Essere (In)Visibili, il nuovo evento a Sassari con la fumettista Fumettibrutti. Presso l’Ex-Ma, in Via Maurizio Zanfarino 62, il 29 marzo 2025 alle ore 18:00, si terrà la presentazione del libro Tutte le mie cose belle sono rifatte con la presenza dell’autrice Fumettibrutti, nome d’arte di Josephine Yole Signorelli.
L’evento é organizzato dall’associazione locale Trans* Support! Sassari con il patrocinio del Movimento Omosessuale Sardo (MOS), Liquida Festival e il Centro di documentazione LGBTQ+ “Marilena Sini”.
Locandina dell’evento
Un’occasione per celebrare la Giornata internazionale della visibilità transgender, che cadrà il prossimo 31 marzo. Durante l’evento l’associazione Trans* Support! Sassari venderà i propri gadget tramite un banchetto di autofinanziamento. Tutti i ricavi ottenuti serviranno per aiutare economicamente le persone della comunità transgender di Sassari in necessità e per finanziare il Sardegna Pride 2025.
Fumettibrutti é una fumettista italiana nata a Catania nel 1991. Pubblica nel 2018 Romanzo esplicito, il suo primo libro, con la Feltrinelli Comics. La sua ultima pubblicazione, Tutte le mie cose belle sono rifatte, é uscita nelle librerie il 29 ottobre 2024 ed é un’opera che, come le precedenti, si ispira fortemente alle esperienze di vita della stessa autrice, narrate attraverso il fumetto con un tocco di ironia.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
L’associazione locale Trans* Support! si incontrerà per un aperitivo di autofinanziamento. L’incontro inizierà alle 19:30 di mercoledì 26 giugno2024 al Birrajò, locale del centro storico in Piazza Santa Caterina. Tutti i ricavi ottenuti, attraverso l’acquisto di gadget e illustrazioni, verranno utilizzati per supportare economicamente le persone della comunità transgender di Sassari in necessità.
Locandina dell’evento
Trans* Support! è un’associazione trans-femminista ed intersezionale che da oltre un anno è attiva a Sassari nel fornire aiuto e supporto alle persone della comunità transgender di Sassari nel loro percorso di affermazione di genere. L’associazione, che basa le proprie attività fisiche al CCS Borderline, sede del Movimento Omosessuale Sardo, tiene incontri mensili di auto-aiuto riservati alle persone transgender e a chiunque abbia perplessità sulla propria identità di genere.
Grazie a queste iniziative, negli ultimi anni, la comunità transgender si sta riprendendo tutti gli spazi da cui è stata esclusa in passato. Essere transgender è uno dei fattori che, in Italia e nel resto del Mondo, penalizza maggiormente una persona che sta cercando lavoro. Secondo tgeu.org, 320 persone trans o di genere non conforme sono state uccise da ottobre 2022 a settembre 2023. In maggioranza si trattava di persone assoggettate a razzializzazione e persone transfemminili.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
Nuovo anno accademico per l’UNISS. Il 18 marzo 2025 l’Università degli studi di Sassari ha infatti inaugurato il suo 463° anno accademico. Un evento fatto di cerimonie solenni, con la presenza del Rettore Gavino Mariotti, del Ministro della salute Orazio Schillaci e del Sindaco Giuseppe Mascia. Il Magnifico Rettore parla di impegni incessanti per lo sviluppo dell’Ateneo e degli innumerevoli progetti futuri. Un solo grande assente (perché non invitato): La rappresentanza studentesca, almeno nella sua completezza.
Gran parte di quest’ultima, composta principalmente dal Consiglio degli studenti e dai rappresentanti delle varie associazioni studentesche, non è stata infatti convocata per «Riduzione dei posti». Intervento notabile quello del Presidente del Consiglio degli Studenti Antonio Michele Bilotta, che parla di come «Il nostro Ateneo non può non coltivare l’ambizione di crescere e riconquistarsi un posto di rilievo nel panorama nazionale e internazionale».
Delusi i rappresentanti di UDU Sassari, che commentano di come durante la cerimonia sia stata racconta una falsa situazione idilliaca dell’Ateneo, fatta di pochi problemi marginali e tante opportunità. Una descrizione che cozza con la situazione di sotto finanziamento che L’Università di Sassari soffre da anni, con conseguenti danni all’offerta formativa, al diritto allo studio e al welfare studentesco. «Non ci siamo sentiti rappresentati» – commentano sui social – «speriamo che in futuro ci sia spazio per un dialogo più autentico e inclusivo».
