Beniamino Zuncheddu, detenuto ingiustamente per 33 anni, potrebbe non ricevere alcun indennizzo dallo Stato. Questo perché secondo la Corte di Appello non c’è certezza della sua colpevolezza, ma con l’insufficienza di prove, neanche della sua innocenza.
Basterebbe un cavillo burocratico per permettere allo Stato italiano di non pagare alcun risarcimento per Beniamino Zuncheddu. L’ex pastore sardo, sempre per colpa dello Stato, ha infatti visto la sua vita rovinata dopo essere stato ingiustamente condannato per la strage del Sinnai. Per questo fatto di sangue avvenuto l’8 gennaio 1991 egli fu giudicato come esecutore materiale della strage. Ciononostante fu poi assolto il 26 gennaio 2024 in seguito alla revisione del processo.
Appena dopo l’assoluzione, intercettato dai microfoni del quotidiano Open, egli dichiarò «Sono contentissimo, è un’emozione inspiegabile». Ma oggi è arrivata l’ennesima delusione da parte dello Stato.
Riporta Il Messaggero che il processo di revisione della quarta sezione della Corte di Appello di Roma «non ha condotto alla dimostrazione della certa ed indiscutibile estraneità di Beniamino Zuncheddu […] ma ha semplicemente fatto emergere un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza».
Sempre secondo i giudici «La già esile speranza di poter pervenire ad una ricostruzione veritiera ed attendibile dello svolgimento dei fatti dopo trent’anni è statagravemente pregiudicata dalla forte attenzione mediatica riservata a questa vicenda».
Beniamino Zuncheddu: per lui la partita è ancora aperta
A giugno 2024 l’avvocato difensore Mario Trogu presenterà la richiesta di risarcimento. In questa occasione spiegherà come quel verdetto sia una seconda ingiustizia ai danni dell’ex pastore.
L’avvocato Trogu commenta: «Le nostri tesi sull’innocenza di Beniamino sono state tutte accolte nella motivazione. Ma poi il tutto sfocia in quelle conclusioni non condivisibili e che sono infatti la parte più deludente della sentenza. Nonostante il castello di accuse contro Beniamino sia crollato dall’inizio alla fine, i giudici scrivono che l’assoluzione non è piena perché l’imputato non ha dimostrato la sua totale estraneità ai fatti».
Sempre in conclusione egli tuona: «È un ragionamento, quello finale dei magistrati, che contrasta con la Costituzione, la nostra legge processuale ed anche con quanto sempre sostenuto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo: La presunzione di innocenza. Perché fino a quando la responsabilità non è provata, l’imputato va considerato comunque innocente».
MOGADISCIO: Dopo i recenti successi nella guerra di liberazione da Al-Shabaab avvenuti in tutto il territorio somalo, una nuova legge è arrivata per rendere Mogadiscio più sicura e tranquilla: Verranno infatti proibiti mezzi da guerra ed armi pesanti in tutto il territorio municipale ad eccezione del personale autorizzato.
Secondo gli esperti non c’è mai stata una misura di sicurezza simile dai tempi di Siad Barre.
La decisione nasce per prevenire che i terroristi di Al-Shabaab, camuffati da militari regolari, possano arrecare danno alla città ed i suoi cittadini. Dopo le numerose sconfitte che quest’ultima ha patito negli ultimi mesi si teme infatti qualche forma di rappresaglia contro la capitale e la popolazione.
Il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ha spiegato il motivo del ban dicendo «Quando qualcuno vede un veicolo pesantemente armato e pieno di soldati sfrecciare per le vie principali di Mogadiscio, nessuno è d’accordo nel dire che questa città sia sicura. Girare con armi pesanti nella capitale non è più consentito».
Gli unici mezzi armati a poter circolare d’ora in poi saranno solo quelli autorizzati presso specifici checkpoint, dove verranno ispezionati e verrà inoltre verificata l’identità del personale di bordo.
Il ban include anche l’importazione da parte dei commercianti di qualsiasi tipo di equipaggiamento militare, incluse divise e capi di abbigliamento in generale.
Secondo gli esperti questa notizia dimostra i passi avanti eseguiti dal paese verso una situazione di pace e stabilità, mai avvenuta in maniera così concreta dai tempi del crollo del regime di Siad Barre nel 1991.
Secondo Mohamed Farah Aliyow, «Dal crollo del regime (quello di Siad Barre n.d.r.) in poi non c’è stato nessun piano di sicurezza credibile ed efficace che abbia aiutato la stabilità della città. Ora invece, il ban delle armi dalle strade è un buon passo avanti».
