Sab. Apr 26th, 2025

Cronaca

Cronaca locale (Sardegna e Italia)

Taglio fondi UNISS. «garantire qualità dell’istruzione universitaria»

Nuovo drastico taglio di fondi per l’UNISS. Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha da poco pubblicato il riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario tra gli atenei di tutto il Paese. Il documento prevede un taglio nazionale complessivo di 800 milioni. Nel 2024 Sassari perderà 2.239.221 milioni di euro rispetto al finanziamento del 2023 (-3,10%), diventando una delle più penalizzate sul suolo nazionale nonostante il suo prestigio.

Il Fondo di Finanziamento Ordinario è uno strumento che ha subito un taglio significativo con la Riforma Gelmini e la crisi finanziaria del 2008. In seguito è lentamente tornato a crescere, ma la formula di distribuzione ha favorito gli atenei del nord o comunque quelli di grandi dimensioni.

Gli atenei di piccole e medie dimensioni, specialmente del sud, hanno invece visto i propri fondi diminuire, con una politica che non ha saputo investire in istruzione e ricerca proprio in quei territori a rischio. L’UNISS non ha fatto eccezione, subendo un taglio di fondi costante.

In Sardegna di conseguenza si riscontra una continua fuga di giovani abbinata ad una forte dispersione scolastica. Inoltre a ciò le istituzioni non prenderebbero iniziative sufficienti per scongiurare quei fenomeni di marginalizzazione sempre più preoccupanti ed aggravati proprio dalla stessa desertificazione demografica.

In questa situazione ed in un momento di sofferenza economica, evidenzia UDU Sassari in un comunicato, la prima voce che il Governo taglia è l’Università. Sempre per UDU questa politica, tra l’altro in linea con gli ultimi decenni di tagli lineari alle Università pubbliche, ha causato un sottofinanziamento cronico del sistema con conseguenti aumenti di tasse e riduzione dei servizi didattici.

Già nel 2023 l’ateneo sassarese lamentava carenza di fondi e di spazi necessari per garantire il corretto svolgimento delle lezioni e lo studio individuale e/o di gruppo. Carenze, che comunque, si manifestano da anni.

Al posto di un taglio di fondi per l’UNISS ci sarebbe però un’alternativa. Per l’Unione degli Universitari la priorità dovrebbe essere invece garantire la sicurezza delle strutture ed avere aule con posti sufficienti per tutte le studentesse e gli studenti. Altro punto cardine sarebbe l’estensione della NoTax Area fino a 30.000,00€ di ISEE. Solo così iscriversi a Sassari sarebbe una possibilità concreta per un numero ancora maggiore di giovani sardi.

In conclusione, l’UDU afferma che «Solo un’università che consente a tutte e tutti di studiare senza distinzione di classe sociale può garantirsi le forze migliori per dare prospettive di sviluppo e crescita al nostro territorio, così necessarie in un momento di crisi del mondo che viviamo. La strada da seguire è necessariamente quella di finanziare per prime l’istruzione e la ricerca. Serve uno sforzo collettivo che consenta alla Sardegna di ripartire, mettendo al primo posto la giustizia sociale».

Le parole di Elisabetta Bettoni, Senatrice Accademica all’Università di Sassari

Oggi è necessario evitare che a causa di questi tagli vengano ridotti i servizi e aumentate le tasse. L’Università di Sassari e la politica Sarda a tutti i livelli devono riconoscere il pericolo e scongiurare questo scenario: deve essere garantita la qualità e l’accessibilità dell’istruzione universitaria e della ricerca, che sono i veri motori dello sviluppo per la Sardegna

Elisabetta Bettoni, 7 ottobre 2024

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons CC BY-SA 3.0)

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In Sardegna ragazzi con Sindrome di Down scrivono un libro

Nuovo grande esempio di emancipazione delle persone con disabilità in Sardegna, a Tempio Pausania (SS). Si terrà infatti domenica 13 ottobre 2024 alle 18:00 presso l’auditorium della Casa del Fanciullo in Piazza Spano, in concomitanza con la Giornata nazionale delle Persone con sindrome di Down, la presentazione del libro “Guida Nuraghe Majori” pubblicata da Maxottantotto edizioni. Il libro in questione, infatti, ha la caratteristica di essere stato scritto interamente da autori con sindrome di Down. L’evento è patrocinato dalla rassegna letteraria locale Mintuà – Parole in circolo.

