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Krav Maga a Porto Torres, organizzato uno stage per principianti

PORTO TORRES: Il club sportivo locale C.S.K.S. Masatoshi Nakayama assieme alla Asd Martial Gym di Alghero organizza a Porto Torres il 20 aprile 2024 uno stage di essenziali di Krav Maga, il metodo di difesa personale di origine israeliana. Informazioni e costi sono disponibili contattando gli organizzatori.

Dopo il successo avvenuto ad Uri il 2 marzo 2024, il Maestro Paolo Algisi assieme al suo omologo algherese Maurizio Gobbino ha organizzato un nuovo stage di essenziali di Krav Maga, che si terrà nella palestra di Padel in via Ponte Romano 99 adiacente al Comando della Guardia di Finanza, nei pressi del nuovo Centro Intermodale. Lo stage si svolgerà dalle 16:00 alle 19:00 e per partecipare non sarà necessario nessun requisito di età o di esperienza sportiva pregressa.

20 aprile 2024: lo stage dei Maestri Gobbino e Algisi

Locandina dell’evento

Lo stage di Porto Torres, che segue la prima e trionfale tappa avvenuta ad Uri ad inizio marzo dove hanno partecipato decine di atleti di ogni esperienza ed età, sarà gestito interamente dai maestri Paolo Algisi e Maurizio Gobbino.

Per questa tappa il padrone di casa sarà Paolo Algisi, artista marziale e preparatore atletico tra i più esperti e stimati in Sardegna con più di quarant’anni di insegnamento alle spalle.

Maurizio Gobbino, che nel 2018 ha fondato la Asd Martial Gym con altri esperti di fitness, è un affermato personal trainer e Maestro di arti marziali con svariati meriti in campo divulgativo e nell’insegnamento del karate, con la propria sede operativa ad Alghero.

La difesa personale metodo Krav Maga

Il Krav Maga è un sistema di autodifesa sviluppato originariamente a Bratislava da Imi Lichtenfeld. Nacque dopo l’occupazione nazista, per contrastare le aggressioni antisemite negli anni 1930. Venne in seguito adottato dalle forze di difesa israeliane e le forze di sicurezza israeliane.

Il Krav Maga deriva da una combinazione di tecniche provenienti da boxe, wrestling, aikido, judo, karate, kung-fu e combattimento da strada. Tuttavia, è considerato semplice da imparare ed efficace per una reale difesa personale. Quest’attività è utile non solo per gli adulti, ma anche per i ragazzi che si possono trovare in situazioni di bullismo e devono sapersi difendere.

A. Pitzoi Arcadu

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Autism-Europe, lanciata la campagna «Not invisible»

BRUXELLES: Autism-Europe Aisbl (AE), in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo del 2 aprile 2024, lancia con un comunicato stampa la sua nuova campagna «Not invisible» dedicata al supporto dei diritti delle persone autistiche.

Dal 2 aprile in poi AE utilizzerà i suoi canali social per divulgare azioni di consapevolezza per il supporto delle persone autistiche ed estratti di esperienze di vita dei loro membri.


Leggi anche: Autismo: Associazioni richiedono all’Europa più inclusione


Autism-Europe (AE), l’associazione senza scopo di lucro fondata per tutelare i diritti delle persone autistiche in Europa, in prossimità delle elezioni europee di giugno 2024, ha lanciato la sua nuova campagna (che d’ora in poi avrà cadenza annuale) «Not invisible».

Secondo l’associazione, che nel 2023 ha compiuto quarant’anni di servizio, sono necessarie azioni urgenti per contrastare le discriminazioni e l’abilismo quotidiano che le persone autistiche subiscono in tutta Europa in ogni aspetto della loro vita.

Le persone autistiche in Europa

L’associazione ha stimato che solo in Europa sono 7 milioni le persone autistiche. In aggiunta, altri studi dimostrano che solo il 20% di questi ultimi ha un impiego lavorativo stabile.

Nonostante tutti i progressi svolti negli ultimi anni, molti autistici affrontano quotidianamente barriere sociali che intaccano seriamente la loro qualità di vita. Conseguentemente subiscono forti danni alla loro salute mentale, finanziaria e sociale. Secondo i report, ad essere ancora più discriminate sono le donne autistiche e gli autistici appartenenti ad una minoranza etnica.

