Dom. Mar 9th, 2025

Città metropolitana di Sassari

Città metropolitana di Sassari, Sardegna (IT)

Sassari, giovani autistici diventano camerieri professionisti

Nella città di Sassari l’iniziativa congiunta della Fondazione Lorenzo Paolo Medas, di Casa Artigiani e del ristorante “La Roccia” porta alla nascita di un concreto progetto di inclusione sociale.

Circa dieci giovani autistici, riferisce l’Unione Sarda, hanno intrapreso una strada nel mondo della ristorazione professionale grazie ad uno speciale corso con il quale hanno conseguito la certificazione Haccp, licenza fondamentale per lavorare in sicurezza con alimenti e bevande. Fra gli operatori scelti anche individui con forme più intense e socialmente invalidanti dello spettro autistico, come i ragazzi non-verbali o in generale con altre condizioni simili che causano maggiore difficoltà a trovare lavoro stabile ed integrarsi nel tessuto sociale.

Giulio Piu, segretario di Casa Artigiani, afferma con questa iniziativa di avere avuto a che fare con «studenti entusiasti». I neo-camerieri adesso lavoreranno al Club Inside Aut, di prossima apertura presso via Madrid.

Una grande iniziativa che lascia pienamente soddisfatto il segretario di Casa Artigiani, il quale afferma in conclusione «Io credo che il cliente sarà molto soddisfatto di trovare questa novità e ragazzi come loro».

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Taglio fondi UNISS. «garantire qualità dell’istruzione universitaria»

Nuovo drastico taglio di fondi per l’UNISS. Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha da poco pubblicato il riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario tra gli atenei di tutto il Paese. Il documento prevede un taglio nazionale complessivo di 800 milioni. Nel 2024 Sassari perderà 2.239.221 milioni di euro rispetto al finanziamento del 2023 (-3,10%), diventando una delle più penalizzate sul suolo nazionale nonostante il suo prestigio.

Il Fondo di Finanziamento Ordinario è uno strumento che ha subito un taglio significativo con la Riforma Gelmini e la crisi finanziaria del 2008. In seguito è lentamente tornato a crescere, ma la formula di distribuzione ha favorito gli atenei del nord o comunque quelli di grandi dimensioni.

Gli atenei di piccole e medie dimensioni, specialmente del sud, hanno invece visto i propri fondi diminuire, con una politica che non ha saputo investire in istruzione e ricerca proprio in quei territori a rischio. L’UNISS non ha fatto eccezione, subendo un taglio di fondi costante.

In Sardegna di conseguenza si riscontra una continua fuga di giovani abbinata ad una forte dispersione scolastica. Inoltre a ciò le istituzioni non prenderebbero iniziative sufficienti per scongiurare quei fenomeni di marginalizzazione sempre più preoccupanti ed aggravati proprio dalla stessa desertificazione demografica.

In questa situazione ed in un momento di sofferenza economica, evidenzia UDU Sassari in un comunicato, la prima voce che il Governo taglia è l’Università. Sempre per UDU questa politica, tra l’altro in linea con gli ultimi decenni di tagli lineari alle Università pubbliche, ha causato un sottofinanziamento cronico del sistema con conseguenti aumenti di tasse e riduzione dei servizi didattici.

Già nel 2023 l’ateneo sassarese lamentava carenza di fondi e di spazi necessari per garantire il corretto svolgimento delle lezioni e lo studio individuale e/o di gruppo. Carenze, che comunque, si manifestano da anni.

Al posto di un taglio di fondi per l’UNISS ci sarebbe però un’alternativa. Per l’Unione degli Universitari la priorità dovrebbe essere invece garantire la sicurezza delle strutture ed avere aule con posti sufficienti per tutte le studentesse e gli studenti. Altro punto cardine sarebbe l’estensione della NoTax Area fino a 30.000,00€ di ISEE. Solo così iscriversi a Sassari sarebbe una possibilità concreta per un numero ancora maggiore di giovani sardi.

In conclusione, l’UDU afferma che «Solo un’università che consente a tutte e tutti di studiare senza distinzione di classe sociale può garantirsi le forze migliori per dare prospettive di sviluppo e crescita al nostro territorio, così necessarie in un momento di crisi del mondo che viviamo. La strada da seguire è necessariamente quella di finanziare per prime l’istruzione e la ricerca. Serve uno sforzo collettivo che consenta alla Sardegna di ripartire, mettendo al primo posto la giustizia sociale».