Copertina del libro (foto concessa)

Il nuovo libro scritto da operatori con Sindrome di Down è una guida molto agevole particolarmente indicata per un pubblico di bambini ed adulti con difficoltà di lettura e comprensione. Il prodotto è il frutto di un progetto dell’AIPD Gallura.

L’idea è nata per caso, ovvero grazie al ruolo di guide turistiche che gli autori avevano svolto anni addietro al nuraghe Majori, in occasione di una giornata associativa. Questo antefatto dimostra la grande elasticità e capacità di adattamento che determinati operatori, se dotati degli strumenti giusti e di pari opportunità, riescono a conseguire.

«Questo evento – dichiara Domenica Azzena, direttrice artistica di Mintuà e presidente di Carta Dannata – celebra le capacità e le esigenze delle persone con sindrome di Down e delle loro famiglie, attirando l’attenzione dell’opinione pubblica, dei media e delle istituzioni».

Il piccolo volume didattico che verrà presentato questa domenica è frutto degli autori Adriano Arbau, Gian Piero Cannas, Simona Canu, Antonio Careddu, Manuela Muzzu e Giuliana Pittorru. A dare supporto tecnico agli autori e all’associazione sono stati invece gli archeologi Angela Antona, Miriam Spano e Simone Vero. Il contributo grafico infine è opera di Giuseppe Barraqueddu.

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons)

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Bracconaggio nel Logudoro, due nuovi casi e indagini in corso

Nel giro di poche ore si sono verificati due casi di bracconaggio nella regione storica del Logudoro ad Alghero e Ozieri, in provincia di Sassari. Una femmina di daino selvatico (Dama dama) è stata irrimediabilmente menomata da una grossa tagliola (strumento di caccia illegale e pericoloso anche per l’uomo) nell’agro di Alghero. Nel frattempo, un esemplare protetto di Aquila fasciata (o aquila di Bonelli) è stato trovato morto nei pressi di Ozieri, ucciso a colpi di fucile.

Sono ancora in corso le indagini, tuttora sconosciuti i responsabili. Le associazioni di categoria hanno lanciato un appello per chiedere a chiunque sappia qualcosa di contattare le autorità competenti per qualsiasi informazione. LNDC Animal Protection, che ha sporto denuncia per entrambi i reati, invita inoltre ad unirsi alla mobilitazione contattando il loro ufficio legale (avvocato@lndcanimalprotection.org).

Bracconaggio nel Logudoro, i casi riportati

Una foto che ritrae un esemplare di aquila fasciata.
Un esemplare di aquila di Bonelli (foto Paco Gómez CC BY-SA 2.0)

I fatti sono avvenuti entrambi il 9 settembre 2024. Il primo caso, quello della femmina di daino, è stato riportato dai Carabinieri forestali locali dopo aver risposto ad una segnalazione. Ricevuta la denuncia, l’animale, una volta soccorso e sedato, è stato portato al Centro Recupero fauna selvatica di Bonassai (SS). Purtroppo il danno alla zampa è risultato irreversibile, e di conseguenza l’animale non potrà più essere rimesso in libertà neanche dopo essere stato curato. Nello stesso giorno, ad Ozieri, i militari della forestale hanno recuperato i resti di un’aquila di Bonelli che era stata recentemente liberata in natura per un progetto europeo di protezione della specie. Le analisi veterinarie sul corpo hanno appurato come causa della morte le ferite ricevute a seguito di numerosi pallini da caccia.

Le dichiarazioni di Piera Rosati (LNDC Animal Protection)

Mi auguro davvero che le indagini portino a qualcosa di concreto e a dare un nome e un volto a questi criminali. La tagliola, uno strumento già di per sé illegale in qualunque caso, era tra l’altro posizionata in un luogo facilmente accessibile al pubblico e pertanto costituiva un grave pericolo non soltanto per gli animali ma anche per le persone. Quello del bracconaggio è un fenomeno drammaticamente diffuso e purtroppo va di pari passo con la caccia. Qual è infatti la differenza tra un cacciatore e un bracconiere? L’unica differenza è che il cacciatore agisce all’interno delle regole, mentre il bracconiere no e infatti viene anche chiamato cacciatore di frodo. Di fatto, qualunque cacciatore diventa un bracconiere nel momento in cui non rispetta le norme e le posizioni dell’attuale Governo, che cerca in tutti i modi di favorire la lobby della caccia, non aiutano certo a contrastare questo fenomeno dato che queste persone si sentono legittimate a fare ciò che vogliono. Serve un segnale forte da parte della politica e delle istituzioni contro il bracconaggio e possibilmente anche contro la caccia in generale, comunque venga svolta, perché sono attività pericolose per gli animali, per l’ambiente e per le persone