Le persone autistiche in età adulta infatti hanno una maggiore percentuale di comorbilità per disturbi quali ansia, depressione ed abuso di sostanze. Inoltre, se non propriamente supportati da una forte rete sociale, hanno una maggiore probabilità di cadere sotto la soglia della povertà e dell’emarginazione.

L’autismo viene spesso identificato come una disabilità invisibile. Nelle sue forme impropriamente chiamate ad alto funzionamento infatti l’individuo riesce a mascherare esternamente le proprie difficoltà senza destare sospetti. Nonostante l’aspetto esteriore però, anche gli individui più insospettabili soffrono aspramente a causa della mancanza di riconoscimento delle loro necessità da parte dell’ambiente circostante.

Cosa puoi fare

Segui sui social gli hashtag #AutismNotInvisible e #AutismDay2024 per rimanere informato sulle iniziative che si svolgeranno in tutta Europa. Mostra attivamente il tuo supporto alla causa tramite azioni concrete nella vita quotidiana. Rimani informato su ogni attività delle varie associazioni di categoria locali ed internazionali.

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Escalation in Israele: Colloquio fra Giorgia Meloni e Re Abdallah II

ROMA: La Presidenza del Consiglio dei Ministri fa sapere, tramite comunicato stampa, che la Presidente del consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il monarca Abd Allāh II ibn al-Ḥusayn, Re del Regno di Giordania. Tema cardine della conversazione è stata la situazione geopolitica del Medio Oriente dopo l’attacco iraniano contro Israele.

La situazione di relativa stabilità andata a compromettersi dopo l’Attacco di Hamas a Israele del 2023 e la conseguente reazione definita ormai da diversi osservatori come “sproporzionata” da parte del Primo ministro israeliano Benjamin “Bibi” Netanyahu rischia di degradare in un escalation di violenza ancora più grave. L’attacco di Teheran sferrato nella notte del 13 aprile contro Israele ha aggravato infatti una situazione già di per sé critica. Netanyahu, che secondo Josep Borrel “Ha dimostrato di non dar troppo ascolto a quello che gli viene detto”, ha minacciato infatti dure rappresaglie contro l’Iran.

Secondo l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell “Il Medio Oriente è vicino all’abisso, bisogna evitare il peggio”. Ai microfoni della radio spagnola Cadena Ser, Borrell ha detto poi che tutti stanno “facendo il massimo” dal punto di vista diplomatico per far sì che un’eventuale risposta di Israele non costituisca “Un ulteriore grado in un’escalation”.

Escalation in Israele: Il colloquio Italia-Giordania

L’ufficio stampa del Governo italiano fa sapere che il colloquio fra Giorgia Meloni e Re Abdallah II si è focalizzato sull’esigenza di evitare un’ulteriore escalation nella regione. La Presidente Meloni ha ricordato l’importanza di porre fine alla crisi a Gaza, continuando a lavorare per un cessate il fuoco immediato e sostenibile e per il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas.

I due Leader hanno quindi discusso della risposta alla crisi umanitaria a Gaza che vede la Giordania svolgere un ruolo di primo piano. La Presidente Meloni ha ribadito infine l’impegno italiano nel fornire assistenza umanitaria alla popolazione della Striscia. Giorgia Meloni ed il Re Abdallah II hanno poi concordato di mantenersi in stretto contatto nelle prossime settimane.

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Sassari, Cavalcata sarda 2024: fissata la data

SASSARI: Per quest’anno sarà domenica 12 maggio 2024 la Cavalcata sarda di Sassari. La decisione è stata presa poiché nello stesso fine settimana in cui tradizionalmente si dovrebbe tenere l’evento (la penultima domenica di maggio) quest’anno cadono anche le celebrazioni per la festa dei Martiri turritani di Porto Torres. La Cavalcata sarda è un’antica manifestazione culturale e folkloristica. Essa consiste nella sfilata a piedi, a cavallo o sulle traccas di gruppi provenienti da ogni parte della Sardegna.

