Sab. Apr 19th, 2025

Ultime notizie

USA, la battaglia di Donald Trump contro il transgenderismo

Fin dalle prime ore del suo insediamento, il tycoon Donald Trump bombarda l’America con i suoi famigerati ordini esecutivi. Dal rinominare il Golfo del Messico in Golfo d’America fino ai nuovi diktat che bersagliano la comunità transgender. Un bersaglio principale per Donald Trump sono stati infatti i transgender.

Per il rieletto presidente, che ritiene di essere stato salvato da Dio per rendere l’America grande, sesso biologico e identità di genere sono la stessa cosa e non ne esisterebbero altri al di fuori di quelli assegnati alla nascita, come quello non-binary (ritenuto invece valido da vari studi della stessa American Psychological Association). L’imprenditore newyorkese afferma inoltre che le persone trans abbiano uno stile di vita «poco onorevole» e non adatto agli standard «molto elevati» delle forze armate (nonostante le diverse migliaia di persone transgender attualmente in servizio).

Donald Trump ritratto ufficiale 2025
Donald Trump ritratto ufficiale 2025

Con queste premesse le conseguenze nella società statunitense sono state immediate: Subito fuori i trans dall’esercito e dalle scuole e vietata la transizione di genere agli under 19 anche se approvata da un medico qualificato (e pesantemente ostracizzato in generale l’accesso alle terapie ormonali). Nelle carceri invece gli individui trans dovranno essere tradotti in ambienti allineati al proprio sesso di nascita, senza curarsi della loro incolumità e dell’altissimo rischio di stupri e aggressioni.

Donald Trump e la «follia transgender»

Per Mr. Trump, imprenditore laureato in economia, la dottrina scientifica secondo cui il sesso biologico e l’identità di genere sono separati sarebbe una follia. Con queste manovre il nuovo presidente “ringrazia” così le frange più estremiste e conservatrici dei suoi elettori. «Porremo fine alle mutilazioni sessuali infantili» dichiarava energico nei suoi raduni elettorali. «È un rinfrescante ritorno alla sanità mentale», ha invece esultato, riportato in Italia da Open, lo studio legale conservatore Alliance Defending Freedom.

©RIPRODUZIONE RISERVATA


Trump: «Cadono gli aerei? Colpa dei disabili»

Donald Trump, neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America, ha una risposta per ogni cosa. Alla luce del recente disastro aereo di Washington, la sua spiegazione all’evento sarebbe che, durante le amministrazioni Biden e Obama, sarebbero state assunte troppe persone con disabilità in ruoli chiave, con mansioni inadatte alla loro condizione. Trump ha affermato, per rafforzare le critiche ai suoi predecessori, che «Io ho raziocinio, ma sfortunatamente molte persone no. Servono persone competenti, non ci importa della loro razza». Alla domanda se visiterà il sito dell’incidente, il presidente risponde ironico «Dove sarebbe il sito? In acqua? Volete che vada a nuotare?».

fotografia di aero simile a quello coinvolto nell'incidente
Un Bombardier CRJ700 simile a quello del disastro

Tutto questo affermato in conferenza stampa, senza alcuno studio o prova a sostegno della tesi. La nuova arringa di Trump contro i disabili servirebbe come giustificazione per tagliare i fondi federali dedicati ai programmi di uguaglianza e inclusione.

Troppi controllori di volo con disabilità psichiche o fisiche in America. A denunciarlo non c’è nessuno studio o rapporto interno, solamente il Presidente repubblicano Trump. Queste affermazioni, che vanno ad attaccare gratuitamente una vastissima categoria di persone, servono all’imprenditore newyorkese per giustificare l’imminente taglio dei fondi federali agli uffici che si occupano di inclusione, diritti, ambiente e diversità e il licenziamento di massa di svariati impiegati. Trump ha parlato di voler dare priorità all’assunzione solo a persone «brillanti, fuori dal comune» o «geni naturalmente dotati».

Le caratteristiche ricercate da Trump (che appartengono anche ai disabili)

C’è da evidenziare che con queste sole caratteristiche un candidato modello, se non fosse già deceduto, sarebbe il fisico Stephen Hawking. L’ufficiale della Royal Navy in pensione Sir Nick Hine, militare autistico inglese, ha affermato in una sua vecchia intervista che «Sinceramente, l’autismo mi ha reso un ufficiale della marina migliore».