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
Parliamo subito di numeri. Quanti visitatori avete fatto in via Libio 53 nel 2024?
Quest’anno i numeri, più o meno, sono gli stessi degli anni passati (ovvero circa 1500 presenze). Chiaramente i mesi dove c’è più afflusso sono quelli estivi. Per migliorare le cose e fare il salto di qualità ci mancano sicuramente le navi da crociera, importantissime per i siti archeologici e per metterci allo stesso livello delle realtà vicine.
L’anno scorso avete saltato l’appuntamento con Monumenti aperti, dove eravate tappa fissa dal 2016. Avete ripreso i contatti l’iniziativa?
Sì, quest’anno parteciperemo sicuramente. Perché non dovremo contribuire come abbiamo sempre fatto?
Mi è stato detto che nel 2022 avete stipulato un accordo con i villaggi turistici di Platamona per far conoscere il vostro sito, che è stato un bel successo. È ancora attivo? Sta andando bene?
Sì, quello ce l’abbiamo sempre. Da dopo Pasqua e per tutti i mesi estivi continua a dare i suoi frutti.
Stipulare un accordo del genere è stata una mossa di marketing intelligente. Avete mai pensato di condividerlo con gli altri siti della città?
Certamente. Lo avevamo proposto già diversi anni fa, praticamente dal giorno dopo che abbiamo aperto il sito archeologico. La sua implementazione non dipende soltanto da noi, ma siamo sicuramente favorevoli su questo. Non si riesce a capire perché nelle altre realtà si fa e qua no …
Torniamo alle frequentazioni di via Libio 53. Quanti italiani e quanti stranieri visitano il sito? Quale tipo di utenza visita maggiormente il bene?
Chiaramente la maggior parte sono italiani. Molti sono qua in vacanza e sono di passaggio, e avendone sentito parlarne in quanto cosa unica in Sardegna, sono curiosi di venire a visitarlo. Lavoriamo molto quando arrivano le navi francesi, e grazie agli accordi di Platamona anche con molti tedeschi. Ci sono molte visite anche dagli spagnoli. Nel fine settimana poi, anche in periodi invernali, vengono spesso ragazzi che studiano archeologia oppure archeologi sardi e non solo.
Avete mai subito eventi spiacevoli, come danneggiamenti o problemi simili?
No. Sulla salvaguardia del sito siamo molto attenti, pur non ricevendo alcun finanziamento pubblico.
Il vostro sito è a gestione privata, ma è comunque un bene di tutti. Quali strumenti vorreste vi venissero dati?
Noi non percepiamo nessun finanziamento pubblico, è tutto gestito con spese personali. Ci autofinanziamo. Chiediamo un occhio di riguardo da parte dell’amministrazione. Non parlo necessariamente di denaro, ma anche solo maggiore visibilità.
Porto Torres soffre ancora di una forte stagionalizzazione turistica. Questo fatto come influenza il flusso di visitatori durante l’anno?
Dipende. In generale noi siamo aperti 7 giorni su 7, ma lavoriamo molto di più nei weekend. Nel mese di luglio fino al 20 agosto però le visite sono molto frequenti anche nelle altre giornate della settimana.
Collaborate con altre realtà, pubbliche o private?
Collaboriamo fin dall’inizio con alcune scuole medie e superiori della Gallura, dove nel periodo dopo Pasqua si avvicinano al sito diverse classi. Stiamo cercando di collaborare anche con il Sulcis-Iglesiente, grazie a degli archeologi del luogo che ci hanno promesso che entro quest’anno organizzeranno delle visite guidate. Vorremmo arrivare anche nella zona del cagliaritano. Il sito è ancora poco conosciuto, ma ci stiamo lavorando.
In chiusura, quale supporto chiedete alle istituzioni al vostro progetto?