L’amministrazione comunale di Sassari fa sapere che, a seguito di un accordo stipulato con la città di Porto Torres in un’ottica di collaborazione e visione globale e unitaria di tutto il territorio, il giorno dedicato alla Cavalcata sarda, famosa manifestazione folkloristica tipica del capoluogo logudorese, sarà fissato per il giorno 12 maggio.

La Cavalcata di Sassari: La decisione del comune

La decisione nasce dalla circostanza che, se la festa dei Martiri turritani è legata ad un calendario religioso e conseguentemente non può essere spostata, la Cavalcata è invece una festa civile e non ha una necessità imperativa di dover essere svolta in uno specifico giorno. Non è la prima volta infatti che, seppur per altre motivazioni, l’amministrazione di Sassari sposta la Cavalcata sarda in un giorno differente da quello prestabilito dalla tradizione.

La scelta, attuata con il benestare del Sindaco Nanni Campus, ha come scopo quello di permettere a tutti gli agenti economici coinvolti di partecipare ad entrambe le celebrazioni. Sempre il Sindaco Campus spiega che “I tour operator, così come i singoli turisti ed appassionati, potranno da subito programmare gli spostamenti per assistere ad entrambe le feste”. Campus sottolinea infine che grazie a questa decisione “I gruppi folk potranno partecipare ai vari eventi, compresi quelli che si svolgono nelle giornate che anticipano e seguono le feste principali, senza essere obbligati a scegliere tra le iniziative di Sassari e di Porto Torres”.

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Tensioni in Somalia per la riforma costituzionale

SOMALIA:  Le recenti riforme alla costituzione somala hanno causato l’inasprirsi delle tensioni nella già fragile situazione politica del paese. Lo stato autonomo del Puntland in risposta a queste manovre ha rifiutato di riconoscere le modifiche alla costituzione somala e si è ritirato dal sistema federale.

La testata italiana Africa Rivista, citando le fonti locali di Hiiraan.com, riporta l’acuirsi di nuove tensioni nel paese del corno d’Africa, che dall’ormai lontana caduta di Siad Barre non è mai più riuscito a ritrovare una stabilità sociale e geopolitica duratura.


Leggi anche: Somalia: modifica della costituzione, ma il Puntland non ci sta (Africa Rivista)


Le nuove riforme della costituzione somala

Nei giorni scorsi il Parlamento somalo ha approvato quasi all’unanimità una profonda riforma della costituzione vigente approvata inizialmente nel 2012. Le nuove riforme alla costituzione somala portano il paese di stampo federale ad un sistema di gestione del potere più centralizzato. Il nuovo assetto della costituzione somala garantisce infatti un maggiore controllo del potere al Presidente federale a discapito dei singoli governi e dei maggiori clan tribali.

Questo nuovo riassetto del potere ha allertato le autorità del Puntland. Secondo Mohamud Aidid Dirir, ministro dell’Informazione del Puntland, queste modifiche rischiano di aggravare ulteriormente la situazione di violenza nel paese. Sempre secondo il ministro questa manovra è frutto di un comportamento scorretto del Presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud. Secondo lui quest’ultimo userebbe il parlamento federale come strumento per «portare l’autorità nelle sue mani».

In un’intervista rilasciata al Guardian lo stesso Mohamud Aidid Dirir contestualizza meglio le sue preoccupazioni per la nuova costituzione somala affermando: «Siamo un Paese fragile che si sta ancora riprendendo da una guerra civile, che non ha una politica stabile. Se il potere si concentrasse nelle mani di una sola persona, si correrebbe il rischio di ritornare alla guerra civile. Abbiamo sempre avvertito che ciò potrebbe accadere».

La reazione del Puntland

A causa di queste modifiche il Puntland, che accusa in aggiunta che il governo centrale lo ha ostacolato nel momento in cui ha cercato di partecipare alle consultazioni, ha detto che per questa ragione non riconoscerà i cambiamenti. In conclusione il Ministro Dirir afferma: «Non dichiareremo l’indipendenza, ma il Puntland resterà da solo finché non verrà consultato».

Il Puntland è uno dei cinque stati federali della Somalia. È stato istituito come entità autonoma e separata nel 1998 ed è l’amministrazione regionale più potente del Paese. Le relazioni fra il governo centrale somalo ed il Puntland sono caratterizzate dal susseguirsi di tensioni diplomatiche e spinte secessioniste con conseguente paralisi nello sviluppo dell’area.