Le parole di Elisabetta Bettoni, Senatrice Accademica all’Università di Sassari

Oggi è necessario evitare che a causa di questi tagli vengano ridotti i servizi e aumentate le tasse. L’Università di Sassari e la politica Sarda a tutti i livelli devono riconoscere il pericolo e scongiurare questo scenario: deve essere garantita la qualità e l’accessibilità dell’istruzione universitaria e della ricerca, che sono i veri motori dello sviluppo per la Sardegna

Elisabetta Bettoni, 7 ottobre 2024

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons CC BY-SA 3.0)

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Armi sarde a Israele: gli studenti chiamano Tajani

Le associazioni studentesche di sindacato sarde, alla scoperta che alcune aziende produrrebbero in Sardegna armi da guerra da inviare a Israele, vogliono ora chiarimenti.

In un comunicato stampa unificato i sindacati studenteschi dell’Unione degli Universitari di Sassari e Cagliari, ormai insofferenti, definiscono l’approccio del governo alla situazione ambiguo, caratterizzato da condanne verbali per la condotta della guerra ma simultaneamente anche dall’invio sottobanco di armi da guerra contro la Palestina. Gli studenti sardi vogliono pertanto risposte chiare dal ministro Antonio Tajani.

A Sassari collettivi studenteschi, primo fra i quali l’Assemblea studenti per la Palestina Sassari, si sono organizzati fin dalla prima ora per denunciare la guerra di aggressione israeliana ed in difesa dei diritti dello Stato di Palestina, ancora non riconosciuto dall’Italia.

Secondo l’ISTAT, tra dicembre 2023 e gennaio 2024, l’Italia ha esportato verso Israele munizioni da guerra per un valore complessivo di oltre due milioni di Euro. Sempre l’Italia si è poi astenuta durante la riunione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che mercoledì 18 settembre ha approvato con 124 voti favorevoli e 43 astensioni, inclusi gli Stati Uniti, la richiesta di porre fine all’occupazione israeliana.

Il supporto internazionale a Israele

In un momento storico dove perfino alcuni paesi NATO stanno interrompendo il supporto bellico a Israele, l’Italia gioca a fare compromessi moralmente sempre più insostenibili. In una guerra condotta con modi che ormai molti osservatori definiscono genocidio, una fascia politicamente trasversale di popolazione ormai sempre più spessa vuole una posizione chiara del Governo Meloni. Sempre da numerosi osservatori internazionali la reazione israeliana contro Hamas é andata ben oltre la lotta al terrorismo interno, come inizialmente dichiarato come casus belli.

In questo contesto le associazioni UDU sarde, dopo un’iniziale osservazione in silenzio stampa, preferiscono ora un approccio piú incisivo. A causa dello scandalo delle armi sarde a Israele  «La Sardegna ha un ruolo drammatico. Oltre ad essere teatro di esercitazioni militari partecipate da Israele, è anche il luogo in cui si fabbricano le armi con cui si porta avanti il genocidio della popolazione palestinese».

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Sassari, indagato per mafia il Rettore Mariotti

«non capisco di che cosa mi si possa accusare, di avere organizzato spuntini?». Dichiarava così Gavino Mariotti, all’epoca non ancora indagato, a settembre 2023 in risposta alle domande di chiarimento sulla sua vicinanza personale nei confronti di membri di spicco della criminalità organizzata locale.

Tuttavia, in questi ultimi giorni si è estesa anche a suo carico l’indagine nata dall’inchiesta «Monte Nuovo». In totale sarebbero 34 le persone raggiunte dalle accuse, sospettate principalmente di alimentare gli interessi della criminalità organizzata e di usare la loro posizione di potere per esercitare e pretendere favori di ogni genere.

In questo contesto Gavino Mariotti, classe 1965, attuale Rettore dell’Università di Sassari e candidato sindaco per il centrodestra nelle imminenti elezioni comunali, è stato infine raggiunto dalle contestazioni riguardanti i reati di associazione mafiosa e di associazione segreta.

Secondo le indiscrezioni, Mariotti è indicato dalla DDA (Direzione distrettuale antimafia) tra i promotori di un presunto sodalizio criminale che avrebbe, tra l’altro, favorito l’elezione dello stesso alla carica di Rettore.

Tra gli indagati ci sono anche esponenti della criminalità barbaricina ai quali, secondo la DDA, spettava il compito di garantire, con azioni violente e coercitive, il rispetto delle decisioni prese dagli associati.

La replica del Rettore

Mariotti, in lacrime durante la conferenza stampa, ha respinto le accuse e ha annunciato che, grazie anche al supporto della Direzione nazionale del suo partito, non ritirerà la sua candidatura a Sindaco. Sempre in conferenza stampa ha affermato molto turbato «Non me lo aspettavo per niente. In ogni caso ho totale fiducia nella magistratura» riaffermando poi ai microfoni di RAI Sardegna «sono assolutamente certo del mio operato come persona onesta, trasparente e sempre nella legalità».