SASSARI: Un concerto-evento completamente gratuito a partire dalle 18:00 del 20 maggio in piazza d’Italia. Tanti artisti tra i più rappresentativi e richiesti riuniti sul palco per “Sassari in Festa”.
L’evento, ideato e condotto da Giuliano Marongiu, è organizzato dal Comune di Sassari con la collaborazione della Fondazione “Maria Carta”.
Sassari in festa – Tutti gli invitati
Sul palco si alterneranno i Tazenda che si esibiranno insieme ai Bertas – Benito Urgu, I Collage, Maria Luisa Congiu e Valerio Scanu.
Gli Istentales si esibiranno con il Coro di Ittireddu. Altri invitati saranno Franca Pinna, I Janas, Alessandro Pili, Maria Giovanna Cherchi, I Fantafolk, I Double Dose, Giuliano Rassu, I Niera, Gabriele Masala, Fabrizio Sanna, Ammerare, Andrea Rosas e Alessandro Azara.
Ci sarà spazio anche per le più belle canzoni della musica sassarese con i Zeppara e Sassari Vecciu, per il canto corale che mette insieme le voci dei Cantori di Via Majore e degli Amici del Canto sardo di Sassari, per le danze tradizionali di Usini, Sassari, Ovodda e Uri.
Uno spettacolo che punta a coinvolgere tutti gli spettatori, per una festa che segna il ritorno in piazza di una maratona ricca e varia, dopo la lunga pausa pandemica.
L’iniziativa precede il giorno della Cavalcata Sarda, che animerà le vie del centro con la sfilata di migliaia di figuranti in costume provenienti da tutte le parti dell’Isola.
L’evento sarà caratterizzato dal passaggio e l’esibizione delle maschere tradizionali dell’entroterra, con centinaia di cavalieri e amazzoni a cavallo che rievocheranno la prima storica edizione del 1899.
L’edizione 2023, caratterizzata dal ritorno delle Pariglie all’Ippodromo a partire dalle 17:00, ritroverà i protagonisti della tradizione in piazza d’Italia dalle 18:00 con la Rassegna regionale di danze, suoni e canti dell’Isola.
“Mamma, perché quel pagliaccio piange mentre cerca di far ridere noi?”
Questo chiesi a mia madre quando avevo cinque anni e mi aveva portato al Circo Zanfretta a Carbonia.
“Piange perché deve aver ricevuto una cattiva notizia, ma l’ordine è ridi pagliaccio…ridi, lo spettacolo deve continuare nonostante tutto“
Quelle parole mi rimasero come scolpite nella mente, mi chiedevo come si potesse continuare lo spettacolo mentre il cuore chiedeva di poter piangere e scappare via.
Questo ricordo comunque fu ed è il credo che ho sempre seguito nella mia vita lavorativa e sportiva.
Nel 1985 dopo due anni di preparazione, portai una mia atleta ai campionati Italiani di Karate, avevamo passato i due anni di lavoro sacrificando tante domeniche per dedicarci alla preparazione individuale.
Avevo sperimentato che nonostante la corazza che mi ero creato, mi affezionavo ad ogni allievo. Il lavorare, sudare e sacrificare assieme creava e crea un flusso che ci univa e tuttora ci unisce.
Arrivammo a Roma e vinse in titolo Italiano dopo ben cinque combattimenti. Una volta tornati a casa però non venne più in palestra, la contattai e mi disse queste testuali parole
“Il mio ragazzo non vuole che continui perché se mi rompono il naso non mi vuole più“.
Piangendo mi disse che non sarebbe più venuta in palestra.
Un pezzo della mia corazza si ruppe e sentii che anche un pezzo di cuore se ne andava, fu difficile per me credere ancora in qualcuno che mi chiedeva di essere preparato per le gare, ma lo feci, iniziai a preparare altri ragazzi e una ragazza di 20 anni e 50 kg di peso.
Lavorammo sodo per diversi anni, facendo esperienza gareggiando in tornei promozionali, fino a che non venne il momento dei campionati Italiani.
Il Palalido a Roma era gremito, atleti e spettatori creavano un’atmosfera elettrizzante.
L’adrenalina era alta, quando salì sul tatami la mia atleta vi furono molte risate e fischi. I 50 kg creavano ilarità, ma quando vinse il primo combattimento vi furono più applausi che fischi, quando infine vinse, dopo cinque combattimenti il titolo Italiano, un boato scosse il palazzetto, gli applausi e le urla di incredulità del pubblico furono la gratifica per la ragazza, nonostante tutte le umiliazioni era stata caparbia e il risultato l’aveva premiata!