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Firenze: intitolata una piazza a Daisaku Ikeda

FIRENZE: Il giorno 13 aprile 2024 il Comune di Firenze ha intitolato una piazza a Daisaku Ikeda, maestro buddista e costruttore di pace recentemente deceduto (1928-2023). Ikeda era Presidente onorario della Soka Gakkai, il più grande movimento buddista laico al Mondo. Era inoltre cittadino onorario di Firenze dal 2017.

Si è svolta nella Città di Firenze l’intitolazione presso la rotonda di via Reginaldo Giuliani 562 di una piazza in onore di Daisaku Ikeda. L’evento si è svolto alla presenza del Sindaco Dario Nardella e del Presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Alberto Aprea. La decisione vuole commemorare i profondi rapporti che il Maestro Ikeda aveva con l’Italia e con la città di Firenze in particolare. Sempre lo stesso Ikeda, nato e vissuto in Giappone, arrivò per la prima volta a Firenze nel 1981.

Lo stesso Dario Nardella commenta la decisione affermando che «Ricordare il Maestro Ikeda non significa solo ricordare il grande pensatore, filosofo, maestro e guida spirituale ma anche ricordare un uomo la cui dedizione concreta a promuovere la pace è stata una potente costante durante tutta la sua vita».

Chi era Daisaku Ikeda

Daisaku Ikeda è stato un filosofo buddista. Nella sua lunga vita è stato un costruttore di pace, educatore nonché scrittore e poeta. La sua figura è strettamente legata alla Soka Gakkai ed alla Soka Gakkai Internazionale, e per tutta la sua esistenza si è dedicato alla diffusione della pace e dell’empowerment individuale su scala globale basandosi sugli insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin. Giunse ad abbracciare il Buddismo dopo l’incontro con Josei Toda, insegnante e pacifista nonché fondatore insieme a Tsunesaburō Makiguchi dell’organizzazione buddista laica Soka Gakkai.

Daisaku Ikeda, secondo le parole dell’assessora alla confessioni religiose del Comune di Firenze Maria Federica Giuliani è stato «Una delle personalità più significative nel panorama internazionale per il dialogo interculturale ed interreligioso a favore della pace».

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Sciopero Global Strike, manifestazioni in tutta Italia

CAGLIARI: Si terrà anche a Cagliari per il 19 aprile 2024 il corteo di sciopero per il clima indetto dai Fridays For Future. Per la data di Cagliari, organizzata assieme ad Ultima Generazione Sardegna, il punto di ritrovo sarà in via Roma nella zona antistante al Palazzo del Consiglio Regionale, a partire dalle 16:30.

Anche quest’anno centinaia di persone di ogni età, sia indipendenti che militanti delle più svariate associazioni di volontariato, si riuniranno nelle varie piazze d’Italia per partecipare allo sciopero per il clima che ha come obiettivo quello di sollecitare l’abbandono del modello energetico basato sulle fonti fossili e la richiesta per un cessate il fuoco immediato e permanente in Palestina. Per lo sciopero di quest’anno, infatti, al tema della giustizia climatica si unirà quello del lavoro e della pace. Momento chiave della serie di scioperi simultanei che si svolgeranno in tutta Italia sarà la manifestazione nazionale di sabato 20 aprile pomeriggio a Milano.

Per Legambiente infatti (che fa sapere il suo pieno supporto allo sciopero) il cambiamento climatico e l’inquinamento non sono problematiche di natura esclusivamente ambientale, ma questioni che nascono da processi sociali ed economici a partire dall’enorme concentrazione di ricchezza finanziaria, dalle politiche di stampo capitalista e dall’industria della guerra.

Global Strike 2024: lo sciopero dei Fridays for Future

Al grido di «Riprendiamoci il futuro» Fridays for Future Italia torna in piazza il 19 e 20 Aprile per la difesa della giustizia climatica e sociale e contro gli interessi che generano instabilità geopolitica e conflitti armati nel Mondo. Per gli attivisti climatici infatti la mancata transizione energetica e le guerre in Medio Oriente sono argomenti strettamente collegati.