La rete degli indagati accusati di aver creato un’associazione specializzata nel traffico e nello spaccio di droga, riportata per intero da sardegnalive.net, con la chiusura dell’indagine «Monte Nuovo» si è tradotta nei nomi di Nicolò Cossu, Tomaso Cocco, Tonino Crissantu, Mario Antonio Floris, Paolo Sale, Antonio Fadda, Antonio Marteddu, Tomas Littarru, Giuseppe Paolo Frongia, Anna Gioi, Raffaele Gioi , Salvatore Gioi, Marco Lai, Battista Mele ed Antonio Michele Pinna.

I presunti favori del Rettore Mariotti

Al di là degli innocui spuntini con Nicolò Cossu e Tonino Crissantu, le indagini hanno riportato nel dettaglio alcuni presunti favori dati e ricevuti dal Dott. Mariotti, tutti esplicitamente negati dal diretto interessato.

Nel 2020, ad esempio, sarebbe stato lo stesso Mariotti, all’epoca professore ordinario, a chiedere a Tonino Crissantu di contattare un docente universitario affinché gli garantisse il suo appoggio per l’elezione.

Ottenuta la carica Gavino Mariotti, sfruttandone il prestigio e l’influenza, avrebbe dispensato i più svariati ed inimmaginabili favori agli attuali indagati per mafia.

Situazione surreale ed emblematica è stata ad esempio quando Tonino Crissantu avrebbe avuto necessità di partecipare a una festa di laurea, pur non potendo per motivi di lavoro. Crissantu infatti, dipendente della biblioteca di Nuoro, non aveva il giorno libero nelle date desiderate. Per risolvere il problema chiese allora al Magnifico Rettore di intervenire sul commissario liquidatore del Consorzio universitario nuorese (responsabile del personale della biblioteca) per convincerlo ad imporre un giorno di chiusura forzata del servizio pubblico. Dopo la chiamata fu così che, provvidenzialmente, la Biblioteca chiuse nelle date a lui più comode e la partecipazione alla festa di laurea tanto desiderata fu quindi garantita.

(in copertina immagine di repertorio Nuova Isola)

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Porto Torres, l’eterno tormento. Potenzialità, degrado e oblio

Mercato del lavoro, settore turistico, infrastrutture e degrado. A Porto Torres le sfide non mancano. Una città dal grande potenziale che regala gioie e frustrazioni a chi la conosce. Tante iniziative private che regalano alla comunità decoro sia materiale che intangibile, ma che senza un supporto metodico e affidabile delle istituzioni da sole non bastano a ridare dignità ad una località con una così grave crisi economica e sociale. Il degrado a Porto Torres è una questione complessa che richiede soluzioni efficaci.

Inaugurazione Panchina europea Porto Torres, 5 giugno 2024
Inaugurazione Panchina europea sul lungomare, 5 giugno 2024 (Foto Pitzoi Arcadu)

Ogni tornata elettorale restituisce una classe dirigente che, al di là della fazione politica, ha l’onere di risollevare le sorti di un borgo antichissimo un tempo prestigioso, ma ora buttato nel dimenticatoio. Ogni giunta comunale consegna alla comunità traguardi ma anche ulteriori problemi e insuccessi.

Porto Torres viene spesso lasciata in un oblio istituzionale che idealizza le città vicine e degrada il nostro centro urbano a mero approdo portuale. Insomma, un oggetto inanimato senza passato né carattere, con una ragione di esistenza meramente funzionale a beneficio delle realtà vicine. Questa narrazione di autocommiserazione interiorizza un senso di inadeguatezza, e oltre a non risolvere nulla, peggiora ulteriormente la qualità della vita di chi in questa città ha le radici.

Chiudersi in narrazioni campanilistiche non è la risposta

Anzi, con la nuova istituzione della Città metropolitana di Sassari, nata sulle ceneri Rete metropolitana del Nord Sardegna, l’obiettivo concordato sarebbe invece proprio quello di fare gioco di squadra. In questa fase cruciale, nel quale il Logudoro si riorganizza, Porto Torres ha allora l’opportunità di ritornare ad essere un caposaldo a livello regionale, garantendo solidità e benessere non solo per sé stessa ma per tutta la località circostante.

Terminal passeggeri, una delle eterne incompiute in pieno centro (Foto Pitzoi Arcadu)

Con i finalmente iniziati lavori dell’antemurale del porto l’infrastruttura portuale verrà aggiornata a standard più moderni, andando a consolidare il traffico portuale e l’apparato economico che ne deriva.

Amministrazione Mulas 2020-2025

Negli ultimi anni l’amministrazione Mulas, eletta in pieno COVID-19 con un’affluenza del 46,45%1fonte DAIT per sostituire il Sindaco uscente Wheeler, ha lavorato per sbloccare la situazione della zona industriale della Marinella, per potenziare il settore turistico, per promuovere le realtà locali sportive e culturali ed infine per sollecitare l’eterno cantiere dell’antemurale, avviato solamente di recente.