Molte cosiddette disabilità infatti hanno come effetto collaterale quello di acuire i sensi e di far sviluppare altamente il pensiero laterale, caratteristiche essenziali per “essere fuori dal comune”. Condizioni psichiche che rientrano nel termine più generico di disabilità, come l’ADHD o lo spettro autistico, non necessariamente portano a incapacità intellettive o attitudinali. Altre condizioni come l’epilessia (espressamente citata dal tycoon) possono non essere completamente invalidanti ed essere tenute sotto controllo dalle terapie. In ultimo, prima di poter lavorare in un ruolo chiave, a prescindere dalle politiche di inclusione e uguaglianza (e di un effettiva disabilità presunta o riconosciuta), c’è sempre il benestare di un’autorità esterna qualificata.

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons CC BY-SA 2.0)

©RIPRODUZIONE RISERVATA


Londra, uomo sfigurato cacciato dal ristorante. «spaventi i clienti»

È successo a Camberwell, South London (UK). Oliver Bromley, un uomo con una Neurofibromatosi di tipo 1 (NF1), ovvero una malattia che provoca tumori lungo il sistema nervoso che possono crescere in qualsiasi parte del corpo (nel suo caso risultano particolarmente vistose le formazioni sul viso), racconta alla BBC di essere stato cacciato da un ristorante mentre cercava di ordinare qualcosa da mangiare con la scusa che i clienti si stavano lamentando di lui. «È orribile che una cosa del genere possa accadere» – dice Bromley alla stampa – «sul momento l’ho presa molto sul personale».

Mr. Bromley racconta inoltre di non voler cercare vendetta con la sua denuncia (omette infatti volontariamente il nome del ristorante), ma di voler solo portare maggiore attenzione e consapevolezza verso la sua condizione.

L’accaduto

L’episodio è avvenuto ad agosto quando il signor Bromley, in quel periodo ricoverato presso il King’s College Hospital, decise di mangiare fuori perché stufo del solito cibo da ospedale.

Bromley racconta di essere entrato nel ristorante la prima volta per un attimo, ed avendo notato il cartello che intimava il pagamento solo in contanti, di essere momentaneamente andato via per prelevare allo sportello. Una volta rientrato lo staff però lo ha «cortesemente» invitato ad andarsene, dicendo senza mezzi termini che «stava spaventando i clienti ed alcuni si stavano anche lamentando per la sua presenza».

Mr. Bromley precisa ai giornalisti BBC che il tempo trascorso dal suo primo ingresso fino al suo ultimo rientro con i contanti è stato brevissimo, e non ci fosse quindi stato materialmente il tempo affinché qualcuno dei clienti potesse notarlo o addirittura trovare il tempo di lamentarsi. Di conseguenza per lui era abbastanza palese il fatto che non fossero i clienti a trovare sgradevole la sua presenza, bensì lo stesso staff del ristorante. All’incredibile richiesta di questi ultimi lui, sul momento, ha deciso semplicemente di non controbattere per andarsene «il prima possibile».

A mente più fredda racconta però di aver poi sporto un reclamo al ristorante e, non ricevendo risposta, di aver comunicato l’accaduto alla polizia. Quest’ultima gli ha risposto che, nonostante l’episodio rientrasse effettivamente fra gli hate crime, difficilmente avrebbero potuto fare qualcosa.

Il caso Bromley e l’abilismo nel Regno Unito

La Nerve Tumours UK afferma che tristemente episodi del genere non sono rari. Karen Cockburn, direttrice dell’Ente, aggiunge inoltre di avere anche lei scritto al ristorante senza ricevere risposta, ma di stare comunque lavorando con i propri partner per migliorare la consapevolezza di certe condizioni mediche anche all’interno del mondo dei lavoratori a contatto con il pubblico.

(in copertina immagine rappresentativa creata con chatGPT)

©RIPRODUZIONE RISERVATA


CNN rivela: soprusi contro i detenuti palestinesi

Nel centro detenzioni della base di Sde Teiman in Israele fonti interne rimaste anonime denunciano casi di abusi e violenze contro i detenuti palestinesi. Lo rivela un’inchiesta della CNN. Il numero di detenuti all’interno della base rimane sconosciuto.



