difesa personale

Sopravvivere al coltello: Gli scenari di un aggressione

Introduzione al tema

È meglio stare con i piedi per terra con questo argomento, e per stare con i piedi per terra parlando di coltelli e lame in genere, bisogna essere onesti; il che equivale essere crudi.

In questo articolo non troverai indicazioni sempre valide in ogni contesto. Non abbiamo bisogno di verità assolute ma di cose che possibilmente funzionino, e non possiamo neanche dire “ecco questo funziona sempre“.

Possiamo solo proporre e dire “ecco questo è quanto si può fare per tentare di salvarsi la pelle”.

Se si vuole, la tecnica si prova in palestra, adattato,riprovato e messo alla prova anche con amici ma tra le mura domestiche con persone amiche, stai molto attento e se ti risulta molto difficile applicare le tecniche di difesa o non riesci ad applicarle o anche se non si sente a pelle, è meglio passare ad altro.

Per quanto ne possano dire gli esperti, non esiste un programma al mondo sempre valido, esisti tu e la tua soggettività, in barba a tutte le scienze oggettiviste ed ai training ad alta intensità, quando sei davanti al pericolo, tu non sei una tecnica, sei solo tu e tu da solo con le gambe che tremano ed il cuore a cento all’ora, potresti provare una grande paura e sensazioni sgradevoli e potrebbero anche succedere delle cose che in palestra non succedono mai.

è tremendamente difficile proteggersi da un attacco portato con un’arma bianca

Quello che leggerai può farti scoprire che è tremendamente difficile proteggersi da un attacco portato con un’arma bianca, anche se se ne ha le capacità necessarie a respingere questo attacco e che non solo è possibile renderle più efficienti, ma anche che ci si può difendere acquisendo più energia durante gli allenamenti.

Parafrasando Seneca e ribaltando il suo famoso non vitae sed scholae discimus (non impariamo per la vita, ma per la scuola) possiamo dire Non scholae, sed vitae discimus (impariamo non per la scuola ma per la vita)

Così quando impariamo utilizziamolo non per lezioni tra esperti da palestra ma per preservare veramente la nostra vita, in questo campo dove la vita è in gioco, è necessario superare gli ostacoli o i limiti posti da vuote esercitazioni di estetica marziale che si atteggiano in aggressive ed inutili dimostrazioni di forza suprema.

A questo punto una considerazione è doverosa, ritornando alle verità, se nella difesa personale supponiamo che non ne esistono di verità assolute, tanto meno quelle di seguito espresse possono essere considerate tali, tuttavia quanto leggerai, rappresenta uno sforzo legato alla comunicazione non promozionale, ed è quindi inteso come un tentativo concreto di fornire indicazioni per quanto possibile precise ed utili, senza nascondere nulla che possa servire veramente a tutelare il valore insostituibile di una vita umana.


Di seguito elencheremo una serie di scenari utili ad inquadrare una tipica situazione di aggressione con arma bianca

PRIMO SCENARIO: RISSA IN UN BAR

Un gruppo di avventori bevevano tranquillamente in un bar. Tutto era tranquillo, ma improvvisamente fra due di questi avventori, sino ad un attimo prima tranquilli, scoppia una lite.

Il più minuto dei due, forse anche il più alterato, si lancia verso l’altro colpendolo con un pugno diritto. Non c’è tempo di dividerli che i due rotolano furiosamente avvinghiati a terra, ed il più grosso prende facilmente il sopravvento: seduto sopra l’altro lo tempesta di colpi.

Il più piccolo tuttavia non si arrende: sbraccia, scalcia e tenta disperatamente di divincolarsi e fuggire. Fortunatamente non passa molto che altri clienti superato lo stupore iniziale, si precipitano sui contendenti e riescono a dividerli, e solo allora nel rialzarsi il più grosso nota la macchia scura sul suo fianco destro e fatti pochi passi si accascia. Colpito da un coltello che non ha sentito e non ha visto, sopravviverà dopo il ricovero in ospedale e diversi giorni di cure .

SECONDO SCENARIO: TENTATIVO DI RAPINA

Tre malfattori hanno costretto spalle al muro un malcapitato minacciandolo con dei coltelli, esibiti con l’intento di ottenere il bottino desiderato, un portafoglio ben fornito di denari che è stato notato durante gli acquisti fatti poco prima in un negozio.

Il più deciso dei tre, forse il capo, si fa avanti ed allunga il braccio armato di un coltello con la lama leggermente curva verso il viso della vittima per fargli consegnare il portafoglio.