Piera Rosati, 10 settembre 2024

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Microchippatura cani: Appuntamenti nel sassarese

NORD SARDEGNA: I comuni di Porto Torres e Sassari hanno programmato nuovi appuntamenti per l’apposizione del microchip ai propri cani.

Al fine di combattere il randagismo le due municipalità turritane hanno programmato i seguenti appuntamenti:


Microchippatura cani Porto Torres

Appuntamento il 21 marzo 2023 presso la sede della Multiservizi solo previa prenotazione. La prestazione sarà completamente gratuita.

È necessario:

  • PRENOTARE presso la sede della compagnia barracellare, in via Pacinotti fianco Comando Polizia Locale, la prenotazione potrà avvenire solo nelle giornate del 10 e del 15 marzo 2023 dalle 10:00 alle 12:00;
  • Portare all’appuntamento i propri documenti di identità ed i dati identificativi dell’animale;
  • Presentarsi all’appuntamento in orario.

Il comune di Porto Torres ricorda che:

  • Saranno accettati anche cani provenienti da altri comuni;
  • Gli animali non dovranno avere pulci, zecche o altri parassiti;
  • I propri cani devono essere tenuti al guinzaglio;
  • I cani aggressivi o di grossa taglia dovranno avere la museruola;
  • L’iscrizione all’anagrafe canina, mediante l’applicazione del microchip, è obbligatoria;
  • I proprietari o i detentori a qualsiasi titolo, residenti in Sardegna o ivi dimoranti per un periodo di tempo superiore ai 90 giorni, devono iscrivere gli animali entro il termine di 10 giorni dalla nascita o comunque dall’acquisizione del possesso;
  • Per qualsiasi ulteriore informazione si può consultare il sito internet sardegnasalute.it al seguente link.

Microchippatura cani Sassari

Appuntamenti il 14 e 29 marzo 2023, dalle 9:00 alle 11:00, al canile comunale di Sassari, località Funtana sa Figu, previa prenotazione. La prestazione sarà completamente gratuita.

È necessario:

  • PRENOTARE al numero 079279630-612. Sono necessari gli estremi dei propri dati identificativi (dati anagrafici, codice fiscale e n. del documento di riconoscimento. Si accetta solo Carta d’identità o Patente di guida)
  • ATTENZIONE: Saranno accettati solo un numero massimo di 40 cani.

Il comune di Sassari ricorda che:

  • Gli animali devono essere esenti da infestazioni di pulci, zecche o altri parassiti. Non saranno accettati i cani non trattati con antiparassitari;
  • I cani aggressivi o di grossa taglia devono essere muniti di museruola;

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Note


Beniamino Zuncheddu potrebbe non ricevere risarcimento dallo Stato

Beniamino Zuncheddu, detenuto ingiustamente per 33 anni, potrebbe non ricevere alcun indennizzo dallo Stato. Questo perché secondo la Corte di Appello non c’è certezza della sua colpevolezza, ma con l’insufficienza di prove, neanche della sua innocenza.


Leggi anche: Beniamino Zuncheddu assolto dopo 33 anni in carcere: «Mi hanno rubato la vita, ora ho bisogno di un risarcimento» (Il Messaggero)


Basterebbe un cavillo burocratico per permettere allo Stato italiano di non pagare alcun risarcimento per Beniamino Zuncheddu. L’ex pastore sardo, sempre per colpa dello Stato, ha infatti visto la sua vita rovinata dopo essere stato ingiustamente condannato per la strage del Sinnai. Per questo fatto di sangue avvenuto l’8 gennaio 1991 egli fu giudicato come esecutore materiale della strage. Ciononostante fu poi assolto il 26 gennaio 2024 in seguito alla revisione del processo.

Appena dopo l’assoluzione, intercettato dai microfoni del quotidiano Open, egli dichiarò «Sono contentissimo, è un’emozione inspiegabile». Ma oggi è arrivata l’ennesima delusione da parte dello Stato.