Tutto è partito da una serie di fotografie scattate di nascosto da un lavoratore israeliano presso la base militare Sde Teiman, situata nel deserto del Negev. In queste fotografie sono ritratti decine di detenuti vestiti con divise grigie bendati, sdraiati su materassi sottilissimi, circondati da filo spinato e con un aspetto fisico visivamente stremato. Una situazione ribattezzata da più parti come “L’Abu Ghraib israeliana” in riferimento agli scandali nelle prigioni irachene avvenuti nel 2003.

Il trattamento dei detenuti palestinesi

I testimoni, che temono ripercussioni da parte dei sostenitori della “linea dura” di Israele contro la Palestina, descrivono l’ambiente come accompagnato da un’aria fetida e da un continuo vociare sommesso. In riferimento a ciò viene specificato che ai detenuti è severamente vietato parlare fra di loro. Pertanto il continuo mormorio deriva da chi, in preda allo shock, parla con sé stesso.

Le guardie israeliane gridano di continuo agli internati la parola araba askut (اسكت, “state zitti”). A questi ultimi è stato ordinato di “non muoversi, stare sempre seduti dritti, non parlare e non sbirciare mai dalla benda sugli occhi“. Sempre alle guardie è stato esplicitamente autorizzato di punire i trasgressori se necessario. Di conseguenza avvengono frequenti pestaggi, perpetrati perlopiù per vendetta “per punire quello che i palestinesi hanno fatto il 7 ottobre 2023”. Meno di frequente le punizioni avvengono per motivi disciplinari come risposta ad un comportamento scorretto.

Sempre i testimoni parlano di medici che amputano gli arti dei prigionieri come conseguenza all’ammanettamento continuo che blocca la circolazione, oppure di operazioni mediche eseguite da medici non specializzati. Viene anche riferito di come un odore pungente di putrefazione dovuto alle ferite non curate lasciate in necrosi contamini l’aria. I detenuti catturati in combattimento rimasti feriti vengono lasciati abbandonati a letto in un ospedale da campo completamente nudi e solo con dei pannoloni addosso.

La risposta di Israele

Le Forze di difesa israeliane non hanno ancora esplicitamente negato le accuse di condotte inappropriate. Tuttavia in un comunicato l’IDF (Israel Defense Forces, n.d.r.) ribadisce che «L’IDF assicura un trattamento appropriato nei confronti dei detenuti in custodia. Ogni accusa di condotta inappropriata perpetrata dai nostri soldati viene esaminata e trattata di conseguenza».

©RIPRODUZIONE RISERVATA


AUTISM-EUROPE: «Migliore accesso all’educazione ed al lavoro»

BRUXELLES: In Europa sono stimati 5 milioni di persone nello spettro autistico. L’associazione internazionale Autism-Europe dichiara che molte di loro subiscono quotidianamente discriminazione ed emarginazione.

L’iniziativa «I can learn. I can work»

Per rispondere a questa situazione è stata lanciata dalla stessa l’iniziativa “I can learn. I can work” con lo scopo di abbattere questo muro di esclusione sociale grazie nei due campi fondamentali della vita: il lavoro e l’istruzione.

Secondo l’Associazione infatti dalla prima infanzia fino all’Università gli autistici subiscono una cattiva e poco inclusiva educazione, molto poco affine con le loro necessità.

Un altro nodo dolente è il mondo del lavoro: In Europa meno del 10% degli autistici risulta impiegata.

In quest’ultimo campo gli autistici subiscono forti discriminazioni ed i pochi che riescono a trovare un impiego lo ottengono solo in lavori scarsamente retribuiti o solo grazie a politiche di inclusione sociale.

La Commissaria europea per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza Helena Dalli afferma:

Per le persone con invalidità invisibili come lo spettro autistico, la vita può essere molto difficile poiché spesso non riescono a ricevere un livello di supporto su misura per loro. Sono grata per l’inestimabile lavoro degli esperti e delle organizzazioni le quali quotidianamente assicurano l’accesso ad ogni singolo cittadino al lavoro ed all’educazione su base equa per tutti. Il raggiungimento dell’uguaglianza richiede uno sforzo collettivo e pertanto la nostra strategia riguardo l’agenda 2021-2030 sui diritti delle persone con disabilità rappresenta un ulteriore passo avanti verso un’Unione nell’uguaglianza.