Maestro, devo partire per lavoro a Limone sul Garda. Mi piange il cuore, devo abbandonare la palestra!
Un altro pezzo di corazza si ruppe e un altro pezzo di cuore assieme a lei.
Continuai comunque a credere nei miei atleti, ripromettendomi però di non affezionarmi più a nessuno. Sono passati tanti anni da quei giorni, forse centinaia di atleti sono transitati in palestra, iniziai la preparazione di un ragazzetto di nove anni il quale aveva espresso il desiderio di combattere.
Campionati regionali medaglia d’oro, campionati del mondo quarto posto su 40 combattenti, campionati interregionali medaglia d’oro, mi affezionai a quel ragazzino, perfezionammo tattiche di gara, strategie che si dimostrarono vincenti, le soddisfazioni iniziavano ad arrivare, mi dicevo
“Vedi, dopotutto c’è qualcuno che non demorde, che vuol continuare, che vuole essere un campione, hai fatto bene a dare ancora fiducia”.
Circa un mese fa mentre ci si preparava per i prossimi mondiali, prima dell’allenamento questo ragazzino venne con la madre la quale mi disse:
“ Non vuole più continuare, con grosso dispiacere anche per noi, abbiamo cercato di fargli cambiare idea ma non c’è niente da fare“
Avevo dimenticato cosa si provasse, ma in quel momento sentii una mano che mi stringeva il cuore, non riuscii a dire altro che “Pazienza, ti stai portando via un pezzo del mio cuore, ma sopravvivrò!“.
Andati via. Entrai nello spogliatoio, e senza accorgermene sentii una lacrima che mi scendeva lungo la guancia.
L’asciugai, udii i ragazzi che entravano in palestra per iniziare la lezione. Era ora, mi tornò in mente: “Ridi pagliaccio…ridi, lo spettacolo deve continuare“.
Quattro anni, sono passati quattro anni dal giorno in cui mi presentai ai due comprensivi per la presentazione del progetto e mi sembra ieri il primo giorno che iniziai la mia attività motoria.
Gli sguardi degli alunni erano differenti a seconda della classe che frequentavano, curiosità, allegria, esuberanza, tutto faceva parte dell’atteggiamento nei miei confronti, ma un denominatore era comune a tutti, la voglia di muoversi, di correre, giocare e soprattutto di sfogarsi.
Immediatamente attuai tutti i criteri per la prevenzione di eventuali inconvenienti, cercando di regolare con l’attività in palestra l’iperattività dei più esuberanti e spronando i più timidi, ma un problema sorse immediatamente.
Il dover cercare di capire per ogni bambino il probabile carattere, per poter poi gestire i vari atteggiamenti che si sarebbero manifestati con l’attività ludica che sicuramente sarebbe stata anche selettiva ed evitare quindi prese in giro dei vincitori nei confronti dei perdenti.
Un lavoro oltre che fisico, psicologico, stressante, mi attendeva, ma ero preparato e la carica adrenalinica era alta
La fiducia dei docenti, dirigenti e alunni mi stimolavano nella ricerca del meglio per tutti, la prima settimana fu veramente stressante e ci lasciammo con tutte le classi (730 alunni) pieni di voglia di fare.
Una sorpresa mi attendeva dopo la pausa del fine settimana, alla ripresa all’inizio di ogni lezione quando gli alunni entrarono in palestra una gran parte corse verso di me abbracciandomi e corsi il rischio di “Capottare“ perché tanta era la foga dell’abbraccio che a stento riuscivo a tenere l’equilibrio.
Non avevo però messo in conto altri problemi, “ Perché quella bambina non partecipa all’attività “ dissi alla docente della classe, “ha la parrucca, sta facendo la chemioterapia“ mi rispose, forse se mi avessero dato un pugno allo stomaco ne avrei risentito di meno, mi sentii pervadere dalla rabbia per l’impotenza che si ha in questi casi.
Lo sguardo della bambina era triste, ma una piccola luce mi diceva che avrebbe voluto partecipare ai giochi.
Si facevano le capriole e dei circuiti, smisi di far eseguire le capriole e feci fare solo i circuiti in modo che anche la bambina potesse non avere problemi con la parrucca, dicendo agli altri che far troppe capriole avrebbero fatto venire capogiro.
Dopo una piccola resistenza la bambina si inserì con i compagni e la vidi sorridere, poi ridere e urlare per la gioia, non nascondo che mi si inumidirono gli occhi
Altro problema che mi si presentò fu un bambino che non voleva assolutamente salire neanche un gradino di 20 cm, mi resi conto che nei circuiti non voleva saltare neanche ostacoli di 10 cm, provai allora a mettere una corda per terra e gli dissi di scavalcarla, ma si bloccò davanti alla fune senza osare scavalcarla.