Riporta Il Messaggero che il processo di revisione della quarta sezione della Corte di Appello di Roma «non ha condotto alla dimostrazione della certa ed indiscutibile estraneità di Beniamino Zuncheddu […] ma ha semplicemente fatto emergere un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza».

Sempre secondo i giudici «La già esile speranza di poter pervenire ad una ricostruzione veritiera ed attendibile dello svolgimento dei fatti dopo trent’anni è stata gravemente pregiudicata dalla forte attenzione mediatica riservata a questa vicenda».

Beniamino Zuncheddu: per lui la partita è ancora aperta

A giugno 2024 l’avvocato difensore Mario Trogu presenterà la richiesta di risarcimento. In questa occasione spiegherà come quel verdetto sia una seconda ingiustizia ai danni dell’ex pastore.

L’avvocato Trogu commenta: «Le nostri tesi sull’innocenza di Beniamino sono state tutte accolte nella motivazione. Ma poi il tutto sfocia in quelle conclusioni non condivisibili e che sono infatti la parte più deludente della sentenza. Nonostante il castello di accuse contro Beniamino sia crollato dall’inizio alla fine, i giudici scrivono che l’assoluzione non è piena perché l’imputato non ha dimostrato la sua totale estraneità ai fatti».

Sempre in conclusione egli tuona: «È un ragionamento, quello finale dei magistrati, che contrasta con la Costituzione, la nostra legge processuale ed anche con quanto sempre sostenuto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo: La presunzione di innocenza. Perché fino a quando la responsabilità non è provata, l’imputato va considerato comunque innocente».

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Firenze: intitolata una piazza a Daisaku Ikeda

FIRENZE: Il giorno 13 aprile 2024 il Comune di Firenze ha intitolato una piazza a Daisaku Ikeda, maestro buddista e costruttore di pace recentemente deceduto (1928-2023). Ikeda era Presidente onorario della Soka Gakkai, il più grande movimento buddista laico al Mondo. Era inoltre cittadino onorario di Firenze dal 2017.

Si è svolta nella Città di Firenze l’intitolazione presso la rotonda di via Reginaldo Giuliani 562 di una piazza in onore di Daisaku Ikeda. L’evento si è svolto alla presenza del Sindaco Dario Nardella e del Presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Alberto Aprea. La decisione vuole commemorare i profondi rapporti che il Maestro Ikeda aveva con l’Italia e con la città di Firenze in particolare. Sempre lo stesso Ikeda, nato e vissuto in Giappone, arrivò per la prima volta a Firenze nel 1981.

Lo stesso Dario Nardella commenta la decisione affermando che «Ricordare il Maestro Ikeda non significa solo ricordare il grande pensatore, filosofo, maestro e guida spirituale ma anche ricordare un uomo la cui dedizione concreta a promuovere la pace è stata una potente costante durante tutta la sua vita».

Chi era Daisaku Ikeda

Daisaku Ikeda è stato un filosofo buddista. Nella sua lunga vita è stato un costruttore di pace, educatore nonché scrittore e poeta. La sua figura è strettamente legata alla Soka Gakkai ed alla Soka Gakkai Internazionale, e per tutta la sua esistenza si è dedicato alla diffusione della pace e dell’empowerment individuale su scala globale basandosi sugli insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin. Giunse ad abbracciare il Buddismo dopo l’incontro con Josei Toda, insegnante e pacifista nonché fondatore insieme a Tsunesaburō Makiguchi dell’organizzazione buddista laica Soka Gakkai.

Daisaku Ikeda, secondo le parole dell’assessora alla confessioni religiose del Comune di Firenze Maria Federica Giuliani è stato «Una delle personalità più significative nel panorama internazionale per il dialogo interculturale ed interreligioso a favore della pace».

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Simaxis, gambizzato per droga ad Oristano. Aggressori arrestati

Simaxis (OR): Presero a fucilate Davide Desogus per questioni di droga il 19 dicembre 2023. Francesco Nicolò Mascia, 27 anni, e Stefano Corrias di 37 sono stati raggiunti dai carabinieri della stazione di Oristano per essere arrestati e portati in carcere. Ancora non identificato un terzo complice.

La vittima, Davide Desogus, era già stato condannato in primo grado per traffico di sostanze stupefacenti ed arrestato svariate volte per droga sempre nell’Oristano.