Helena Dalli, 30 marzo 2021

Le richieste principali di Autism-Europe per gli autistici

  • Supporto mirato e consapevolezza delle particolari esigenze nell’impiego e l’istruzione;
  • Accesso ad opportunità lavorative concrete ed ad una formazione lavorativa attinente;
  • Supporto dei punti di forza degli studenti autistici (maggiore flessibilità nelle offerte formative e nelle infrastrutture);
  • Tutela dal bullismo contro le persone autistiche;
  • Leggi locali e nazionali che vengano incontro alle esigenze degli autistici nel campo del lavoro e dell’impiego;
  • Incremento della consapevolezza riguardo le potenzialità dei lavoratori autistici;
  • Gli stati membri d’Europa devono osteggiare le cosiddette “Benefit trap”;
  • Maggiore armonizzazione del riconoscimento delle disabilità all’interno dell’Unione Europea;
  • Finanziamenti europei maggiori nei confronti delle politiche di inclusione;
  • Politiche mirate in risposta alla pandemia COVID-19 che combattano il fenomeno dell’emarginazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Note


USA, ragazzo autistico muore dopo detenzione della polizia

Nel carcere di Dayton in Ohio, secondo i familiari, la polizia avrebbe provocato la morte di un ragazzo autistico, Isaiah Trammell, commesso 19enne. Egli sarebbe stato sottoposto a ripetute violenze fisiche, psicologiche e verbali dagli agenti di detenzione. Sarebbe infine morto in ospedale 3 giorni dopo per le ferite riportate. Durante le violenze sarebbe stato apostrofato dagli agenti come «ridicolo» ed «imbarazzante».

Il ragazzo, che da poco viveva da solo in un appartamento a Lebanon (OH), era in ansia per un imminente colloquio di lavoro. Una sera, preso da una crisi autistica mentre era al telefono con suo zio, avrebbe attirato l’attenzione dei vicini, allertati dalle urla.

A quel punto la polizia sarebbe arrivata sul posto per una chiamata su una presunta lite domestica. Per lo stesso tipo di accusa il ragazzo aveva un mandato di arresto per via di un incidente analogo avvenuto un anno prima. Di questo mandato, riferisce le famiglia, né gli stessi familiari né Isaiah conoscevano l’esistenza.

Invece di portarlo in ospedale come di solito accadeva per questo tipo di incidenti, il ragazzo, a causa del mandato pendente, sarebbe stato preso in custodia e portato in prigione, luogo nel quale gli è stato impossibilitato di superare la crisi.

La detenzione e la morte del ragazzo

Dopo circa dieci ore di detenzione, nel quale agitato ed isterico avrebbe chiesto continuamente invano per le sue medicine (aveva informato lo staff medico di essere in cura per ADHD e autismo) e di poter effettuare una chiamata, sarebbe poi stato portato in ospedale già incosciente. Dopo tre giorni sarebbe poi morto per le conseguenze di un trauma alla testa auto-inflitto sbattendo il capo contro la porta della cella di detenzione. Il coroner di conseguenza ha classificato la sua morte come un suicidio, decisione contestata dalla madre, Brandy Abner.

Per la polizia comunque la morte del ragazzo autistico non sarebbe stata una loro responsabilità. Secondo i portavoce dello sceriffo, infatti, le indagini sulla condotta degli agenti di detenzione non hanno rilevato nessuna mancanza o abuso nel modo in cui il ragazzo è stato trattato.

«Isaiah sarebbe ancora vivo se in prigione fosse stato trattato con dignità e rispetto da del personale preoccupato per la sua salute e il suo benessere» – dice al New York Post Yvonne Currington, infermiera in pensione – «Invece di ascoltare le sue richieste per le medicine, è stato deriso ed ignorato. Bisogna chiarire di chi sia la responsabilità di ciò che gli è accaduto».

©RIPRODUZIONE RISERVATA


Sassari, eventi a maggio in biblioteca

SASSARI: La biblioteca comunale aderisce a Il Maggio dei libri, la campagna nazionale di invito alla lettura promossa dal Cepell – Centro per il libro e la lettura.

Cosa é il centro Cepell

Il Centro per il libro e la lettura, istituito con DPR n. 233/2007, è un Istituto autonomo del Ministero della Cultura che afferisce alla Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore.