Noi come già detto ci autofinanziamo. I soldi del biglietto di ingresso vengono reinvestiti nel sito archeologico. Non c’è nessun’altra realtà che ci supporta, nessun ente pubblico. Noi abbiamo sempre teso la mano per fare degli accordi che non sono mai arrivati. Ad esempio la cartellonistica, l’unica che c’è, è stata fatta da noi. Essendo un sito storico la sua valorizzazione creerebbe beneficio per tutta la città. Il prossimo anno saranno dieci anni dalla sua apertura, e fino a quando avremo le forze continueremo ad andare avanti. Non chiediamo tanto, solo un po’ di visibilità, magari un portierato e delle visite guidate fatte da personale qualificato. Se si vuole iniziare realmente a pensare che Porto Torres possa diventare una città turistica dovremo partire dal nostro passato. Deve entrarci in testa che abbiamo l’oro romano sotto i piedi.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
La salute mentale non può essere un privilegio, e questo vale anche per gli studenti. Nel mondo accademico sardo però i servizi per la tutela di quest’ultima vengono erogati in maniera sommaria e simbolica, con un servizio nel concreto insufficiente.
Attualmente il servizio di counseling psicologico è attivo per le sedi universitarie di Sassari, Cagliari, Olbia, Oristano e Nuoro, ma mantenuto con risorse irrisorie. Solo a Sassari ad esempio, su 12.000 studenti e studentesse, gli psicologi convenzionati con l’università sono solo 4. Questo si traduce in tempi di attesa lunghissimi è un servizio non all’altezza delle aspettative ed estremamente precario, dati i fondi molto ristretti e non garantiti.
L’appello alla politica dell’Unione degli Universitari
UDU Sassari e Unicaralis, con il manifesto pubblicato online «Va bene non stare bene», presentano alla Regione Sardegna una proposta di legge per chiedere un incremento dei fondi per potenziare il servizio. L’obiettivo prefissato sarebbe quello di aumentare il numero di psicologi, ridurre i tempi di attesa, migliorare l’accessibilità e garantire un servizio adeguato e gratuito.
Frontespizio del comunicato social
La salute mentale degli studenti, minata da ansia, stress e difficoltà economiche, non può essere sottovalutata. «Ora è arrivato il momento di trasformare le parole in azioni concrete» – conclude il manifesto – «Nessuno deve essere lasciato solo».
(in copertina immagine di repertorio Flickr by ankxt CC BY 2.0)
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
«non capisco di che cosa mi si possa accusare, di avere organizzato spuntini?». Dichiarava così Gavino Mariotti, all’epoca non ancora indagato, a settembre 2023 in risposta alle domande di chiarimento sulla sua vicinanza personale nei confronti di membri di spicco della criminalità organizzata locale.
Tuttavia, in questi ultimi giorni si è estesa anche a suo carico l’indagine nata dall’inchiesta «Monte Nuovo». In totale sarebbero 34 le persone raggiunte dalle accuse, sospettate principalmente di alimentare gli interessi della criminalità organizzata e di usare la loro posizione di potere per esercitare e pretendere favori di ogni genere.
In questo contesto Gavino Mariotti, classe 1965, attuale Rettore dell’Università di Sassari e candidato sindaco per il centrodestra nelle imminenti elezioni comunali, è stato infine raggiunto dalle contestazioni riguardanti i reati di associazione mafiosa e di associazione segreta.
Secondo le indiscrezioni, Mariotti è indicato dalla DDA (Direzione distrettuale antimafia) tra i promotori di un presunto sodalizio criminale che avrebbe, tra l’altro, favorito l’elezione dello stesso alla carica di Rettore.
Tra gli indagati ci sono anche esponenti della criminalità barbaricina ai quali, secondo la DDA, spettava il compito di garantire, con azioni violente e coercitive, il rispetto delle decisioni prese dagli associati.
La replica del Rettore
Mariotti, in lacrime durante la conferenza stampa, ha respinto le accuse e ha annunciato che, grazie anche al supporto della Direzione nazionale del suo partito, non ritirerà la sua candidaturaa Sindaco. Sempre in conferenza stampa ha affermato molto turbato «Non me lo aspettavo per niente. In ogni caso ho totale fiducia nella magistratura» riaffermando poi ai microfoni di RAI Sardegna «sono assolutamente certo del mio operato come persona onesta, trasparente e sempre nella legalità».