Secondo quanto ricostruito, Stefano Corrias agì assieme ad un altro complice non identificato. Diede appuntamento a Davide Desogus in un luogo appartato per l’acquisto di due chili di cocaina. Nel frattempo Nicolò Mascia si nascose, armato di fucile, ed al momento opportuno si palesò minacciando Desogus. Gli altri due intimarono al 28enne di consegnare la droga, che però rifiutò e lanciò la busta in un canale. A quel punto, per rappresaglia, venne esplosa la fucilata. I tre recuperarono poi metà del carico di cocaina, mentre il ferito fu portato all’ospedale da un amico. I militari in seguito avrebbero poi ritrovato circa un chilogrammo di cocaina nelle vicinanze del luogo dell’agguato.

I reati di droga ad Oristano, cosa dicono i dati

In contrasto a ciò, Oristano, anche nel 2023, è stata confermata la provincia più sicura d’Italia. Con 1.658,1 denunce registrate ogni 100mila abitanti è al 106esimo posto in Italia, ovvero ultima della classifica e conseguentemente, la provincia più tranquilla d’Italia. la statistica tuttavia indica anche qualche dato preoccupante: Oristano è settima per i tentati omicidi con 5 denunce (3,2 ogni 100 mila abitanti) e nona per gli omicidi volontari consumati con due denunce (1,3 delitti per 100mila abitanti).

Oristano infine è la provincia più sicura d’Italia per i furti (106esima con 344,1 denunce ogni 100 mila abitanti) e le lesioni dolose (106esima e 54,5 denunce ogni 100 mila abitanti), seconda per le estorsioni, truffe e frodi informatiche, riciclaggio e impiego di denaro e ai primissimi posti per incendi, rapine e contraffazione di marchi e prodotti industriali.

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Aggredito il giornalista Alberto Dandolo. «non rompere i c*glioni»

Alberto Dandolo, giornalista presso i periodici Oggi e Dagospia, sarebbe stato aggredito in casa da due persone e pestato a sangue. Stando a quanto riferito, il motivo è stato puramente intimidatorio. I due aggressori avrebbero infatti inveito contro il giornalista «Devi farti i cazzi tuoi. La devi smettere di rompere i coglioni».

Stando alle ricostruzioni riportate da Adnkronos, due persone dall’accento del centro Italia, accompagnate forse da una terza per fare il palo, si sarebbero introdotte nella casa del giornalista per commettere la violenza. Il giornalista, ripresosi dallo shock e medicato dalle ferite ricevute, ha ricevuto la solidarietà sia del giornale Dagospia, del direttore del settimanale Oggi Carlo Verdelli, e del presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Vittorio Di Trapani. Carlo Verdelli comunica, riportato da Open, «posso solo dire che mi auguro come tutti che la magistratura e le forze dell’ordine facciano delle indagini approfondite per capire chi ha fatto questo. A una persona che lavora come giornalista e che non ha scritto niente di grave. È un segno gravissimo per chiunque fa questo mestiere».

«Siamo abituati a pressioni, minacce, querele, diffide» – comunica invece Dagospia – «Ora siamo alla violenza fisica. Ma continueremo a fare il nostro lavoro e a denunciare, finché ci sarà possibile, chi ce lo impedisce».

L’aggressione contro Alberto Dandolo mette in risalto un problema giá noto nel paese. L’Italia, secondo Reporter Senza Frontiere, é al 2023 al 41° posto per la libertà di stampa. L’anno prima, nel 2022, era al 58° posto. Secondo i report il paese soffre ancora di «una certa paralisi legislativa» a tutela del lavoro dei giornalisti, oltre al frequente fenomeno delle intimidazioni e delle minacce dalla criminalità organizzata e dai vari gruppi estremisti violenti.

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Giada Zanola, uccisa a Vigonza dal compagno geloso

 Giada Zanola e il suo compagno Andrea Favero si sarebbero dovuti sposare a settembre. Lei però non se la sentiva più, ed aveva comunicato al compagno la decisione di volersi separare. Fu così che Giada Zanola, mamma di 33 anni, è stata spinta dal cavalcavia della A4 nei pressi di Vigonza (PD) dall’ex compagno, definito dagli amici «gelosissimo e possessivo». 

Giada Zanola col compagno Andrea Favero condivideva anche un bimbo di tre anni. Anche se inizialmente sembrava un suicidio, gli amici della donna hanno da subito smentito questa pista, raccontando di come Giada fosse una persona solare e molto affezionata al suo bambino. Dopo i primi rilievi il fascicolo d’indagine aperto è diventato fin da subito di omicidio volontario a carico dell’ex tossico.