Il Centro ha l’obiettivo di attuare politiche di diffusione del libro e della lettura in Italia, nonché di promuovere il libro e la cultura italiana all’estero,


Si parte già dal 2 maggio. Ecco tutte le date

  • 2 maggio ore 18:00: Presentazione del libro Vita di un altro di Antonio Fiori, un’opera in cui prosa e poesia si fondono. 
  • 9 maggio sempre alle 18:00: Laura Fois racconterà nella sua opera prima dal titolo Come la noce nel cuscino, la storia di due giovani le cui vite sono accomunate da una lacerante perdita familiare.
  • 11 maggio alle 17:00: Fabrizio Casu analizzerà la figura della femme fatale come specchio delle contraddizioni della civiltà borghese con Femme fatale. Incantro e crisi della società borghese . Un saggio in cui moda, arte, cinema, scienza, letteratura, filosofia, cultura pop e sociologia si intersecano per restituire un quadro dell’evoluzione di questo fenomeno.
  • 25 maggio alle 18:00: Giuseppe Pulina, presenterà Giacomo Giacomo, romanzo di formazione in cui il lettore viene coinvolto fra i pensieri e le emozioni dell’adolescente protagonista.
  • 30 maggio alle 18:00: Con Sulle tracce di Almeida, romanzo di Ottavio Olita, il protagonista andrà alla ricerca di sé stesso seguendo le tracce di Almeida Garret, intellettuale, scrittore, giornalista, politico, esiliato tra i primi estensori della carta costituzionale portoghese.

Tutti gli eventi si svolgeranno nella sala conferenze della biblioteca comunale in piazza Tola. L’ingresso è libero.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Note


Sassari, il 20 maggio concerto-evento in piazza

SASSARI: Un concerto-evento completamente gratuito a partire dalle 18:00 del 20 maggio in piazza d’Italia. Tanti artisti tra i più rappresentativi e richiesti riuniti sul palco per “Sassari in Festa”.

L’evento, ideato e condotto da Giuliano Marongiu, è organizzato dal Comune di Sassari con la collaborazione della Fondazione “Maria Carta”.

Sassari in festa – Tutti gli invitati

Sul palco si alterneranno i Tazenda che si esibiranno insieme ai Bertas – Benito Urgu, I Collage, Maria Luisa Congiu e Valerio Scanu.

Gli Istentales si esibiranno con il Coro di Ittireddu. Altri invitati saranno Franca Pinna, I Janas, Alessandro Pili, Maria Giovanna Cherchi, I Fantafolk, I Double Dose, Giuliano Rassu, I Niera, Gabriele Masala, Fabrizio Sanna, Ammerare, Andrea Rosas e Alessandro Azara.

Ci sarà spazio anche per le più belle canzoni della musica sassarese con i Zeppara e Sassari Vecciu, per il canto corale che mette insieme le voci dei Cantori di Via Majore e degli Amici del Canto sardo di Sassari, per le danze tradizionali di Usini, Sassari, Ovodda e Uri.

Uno spettacolo che punta a coinvolgere tutti gli spettatori, per una festa che segna il ritorno in piazza di una maratona ricca e varia, dopo la lunga pausa pandemica.

L’iniziativa precede il giorno della Cavalcata Sarda, che animerà le vie del centro con la sfilata di migliaia di figuranti in costume provenienti da tutte le parti dell’Isola.

L’evento sarà caratterizzato dal passaggio e l’esibizione delle maschere tradizionali dell’entroterra, con centinaia di cavalieri e amazzoni a cavallo che rievocheranno la prima storica edizione del 1899.

L’edizione 2023, caratterizzata dal ritorno delle Pariglie all’Ippodromo a partire dalle 17:00, ritroverà i protagonisti della tradizione in piazza d’Italia dalle 18:00 con la Rassegna regionale di danze, suoni e canti dell’Isola.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Note


Violenza animali in Sardegna, cane ucciso a Bono. «Chi sa parli»

BONO (SS): Nuovo caso grave, ormai l’ennesimo in Sardegna, di violenza estrema contro gli animali. Un cane randagio, tale Alex, é stato ucciso nel paese di Bono durante la festa patronale. L’animale, anziano e sordo-cieco, é stato barbaramente picchiato da ignoti. Lo sciagurato sarebbe poi morto tre giorni dopo a causa delle ferite troppo gravi.

LNDC Animal Protection, una delle associazioni di categoria in prima linea contro questo tipo di violenze, invita la cittadinanza a fornire informazioni utili alle autorità competenti oppure al loro ufficio legale (avvocato@lndcanimalprotection.org). La stessa associazione ha dichiarato di aver nel frattempo già sporto denuncia contro i responsabili ignoti. Dopo la notizia, girata in tutta Italia, la comunità di Bono é stata presa di mira da una campagna d’odio. A tal proposito, il sindaco Michele Solinas dichiara che «Da notizie ufficiose gli autori del gesto non sono componenti di questa comunità. La mia è una comunità di gente laboriosa, solidale e con un alto grado di istruzione».


