato nella notte del 13 aprile contro Israele ha aggravato infatti una situazione già di per sé critica. Netanyahu, che secondo Josep Borrel “Ha dimostrato di non dar troppo ascolto a quello che gli viene detto”, ha minacciato infatti dure rappresaglie contro l’Iran.

Secondo l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell “Il Medio Oriente è vicino all’abisso, bisogna evitare il peggio”. Ai microfoni della radio spagnola Cadena Ser, Borrell ha detto poi che tutti stanno “facendo il massimo” dal punto di vista diplomatico per far sì che un’eventuale risposta di Israele non costituisca “Un ulteriore grado in un’escalation”.

Escalation in Israele: Il colloquio Italia-Giordania

L’ufficio stampa del Governo italiano fa sapere che il colloquio fra Giorgia Meloni e Re Abdallah II si è focalizzato sull’esigenza di evitare un’ulteriore escalation nella regione. La Presidente Meloni ha ricordato l’importanza di porre fine alla crisi a Gaza, continuando a lavorare per un cessate il fuoco immediato e sostenibile e per il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas.

I due Leader hanno quindi discusso della risposta alla crisi umanitaria a Gaza che vede la Giordania svolgere un ruolo di primo piano. La Presidente Meloni ha ribadito infine l’impegno italiano nel fornire assistenza umanitaria alla popolazione della Striscia. Giorgia Meloni ed il Re Abdallah II hanno poi concordato di mantenersi in stretto contatto nelle prossime settimane.

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FAO: Fame, è record storico. Oltre un miliardo di persone affamate

La fame nel mondo raggiunge un nuovo record: Per la prima volta nella storia umana, oltre un miliardo di persone in tutto il mondo risultano sottonutrite.

Lo rende noto la Fao, che ha rivisto al rialzo le stime per il 2009 sul numero di persone che soffrono la fame, indicando la cifra di 1,02 miliardi.

Tale cifra supera di oltre 100 milioni il livello dell’anno scorso e rappresenta circa un sesto della popolazione mondiale.

Questo aumento della fame a livello mondiale – spiega la Fao – non è la conseguenza di raccolti insoddisfacenti, ma della crisi economica mondiale che ha ridotto i redditi e aumentato la disoccupazione.

E anche nelle nazioni sviluppate la denutrizione è divenuta un problema crescente, riguardando 15 milioni di persone.

La fame nel mondo ha mostrato un trend di lenta ma continua crescita nell’ultimo decennio

Deb Haaland – Raccolta alimentare in Nuovo Messivo (2019)

La fame nel mondo – sottolinea l’agenzia delle Nazioni Unite – ha mostrato un trend di lenta ma continua crescita nell’ultimo decennio.

Quest’anno il numero di persone vittime della fame è previsto crescere globalmente dell’11%, secondo le stime della Fao basate su analisi del Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti.

Quasi l’intera popolazione sotto-nutrita vive nei Paesi in via di sviluppo ma una fetta di 15 milioni riguarda i Paesi sviluppati.

In Asia e nel Pacifico circa 642 milioni di persone soffrono di denutrizione cronica; nell’Africa Sub-Sahariana 265 milioni; in America Latina e nei Caraibi 53 milioni; nel Vicino Oriente e nel Nord Africa 42 milioni.

La situazione di crisi economica di alcuni Paesi in via di sviluppo – nota la Fao – è anche aggravata dal fatto che i trasferimenti monetari (le rimesse) degli emigrati nei loro Paesi d’origine sono diminuiti sostanzialmente nel corso di quest’anno, causando una notevole riduzione delle riserve estere e dei redditi familiari.

La diminuzione delle rimesse, insieme al previsto declino degli aiuti ufficiali allo sviluppo, ridurrà ulteriormente la capacità dei Paesi di avere accesso al capitale necessario a sostenere la produzione e a creare reti di sicurezza e schemi di protezione sociale per i poveri.

Mentre i prezzi alimentari sui mercati internazionali sono diminuiti nel corso degli ultimi mesi, i prezzi interni nei Paesi in via di sviluppo sono scesi assai più lentamente e sono rimasti più alti in media del 24% alla fine del 2008 rispetto al 2006.

DIOUF, ADOPERARSI TUTTI CON URGENZA PER SRADICARLA

La Fao nota infine che i prezzi dei generi alimentari di base, sebbene siano diminuiti, restano ancora più alti del 24% rispetto al 2006, e del 33% rispetto al 2005.

“Questa silenziosa crisi alimentare costituisce un serio rischio per la pace e la sicurezza nel mondo. Abbiamo urgentemente bisogno di creare un largo consenso sul totale e rapido sradicamento della fame nel mondo, ed intraprendere le azioni necessarie ad ottenerlo”.

Lo afferma il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, commentando la stima dell’agenzia Onu di un livello record di oltre 1 mld di persone affamate nel 2009.

L’attuale situazione dell’insicurezza alimentare nel mondo non ci può lasciare indifferenti


“L’attuale situazione dell’insicurezza alimentare nel mondo non ci può lasciare indifferenti – aggiunge Diouf – Le nazioni povere devono essere dotate degli strumenti economici e politici necessari a stimolare la produzione e la produttività del loro settore agricolo”.

“Gli investimenti in agricoltura – conclude Diouf – devono aumentare, perché per la maggioranza dei Paesi poveri un settore agricolo in buone condizioni è essenziale per combattere i problemi della fame e della povertà, ed è un prerequisito indispensabile per la crescita economica generale”.

Note

  • Foto di copertina File (Wikimedia Commons)
  • Grafica copertina ©RIPRODUZIONE RISERVATA
  • Fonte: ANSA
  • Articolo originariamente pubblicato nel 2009