Secondo Martina Comparelli (FFF Milano) «Gli interessi delle lobby fossili continuano a finanziare gli Stati responsabili di guerre, colonialismo e genocidi, come per esempio accade nel caso del Piano Mattei di ENI voluto dal governo Meloni. La stessa ENI a fine ottobre 2023 ha firmato un accordo con chi colonizza la Palestina per esplorare giacimenti di gas nelle acque di Gaza, rendendosi a pieno titolo complice del genocidio del popolo palestinese.»

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UNESCO sotto accusa: complice di abusi contro i popoli indigeni

L’NGO Survival International senza mezzi termini accusa l’UNESCO di complicità in sfratti illegali ed abusi contro i popoli indigeni. Il rapporto compilato denuncia infatti che molti Siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO sono teatro di gravi e continui abusi dei diritti umani legati alla loro conservazione.

Sempre Survival International accusa: «Quelli che l’UNESCO definisce ‘Siti Patrimonio naturale dell’Umanità’ sono molto spesso terre ancestrali rubate ai popoli indigeni, che poi da queste terre vengono tenuti fuori con la forza, l’intimidazione e il terrore».


Leggi anche: L’UNESCO accusata da Survival di complicità in sfratti e abusi dei popoli indigeni (Africa Rivista)


Gli investigatori di Survival International, organizzazione non governativa per la tutela dei diritti dei popoli indigeni, hanno riscontrato che in varie comunità indigene di Africa e Asia si sono verificati ripetuti casi di torture, stupri e uccisioni di indigeni all’interno e intorno ai Siti Patrimonio dell’Umanità sotto l’egida dell’UNESCO. Nel rapporto redatto si denuncia inoltre la presenza di sei Siti cosiddetti Patrimonio Mondiale situati in realtà nelle terre rubate ai popoli indigeni.

Gli abusi nei siti UNESCO: il Rapporto #DecolonizeUNESCO

Nel caso del Parco nazionale di Kahuzi-Biega, nella Repubblica Democratica del Congo, ad esempio, L’UNESCO ha promosso un approccio basato sulla forza e sulla militarizzazione. In più occasioni ha infatti chiesto al governo di “aumentare la portata e la frequenza dei pattugliamenti” e di “evacuare gli occupanti illegali”. Altro fatto sconcertante è avvenuto in Tanzania.  L’UNESCO in questo caso ha esplicitamente appoggiato la rimozione dei Masai, popolo semi-nomade che vive al confine fra Kenya e Tanzania. Secondo uno dei leader masai intervistato “Il sostegno dell’UNESCO viene usato per sfrattarci. Siamo davvero stanchi e confusi, non sappiamo quando moriremo” . Altri casi esposti in dettaglio degli abusi perpetrati presso i siti UNESCO sono disponibili nel report di Survival International NGO.

Caroline Pearce, Direttrice Generale di Survival International, commenta «L’UNESCO ha svolto un ruolo chiave nel legittimare molte delle più famigerate Aree Protette di Africa e Asia, ed ha ampiamente ignorato le atrocità ben documentate commesse sotto i suoi occhi».

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Beniamino Zuncheddu potrebbe non ricevere risarcimento dallo Stato

Beniamino Zuncheddu, detenuto ingiustamente per 33 anni, potrebbe non ricevere alcun indennizzo dallo Stato. Questo perché secondo la Corte di Appello non c’è certezza della sua colpevolezza, ma con l’insufficienza di prove, neanche della sua innocenza.


Leggi anche: Beniamino Zuncheddu assolto dopo 33 anni in carcere: «Mi hanno rubato la vita, ora ho bisogno di un risarcimento» (Il Messaggero)


Basterebbe un cavillo burocratico per permettere allo Stato italiano di non pagare alcun risarcimento per Beniamino Zuncheddu. L’ex pastore sardo, sempre per colpa dello Stato, ha infatti visto la sua vita rovinata dopo essere stato ingiustamente condannato per la strage del Sinnai. Per questo fatto di sangue avvenuto l’8 gennaio 1991 egli fu giudicato come esecutore materiale della strage. Ciononostante fu poi assolto il 26 gennaio 2024 in seguito alla revisione del processo.