Altro dettaglio semplice ma importante è stato, fin dal primo momento, l’istituzione di più canali di comunicazione social istituzionali, garantendo una facile e capillare fruibilità delle informazioni più importanti riguardanti la vita cittadina.

Molte anche le critiche

Molte anche le critiche ricevute, come quelle riguardanti la chiusura al traffico di via Bassu, scelta che avrebbe danneggiato i commercianti locali per permettere agli autobus dell’ARST un migliore accesso al centro intermodale poco distante.

Porto Torres è una città difficile, al quale servono azioni strutturate. Metà del territorio è disabitato e rientra nella competenza del Parco Nazionale dell’Asinara, dove la giunta comunale ha un potere d’azione limitato. Il restante agglomerato è poi diviso fra la città compatta e la zona industriale gestita dal Consorzio industriale provinciale e dall’ENI, dove anche lì la voce del municipio è ascoltata fino a un certo punto.

Disoccupazione e mancati incentivi non aiutano poi a far rimarginare le ferite di guerra, e la frustrazione dovuta al fatto che, a differenza delle altre storiche porte d’accesso della Sardegna come Cagliari e Olbia, Porto Torres sia rimasta tremendamente indietro e all’orizzonte non ci siano iniziative chiave che risollevino le sorti cittadine, si radica nel pensiero comune. La soluzione al futuro di Porto Torres passa dal degrado alla rinascita.

(in copertina immagine di repertorio Nuova Isola)

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Bracconaggio nel Logudoro, due nuovi casi e indagini in corso

Nel giro di poche ore si sono verificati due casi di bracconaggio nella regione storica del Logudoro ad Alghero e Ozieri, in provincia di Sassari. Una femmina di daino selvatico (Dama dama) è stata irrimediabilmente menomata da una grossa tagliola (strumento di caccia illegale e pericoloso anche per l’uomo) nell’agro di Alghero. Nel frattempo, un esemplare protetto di Aquila fasciata (o aquila di Bonelli) è stato trovato morto nei pressi di Ozieri, ucciso a colpi di fucile.

Sono ancora in corso le indagini, tuttora sconosciuti i responsabili. Le associazioni di categoria hanno lanciato un appello per chiedere a chiunque sappia qualcosa di contattare le autorità competenti per qualsiasi informazione. LNDC Animal Protection, che ha sporto denuncia per entrambi i reati, invita inoltre ad unirsi alla mobilitazione contattando il loro ufficio legale (avvocato@lndcanimalprotection.org).

Bracconaggio nel Logudoro, i casi riportati

Una foto che ritrae un esemplare di aquila fasciata.
Un esemplare di aquila di Bonelli (foto Paco Gómez CC BY-SA 2.0)

I fatti sono avvenuti entrambi il 9 settembre 2024. Il primo caso, quello della femmina di daino, è stato riportato dai Carabinieri forestali locali dopo aver risposto ad una segnalazione. Ricevuta la denuncia, l’animale, una volta soccorso e sedato, è stato portato al Centro Recupero fauna selvatica di Bonassai (SS). Purtroppo il danno alla zampa è risultato irreversibile, e di conseguenza l’animale non potrà più essere rimesso in libertà neanche dopo essere stato curato. Nello stesso giorno, ad Ozieri, i militari della forestale hanno recuperato i resti di un’aquila di Bonelli che era stata recentemente liberata in natura per un progetto europeo di protezione della specie. Le analisi veterinarie sul corpo hanno appurato come causa della morte le ferite ricevute a seguito di numerosi pallini da caccia.

Le dichiarazioni di Piera Rosati (LNDC Animal Protection)

Mi auguro davvero che le indagini portino a qualcosa di concreto e a dare un nome e un volto a questi criminali. La tagliola, uno strumento già di per sé illegale in qualunque caso, era tra l’altro posizionata in un luogo facilmente accessibile al pubblico e pertanto costituiva un grave pericolo non soltanto per gli animali ma anche per le persone. Quello del bracconaggio è un fenomeno drammaticamente diffuso e purtroppo va di pari passo con la caccia. Qual è infatti la differenza tra un cacciatore e un bracconiere? L’unica differenza è che il cacciatore agisce all’interno delle regole, mentre il bracconiere no e infatti viene anche chiamato cacciatore di frodo. Di fatto, qualunque cacciatore diventa un bracconiere nel momento in cui non rispetta le norme e le posizioni dell’attuale Governo, che cerca in tutti i modi di favorire la lobby della caccia, non aiutano certo a contrastare questo fenomeno dato che queste persone si sentono legittimate a fare ciò che vogliono. Serve un segnale forte da parte della politica e delle istituzioni contro il bracconaggio e possibilmente anche contro la caccia in generale, comunque venga svolta, perché sono attività pericolose per gli animali, per l’ambiente e per le persone

Piera Rosati, 10 settembre 2024

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