Secondo gli agenti, l’omicidio sarebbe avvenuto dopo l’ennesima lite tra i due, sul ponte dell’autostrada non distante dall’abitazione dove vive la coppia. L’uomo avrebbe spinto la donna giù dal cavalcavia sulla carreggiata sottostante, con una caduta di 15 metri. Dopo l’identificazione del corpo della giovane mamma, l’uomo (che era ritornato a casa aspettando la notizia del ritrovamento) aveva fornito una ricostruzione distorta delle ultime ore per depistare le indagini. Troppe incongruenze sono però riemerse durante l’interrogatorio. A quel punto l’uomo avrebbe fatto alcune ammissioni parziali.

Il compagno attualmente si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Negli ultimi 12 mesi, secondo FemminicidioItalia.info, i femminicidi in Italia sono stati 43.

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Gattino lanciato dal ponte a Lanusei: ennesima violenza contro animali

LANUSEI (NU): In Sardegna la crudeltà ingiustificata contro gli animali non si ferma. Dopo i fatti di Porto Torres, nelle prime giornate di luglio la violenza si è spostata a Lanusei, in Ogliastra. Alcuni ragazzini minorenni, identificati in seguito dai Carabinieri Forestali e denunciati per maltrattamento di animali ai sensi dell’art. 544-ter, hanno infatti lanciato un gattino di poche settimane giù da un ponte, verso uno strapiombo. Mentre uno commetteva l’azione, il resto del gruppo filmava la scena divertito. Il filmato sarebbe poi stato volontariamente fatto girare sui social network e condiviso tramite le varie app di messaggistica istantanea.

Per l’associazione LNDC Animal Protection «L’intenzione era quella di uccidere, su questo non c’è alcun dubbio, perché nessuno può pensare che un gattino possa sopravvivere a un volo di quel tipo. Le immagini sono veramente agghiaccianti e fa male pensare al terrore che quel micio deve aver provato in quegli ultimi istanti di vita». Il caso del gattino lanciato dal ponte a Lanusei è l’ennesimo atto di violenza estrema contro gli animali avvenuta in Sardegna negli ultimi mesi. Già nelle scorse settimane Lav Sardegna aveva segnalato i troppi casi di violenza nell’isola, dovuti secondo la loro ricostruzione, tra le altre cose, ad una «subcultura antropocentrica che considera gli animali alla stregua di oggetti inanimati». Sempre Lav Sardegna ammoniva infine le istituzioni regionali rammentando che queste violenze «forniscono un ritratto distorto della Sardegna, facendola apparire come una terra di trogloditi».

Gattino lanciato da un ponte a Lanusei: le dichiarazioni di Piera Rosati (LNDC Animal Protection):

LNDC Animal Protection, che aggiunge alla denuncia già fatta dall’Arma un’ulteriore contestazione ai sensi dell’art. 544-bis del codice penale (reato di uccisione di animali), rilascia le sue dichiarazioni in merito tramite la voce della presidente Piera Rosati:

L’intenzione era quella di uccidere, su questo non c’è alcun dubbio, perché nessuno può pensare che un gattino possa sopravvivere a un volo di quel tipo. Le immagini sono veramente agghiaccianti e fa male pensare al terrore che quel micio deve aver provato in quegli ultimi istanti di vita. Fa male anche pensare che tutta questa crudeltà ed efferatezza siano opera di ragazzi giovani, ancora minorenni, a cui evidentemente manca del tutto il senso di empatia e di rispetto per la vita degli altri. Come si può pensare che una cosa del genere sia divertente? Il ragazzo che ha lanciato il gatto è preoccupante, ma tutti gli altri che guardavano e ridevano non sono certo da meno. Trovare divertente una cosa del genere è inquietante e deve far riflettere in primis i loro genitori, ma anche tutta la società. Sempre più spesso capitano situazioni di questo tipo, con giovani e giovanissimi che maltrattano e uccidono animali inermi, e questo è un segnale allarmante per la società odierna e soprattutto per quella futura. Questi ragazzi saranno gli adulti di domani ed evidentemente non stanno ricevendo gli strumenti adeguati per crescere in maniera sana

Piera Rosati, 8 luglio 2024

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