Appena dopo l’assoluzione, intercettato dai microfoni del quotidiano Open, egli dichiarò «Sono contentissimo, è un’emozione inspiegabile». Ma oggi è arrivata l’ennesima delusione da parte dello Stato.

Riporta Il Messaggero che il processo di revisione della quarta sezione della Corte di Appello di Roma «non ha condotto alla dimostrazione della certa ed indiscutibile estraneità di Beniamino Zuncheddu […] ma ha semplicemente fatto emergere un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza».

Sempre secondo i giudici «La già esile speranza di poter pervenire ad una ricostruzione veritiera ed attendibile dello svolgimento dei fatti dopo trent’anni è stata gravemente pregiudicata dalla forte attenzione mediatica riservata a questa vicenda».

Beniamino Zuncheddu: per lui la partita è ancora aperta

A giugno 2024 l’avvocato difensore Mario Trogu presenterà la richiesta di risarcimento. In questa occasione spiegherà come quel verdetto sia una seconda ingiustizia ai danni dell’ex pastore.

L’avvocato Trogu commenta: «Le nostri tesi sull’innocenza di Beniamino sono state tutte accolte nella motivazione. Ma poi il tutto sfocia in quelle conclusioni non condivisibili e che sono infatti la parte più deludente della sentenza. Nonostante il castello di accuse contro Beniamino sia crollato dall’inizio alla fine, i giudici scrivono che l’assoluzione non è piena perché l’imputato non ha dimostrato la sua totale estraneità ai fatti».

Sempre in conclusione egli tuona: «È un ragionamento, quello finale dei magistrati, che contrasta con la Costituzione, la nostra legge processuale ed anche con quanto sempre sostenuto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo: La presunzione di innocenza. Perché fino a quando la responsabilità non è provata, l’imputato va considerato comunque innocente».

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Inquinamento a Porto Torres: tornano le macchie oleose in mare

PORTO TORRES: In procinto della stagione estiva e dopo la buona notizia riguardante il termine dell’interdizione alla balneazione della spiaggia di Fiume Santo, a Porto Torres torna l’incubo dell’inquinamento delle acque. Attualmente sono ancora sconosciute le cause del problema.

Una lunga scia di schiuma ed acqua torbida accompagnata da un pessimo odore è apparsa nei pressi della spiaggia della Marinella, vasta area sabbiosa nei pressi della foce del Riu Mannu. Spiaggia un tempo molto frequentata, da decenni risulta completamente abbandonata a causa dell‘inquinamento dovuto alla vicina area industriale. Sempre nel sito della Marinella l’associazione «Tuteliamo il Golfo dell’Asinara» ha segnalato discariche abusive di inerti edili e rifiuti ingombranti, identificando anche la presenza di manufatti in Eternit.

L’inquinamento industriale di Porto Torres

L’inquinamento industriale di Porto Torres è un problema ricorrente nato dall’istituzione del petrolchimico nel 1963. Questo fenomeno danneggia gravemente la salute dei cittadini e paralizza tutte le attività commerciali legate all’allevamento, all’industria ittica ed al turismo. Dopo il grave incidente del 2011, che ha comportato lo sversamento in mare di decine di metri cubi di olio combustibile, l’Associazione Tuteliamo il Golfo dell’Asinara si occupa di monitorare attivamente la situazione ambientale.

Poco distante dalla Marinella inoltre è ubicata la piccola spiaggia della Minciaredda, conosciuta per la sua discarica abusiva con relativo disastro ambientale. L’area in questione, dislocata su oltre 35 ettari di proprietà del Ex-Syndial, viene chiamata la «Collina dei veleni». Nell’agosto del 2003 il movimento indipendentista Irs, con un plateale blitz all’interno della zona fino a quel momento interdetta ad occhi indiscreti, portò all’attenzione dell’opinione pubblica l’entità del danno ambientale. Solo però nel 2015 i militari del Nucleo operativo ecologico provinciale hanno messo i sigilli su tutta la zona.

Ulteriormente, secondo gli atti prodotti dall’avvocatura di Stato nel corso della decennale causa legale, si evidenzia che “le analisi chimiche, eseguite nei campioni di terreno prelevati dal suolo della discarica di Minciaredda fino alla profondità di massimo 20 metri, rilevano la presenza di idrocarburi leggeri e pesanti”.

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