La rete degli indagati accusati di aver creato un’associazione specializzata nel traffico e nello spaccio di droga, riportata per intero da sardegnalive.net, con la chiusura dell’indagine «Monte Nuovo» si è tradotta nei nomi di Nicolò Cossu, Tomaso Cocco, Tonino Crissantu, Mario Antonio Floris, Paolo Sale, Antonio Fadda, Antonio Marteddu, Tomas Littarru, Giuseppe Paolo Frongia, Anna Gioi, Raffaele Gioi , Salvatore Gioi, Marco Lai, Battista Mele ed Antonio Michele Pinna.
I presunti favori del Rettore Mariotti
Al di là degli innocui spuntini con Nicolò Cossu e Tonino Crissantu, le indagini hanno riportato nel dettaglio alcuni presunti favori dati e ricevuti dal Dott. Mariotti, tutti esplicitamente negati dal diretto interessato.
Nel 2020, ad esempio, sarebbe stato lo stesso Mariotti, all’epoca professore ordinario, a chiedere a Tonino Crissantu di contattare un docente universitario affinché gli garantisse il suo appoggio per l’elezione.
Ottenuta la carica Gavino Mariotti, sfruttandone il prestigio e l’influenza, avrebbe dispensato i più svariati ed inimmaginabili favori agli attuali indagati per mafia.
Situazione surreale ed emblematica è stata ad esempio quando Tonino Crissantu avrebbe avuto necessità di partecipare a una festa di laurea, pur non potendo per motivi di lavoro. Crissantu infatti, dipendente della biblioteca di Nuoro, non aveva il giorno libero nelle date desiderate. Per risolvere il problema chiese allora al Magnifico Rettore di intervenire sul commissario liquidatore del Consorzio universitario nuorese (responsabile del personale della biblioteca) per convincerlo ad imporre un giorno di chiusura forzata del servizio pubblico. Dopo la chiamata fu così che, provvidenzialmente, la Biblioteca chiuse nelle date a lui più comode e la partecipazione alla festa di laurea tanto desiderata fu quindi garantita.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
PORTO TORRES: Una delle borgate spesso dimenticate. Si tratta dell’antica borgata sulla sponda occidentale del ponte romano, adiacente alla foce del Riu Mannu ed a due passi dalla spiaggia della Marinella. Essa, che in epoca romana è testimoniato fosse una necropoli ipogeica, allo stato attuale è una delle aree più degradate di tutta la città.
Simbolo de facto della zona sono le due fornaci in trachite. Esse sono in bella mostra di sé sull’altopiano occcupato dai ruderi di quella che fu una delle principali industrie cittadine del Novecento. L’ex-Ferromin SA infatti scelse quest’area come sede del suo complesso industriale, che all’epoca fu appunto una delle maggiori industrie di Porto Torres fino agli anni sessanta. Nella stessa zona, dal 1873, è installata la Batteria antinave di Ponte Romano, sistema difensivo nato per proteggere il porto di Porto Torres da eventuali aggressioni. Altro elemento imprescindibile della zona è ovviamente il ponte romano, protagonista dei recenti restauri.
Per chi si avventurasse oggi nella borgata di ponte romano però lo accoglierebbero rifiuti, strade dissestate, erbacce e baracche fatiscenti piene di Eternit. A causa di ciò risulta evidente che siano rimaste inascoltate le numerose lamentele che nel corso degli anni i residenti hanno presentato per chiedere maggiore decoro per una zona così importante.
Borgata di Ponte romano. Una delle baracche fatiscenti con Eternit (foto Pitzoi Arcadu)
Ad ulteriore testimonianza della rilevanza storica della zona della borgata di ponte romano è il piano urbanistico comunale della città. Esso infatti dichiara quel fazzoletto di terra importante per la sua funzione di “connessione urbana”. Secondo la documentazione «rappresenta la cerniera ambientale tra la città romana, la città storica, la città moderna, la città industriale e la città portuale». Amministrativamente parlando questa cerniera di terra risulta comunque di competenzadel Consorzio industriale Provinciale (come attestato da recenti verifiche).
Negli ultimi decenni però quest’ultimo non sembra essere stato in grado di fare i necessari interventi per lo sviluppo della zona, con conseguenze negative ben evidenti.