Il fatto é avvenuto il 31 agosto 2024. Ancora ignoti i responsabili, sono in corso le indagini da parte dei Carabinieri locali. Il povero animale era un randagio adottato ed accudito dalla comunità locale. Questo fatto é l’ennesimo caso di brutalità contro animali inermi avvenuto in Sardegna negli ultimi mesi. Gli ultimi casi sono stati il gattino lanciato da un ponte a Lanusei (NU), un uccello decapitato con un morso a Porto Torres (SS) e un gatto randagio, tale Nutellino, ucciso a bastonate in pieno giorno a Sedini (SS).

Cane ucciso a Bono, le dichiarazioni della presidente di LNDC Animal Protection

Se davvero, come si ipotizza, si è trattato di un gruppo di ragazzini, ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di violenza sugli animali perpetrata da giovanissimi. Un fenomeno che le istituzioni continuano a ignorare e che invece dovrebbe far scattare tutti i campanelli d’allarme possibili perché è in continuo aumento ed è davvero molto preoccupante. Questa totale assenza di empatia e sensibilità da parte delle nuove generazioni non fa presagire niente di buono per il futuro, né per gli animali né per gli esseri umani. La politica, le istituzioni, la scuola e le famiglie dovrebbero dare il giusto peso a eventi come questi perché dei giovani o giovanissimi che compiono atti violenti di questo genere devono essere necessariamente rieducati in maniera efficace per prevenire che continuino su questa strada e facciano anche di peggio. Ancora oggi, invece, la loro gravità viene sottovalutata e questo è davvero inaccettabile

Piera Rosati, 5 settembre 2024

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons Credit: Xavier Caré  CC BY-SA 4.0)

©RIPRODUZIONE RISERVATA


Sassari, consorzio industriale senza guida. «vada a Porto Torres»

Il consorzio industriale di Sassari, dopo la decadenza del presidente delegato proveniente dal comune di Sassari e dell’esponente del Comune di Alghero, rimane senza dirigenza. Per i consiglieri di minoranza del gruppo consiliare “Porto Torres Avanti” il momento è propizio per insediare dentro un’organizzazione così importante un nome turritano. L’ultima figura dirigenziale di spicco all’interno del consorzio proveniente da Porto Torres è stato l’ex-sindaco Eugenio Cossu, negli anni novanta.

Il consorzio industriale provinciale di Sassari, nato nel 1954 per far fronte all’endemica disoccupazione nel triangolo Sassari-Porto Torres-Alghero, è l’organismo pubblico a capo delle aree industriali del nord-ovest Sardegna. Alla sua nascita il primo nucleo insediativo fu proprio il comune di Porto Torres, già interessato dai primi del novecento da piccole e medie industrie manifatturiere e traghettato tramite queste nuove riforme amministrative verso l’industria pesante petrolchimica di interesse nazionale. Allo stato attuale, la zona industriale di Porto Torres rappresenta il 90% delle aree di pertinenza del consorzio.

La ferriera sarda di Porto Torres, uno dei simboli del degrado industriale (foto Pitzoi Arcadu)

Da più di trent’anni però nei quadri dirigenziali consortili sono mancate figure provenienti dalla città portotorrese. Questo, secondo i consiglieri comunali Bastianino Spanu e Costantino Ligas citati dall’Unione Sarda, ha minato lo sviluppo mirato nella città portuale sassarese. Oltre a ciò lo sviluppo del sito è stato contemporaneamente fortemente compromesso dal fenomeno della deindustrializzazione e dai vari disastri ambientali (causati sempre dalla malagestione industriale) che hanno martoriato il territorio.



I consiglieri di minoranza chiedono perciò al Sindaco Massimo Mulas una presa di posizione ferma al riguardo. Per loro gli ultimi decenni vissuti dai portotorresi come «spettatori» devono ora essere necessariamente compensati da una nuova figura manageriale. Questa figura, con ottime competenze nel settore dello sviluppo industriale, portuale, ambientale ed energetico, dev’essere capace di risollevare le sorti di un «cimitero industriale» disseminato da eco-mostri fatiscenti un tempo grandi industrie produttive.

(in copertina immagine di repertorio Nuova Isola)

©RIPRODUZIONE RISERVATA