Improvvisamente però l’aggressore, come scottato dal fuoco, ritrae il braccio e con un salto all’indietro si allontana da quello che fino ad un attimo prima era la vittima predestinata.

Il malcapitato infatti ora invece del portafoglio ha nella mano destra un lucente coltello aperto, con il quale ha già colpito all’altezza del polso l’incredulo malvivente, recidendo di netto i flessori della mano.

Non lascia il tempo agli alti di superare lo sbandamento della sorpresa, con due passi rapidi si porta verso l’uomo alla sua sinistra e con un movimento in laterale discendente lo ferisce con un taglio secco e penetrante dietro al ginocchio, facendolo stramazzare al suolo. Quando si volta per fronteggiare l’attacco del terzo aggressore non trova però nessuno, è fuggito a gambe levate nello stesso momento in cui il secondo cadeva colpito.

TERZO SCENARIO: AGGRESSIONE IN DISCOTECA

Un giovane chiacchiera con una coetanea in discoteca circondato da altre persone che attorno a loro ballano e si divertono.

Improvvisamente tra la folla si fa largo un tizio che gli si avvicina con fare esuberante, ma tutto sommato tranquillo. Giunto a due passi dal ragazzo però cambia atteggiamento indicandolo con una mano e apostrofandolo pesantemente come un possibile rivale in amore, con l’altra estrae un coltello e colpisce il ragazzo alla gamba ed alla natica, fuggendo subito dopo tra la calca della folla.

Il ragazzo colto di sorpresa e completamente bloccato dal panico viene trasportato al pronto soccorso dagli amici. Le ferite fortunatamente non hanno prodotto un danno permanente e il ragazzo serberà due piccole cicatrici  e un brutto ricordo della vicenda occorsagli.

QUARTO SCENARIO: UBRIACO VIOLENTO

La birreria paninoteca il venerdì sera è luogo d’incontro per mangiare qualcosa, bersi una birra e ascoltare musica chiacchierando con amici.

Un tizio entra spavaldo quando il locale è già affollato, si appoggia al bancone e chiede da bere. Dopo aver trangugiato una media ne chiede subito un’altra, al rifiuto del barman che intuisce lo stato alcolico del nervoso cliente, inizia ad inveire ed urlare, poi come un lampo spazza con un braccio i bicchieri dal bancone, afferra l’ultimo rimasto, un calice da birra e con un movimento secco ne rompe il bordo sullo spigolo, lanciandosi subito dopo all’inseguimento del barista.

Questi con prontezza d’animo si chiude nel retrobottega sprangando la porta, l’energumeno allora ormai completamente partito prende il primo ragazzo che gli capita a tiro e gli pianta il bicchiere rotto alla base del collo, minacciando di sgozzarlo.

Seguono attimi di terrore, interrotti dall’arrivo dei Carabinieri, alla vista dei quali il delinquente si libera del ragazzo, ma continua a minacciare i militari con il bicchiere rotto in mano, solo dopo una trattativa ben condotta, i due carabinieri riescono a condurlo via  senza colpo ferire, il ragazzo se la cava con un grosso spavento e qualche graffio.


Conclusioni

Questi sono alcuni casi. A volte si sente dire “non ho sentito il dolore solo colpi e qualcosa che entrava nella gamba, qualche attimo dopo con i pantaloni inzuppati di sangue stavo barcollando alla ricerca di aiuto”, spesso si sentono queste testimonianze a conferma che il coltello è facile da nascondere ed essere usato da chiunque.

Una lama non è fredda solo al tatto, è fredda anche quando te la vedi davanti e capisci che può colpirti e penetrare dentro di te

Si fa un gran parlare di lame curve, dritte, corte, seghettate, a doppio filo, a un filo e mezzo, di coltelli a lama fissa, a scatto, clip ad apertura singola, di daghe e pugnali combat, ma tra persone normali, quelle per intenderci che hanno una vita divisa tra casa, lavoro, amici, famiglia, interessi e la palestra, ci si può fermare molto prima, diciamo al coltello da cucina anche piccolo.

A questo gruppo appartiene il 95% della popolazione, escludiamo il rimanente 4 % (forze dell’ordine nei vari contesti operativi) e lo 1% di coloro (e supponiamo sia già una percentuale ampiamente in eccesso) che un coltello in combattimento lo sanno maneggiare davvero, per combattimento intendiamo non una coltellata alla schiena, ma un ipotetico duello alla pari tra due armati svolto secondo delle regole prestabilite.

Nel prossimo articolo entreremo nello specifico della questione.

Note