Eppure la storia ci insegna come questo trattamento così indegno rivolto a questa zona sia del tutto inappropriato. Le vicende storiche della città evidenziano infatti l’esistenza fin dall’antichità di strette relazioni tra gli abitanti, le loro attività ed il fiume. Il primo porto della città fu infatti un porto fluvialesituato quasi sicuramente in quelle zone sulla sponta orientale.
Per restituire decoro alla città e riconnetterla in maniera armonica col suo passato risulterebbe quindi cruciale avviare al più presto tutte le attività necessarie per riqualificare l’intera area, da troppo tempo lasciata in disparte.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
SASSARI: Data l’altissima probabilità di precipitazioni per sabato e domenica, confermata anche oggi dai bollettini meteorologici nazionali e regionali, l’Amministrazione comunale ha deciso di rinviare al fine settimana del 3 e 4 giugno la Cavalcata sarda e i suoi eventi collegati.
«Abbiamo sperato fino a stamattina che le previsioni potessero migliorare prima di prendere una decisione così importante – spiega il sindaco Nanni Campus -. Purtroppo però oggi è stato segnato un ulteriore peggioramento.
La Cavalcata sarda non è una manifestazione legata allo scioglimento di un voto religioso che deve tenersi necessariamente in una data, ma l’appuntamento della penultima domenica di maggio è semplicemente una consuetudine.
Nel fare questa scelta abbiamo preso in considerazione diversi aspetti e sentito il direttore artistico, Giuliano Marongiu, per valutare la fattibilità dell’idea.
Abbiamo anche pensato che fermare l’organizzazione oggi e indicare da subito una nuova data permette di limitare i danni economici che subirebbero esercenti, ristoratori, e tutte le altre attività interessate, compresi i venditori ambulanti. Anche “rinchiudere” il concerto-evento in un teatro limiterebbe la partecipazione, mentre noi vogliamo che sia una festa di tutti, così come i canti e i balli che per definizione si tengono in piazza».
Concerto-evento, Cavalcata sarda, pariglie e canti e balli rinviati dunque a sabato 3 e domenica 4 giugno 2023
«Il settore Cultura, il direttore artistico e il Gabinetto del sindaco sono già al lavoro per riorganizzare tutto, affiancati da tutti i settori del Comune. In particolare, Giuliano Marongiu sta già contattando i gruppi per verificare la disponibilità in quelle date ed eventualmente, se necessario, si attingerà all’elenco delle numerose richieste arrivate nei mesi scorsi».
Prosegue il sindaco Campus. «Ringrazio tutti i dipendenti che, nonostante la pesante mole di lavoro, si sono immediatamente messi all’opera, con forte senso di appartenenza e del bene comune, affrontando una situazione completamente nuova».
«Abbiamo deciso di spostarla e non cancellarla perché il ritorno economico e di immagine per la città è molto elevato. Già l’anno scorso la Cavalcata è stata spostata a settembre a causa del Covid. Ed è stata un successo. Siamo fiduciosi e ci prendiamo questa responsabilità anche questo anno: la pioggia non cancellerà la Festa della Bellezza, la rinvierà soltanto e Sassari avrà la sua due giorni di grandi eventi» conclude il sindaco.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
PORTO TORRES: In procinto della stagione estiva e dopo la buona notizia riguardante il termine dell’interdizione alla balneazione della spiaggia di Fiume Santo, a Porto Torres torna l’incubo dell’inquinamento delle acque. Attualmente sono ancora sconosciute le cause del problema.
Una lunga scia di schiuma ed acqua torbida accompagnata da un pessimo odore è apparsa nei pressi della spiaggia della Marinella, vasta area sabbiosa nei pressi della foce del Riu Mannu. Spiaggia un tempo molto frequentata, da decenni risulta completamente abbandonata a causa dell‘inquinamento dovuto alla vicina area industriale. Sempre nel sito della Marinella l’associazione «Tuteliamo il Golfo dell’Asinara» ha segnalato discariche abusive di inerti edili e rifiuti ingombranti, identificando anche la presenza di manufatti in Eternit.
L’inquinamento industriale di Porto Torres
L’inquinamento industriale di Porto Torres è un problema ricorrente nato dall’istituzione del petrolchimico nel 1963. Questo fenomeno danneggia gravemente la salute dei cittadini e paralizza tutte le attività commerciali legate all’allevamento, all’industria ittica ed al turismo. Dopo il grave incidente del 2011, che ha comportato lo sversamento in mare di decine di metri cubi di olio combustibile, l’Associazione Tuteliamo il Golfo dell’Asinara si occupa di monitorare attivamente la situazioneambientale.
Poco distante dalla Marinella inoltre è ubicata la piccola spiaggia della Minciaredda, conosciuta per la sua discarica abusiva con relativo disastro ambientale. L’area in questione, dislocata su oltre 35 ettari di proprietà del Ex-Syndial, viene chiamata la «Collina dei veleni». Nell’agosto del 2003 il movimento indipendentista Irs, con un plateale blitz all’interno della zona fino a quel momento interdetta ad occhi indiscreti, portò all’attenzione dell’opinione pubblica l’entità del danno ambientale. Solo però nel 2015 i militari del Nucleo operativo ecologico provinciale hanno messo i sigilli su tutta la zona.
Ulteriormente, secondo gli atti prodotti dall’avvocatura di Stato nel corso della decennale causa legale, si evidenzia che “le analisi chimiche, eseguite nei campioni di terreno prelevati dal suolo della discarica di Minciaredda fino alla profondità di massimo 20 metri, rilevano la presenza di idrocarburi leggeri e pesanti”.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
PORTO TORRES: Da poco è scattato il secondo anniversario dello sconvolgente omicidio di Mario Sedda. A due anni dall’accaduto, nonostante il coinvolgimento dei RIS di Cagliari nel 2021, il caso resta aperto.
I fatti e l’omicidio
Mario Sedda era un cittadino portotorrese di 39 anni. Il primo aprile 2021 fu trovato esanime e coperto da sterpaglie da un passante sul ciglio della strada all’ingresso della città.
Alle prime analisi degli inquirenti dapprima si escluse l’omicidio stradale ed infine si pensò ad un malore improvviso dell’uomo mentre percorreva la strada per tornare alla sua abitazione in periferia.
Solo dopo l’autopsia si scoprì un fatto inquietante, ovvero una lama di ceramica spezzata conficcata sotto il mento.
La scoperta non lasciò dubbi: era stato un omicidio.
Omicidio Sedda: Le indagini
Dalle analisi della lama si appurò che l’arma era un comune coltello da cucinain ceramica facilmente reperibile nei maggiori supermercati. Dalla veemenza dei colpi inferti si pensò ad una lite violenta degenerata in omicidio.
Una volta ottenute tutte le informazioni possibili dall’arma del delitto gli inquirenti passarono ad indagare sulle frequentazioni dell’uomo. Ad attirare i sospetti fu un disoccupato di 60 anni con precedenti penali di poco conto che venne iscritto al registro degli indagati.
Il sessantenne, pur confermando di frequentare Mario Sedda, affermò di trovarsi in un altro luogo il giorno dell’omicidio. Oltre al sessantenne altre tre persone vennero indagate, ma tutte si dimostrarono estranee ai fatti.
Dopo sei mesi dall’omicidio i RIS di Cagliari effettuarono un sopralluogo della zona del ritrovamento, sperando di dare una svolta al caso.
L’analisi dei RIS e lo stallo
Con la morte nel cuore cammino per le strade di questa città con la consapevolezza ovvia di ‘persone’ che sanno. Silenzio, omertà. Questa gente è fra noi, in mezzo a noi, come se nulla fosse successo […]
Eleonora Sedda nel suo profilo Facebook, 10 ottobre 2022
Dopo la visita dei RIS di Cagliari il 22 ottobre 2021 le indagini sull’Omicidio Sedda subirono uno stallo dal quale non si ripresero. Vani sono stati finora i tentativi della sorella Eleonora Sedda di riportare l’attenzione mediatica e degli inquirenti sul fratello ucciso.
Il primo tentativo fu una manifestazione organizzata il 1° aprile 2022, giorno dell’anniversario del ritrovamento del cadavere.
Rimasta sempre attiva affinché si faccia giustizia sulla morte di Mario, la famiglia ed in particolare la sorella Eleonora costantemente fanno pressione ai cittadini affinché chi sappia qualcosa dell’omicidio parli.
Al secondo anniversario i familiari e gli amici di Mario Sedda riaffermano la loro determinazione: «A Porto Torres girano ancora tranquilli i tuoi assassini. Ma noi non dimentichiamo»
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
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