Non insistetti, cercai di capire il motivo per cui era terrorizzato nell’effettuare un movimento così semplice, non ci riuscii mai, ma con la pazienza e grazie alla fiducia che aveva in me, lo condussi attraverso un percorso e dopo alcuni mesi saltava la corda, faceva le capriole e saltava ostacoli di 50 cm d’altezza.
Non nascondo che ancora oggi quando mi vede e mi abbraccia felice di stare con me e i compagni, mi commuovo e dico a me stesso che devo continuare questo lavoro, gratuito ma pieno di soddisfazioni per i risultati che raggiungo
Presto mi scontrai con la realtà che anche nelle elementari, in qualsiasi classe anche nelle prime, già si intravedevano non solo atteggiamenti da bulli, ma anche vessazioni verso i più deboli e probabilmente anche i più educati e timidi.
Non fu facile trovare la strada, ma iniziai attraverso l’attività ludica a ridimensionare l’ego dei bulletti, e far accrescere l’amor proprio e la sicurezza degli altri, il risultato non tardò ad arrivare e anche i bulli si adeguarono alla nuova situazione che si era creata, giocando e collaborando con tutti, senza vessare più nessuno.
“Ciao Maestro !!!“ alcuni urlano così mentre passano in macchina con i genitori, altri incontrandomi per strada, in ogni luogo passi c’è sempre qualche alunno che mi saluta, mi sento orgoglioso di questo, mi dico “Il lavoro è stressante, non ho tempo per me, ho rinunciato al mio tempo libero, ma non si può non essere felici per l’affetto che i bambini mi stanno dimostrando“.
Durante una lezione mi accorsi che una bambina non partecipava attivamente ai giochi e durante l’attività motoria lo sguardo era assente
Mi avvicinai chiedendogli se si sentisse poco bene ma non mi rispose, mi avvicinò la docente e mi disse che la bambina viveva in “casa famiglia“ , mi sentii una stretta al cuore, pensai alla tristezza che si portava dentro la bambina e presi una decisione, dovevo farla ridere! Fermai tutti i bambini e gli feci mettere le mani intorno alla vita, dissi “ al mio via fatemi una boccaccia, non si fecero pregare.
Tutti in sincronia tirarono fuori la lingua e urlando mi fecero le boccacce, vidi la bambina ridere e anche lei si unì agli altri, ancora oggi quando siamo a lezione mi chiede di fare le boccacce ed io acconsento volentieri perché poi almeno per l’ora di lezione non vedo più la tristezza nei suoi occhi, ma la vedo felice che gioca assieme agli altri.
Il secondo e terzo anno furono 850 gli alunni, le problematiche non mancavano, dal bambino che non articolava bene i movimenti ad un altro che non sapeva correre, saltare, c’era chi non accettava la sconfitta, chi invece vincendo beffeggiava i compagni, cercai di risolvere tutti questi problemi.
Alcuni casi li ho risolti, altri al 50%, altri no, non ho potuto far niente se non fargli avere più fiducia in se stessi
Oggi ancora mi trovo ad affrontare delle situazioni che non mi consentono una vita facile, il più delle volte a causa dell’assenza della figura paterna o materna o ancora di tutte e due,i bambini sono tristi, non più tardi di quindici giorni fa una bambina di prima elementare molto timida e probabilmente con completa assenza di fiducia in se stessa non voleva partecipare ad un gioco per paura di perdere con l’avversaria ed essere presa in giro, capii subito la situazione e dopo parecchie insistenze da parte mia alla fine cedette e partecipò.
Devo essere sincero, feci in modo che la bambina vincesse contro una compagna molto più agguerrita, vidi che mi sorrideva felice di aver vinto e mi dissi che quel piccolo imbroglio l’avevo fatto a fin di bene, quando l’ora di motoria finì e la docente le mise in fila per rientrare in classe, la bambina si allontanò dalla fila e venne da me e mi disse “Ti voglio tanto bene“ , aveva capito?
MOGADISCIO: Il 2 Aprile 2023 il governo federale somalo (FGS) e l’organizzazione internazionale delle migrazioni (IOM) hanno firmato un nuovo accordo. Questa nuova intesa stanzierà ulteriori 45 milioni di dollari in supporto ai rifugiati in fuga dai territori colpiti dalla grave siccità degli ultimi mesi.
Cosa succede in Somalia
La Somalia, terra da decenni dilaniata da povertà e guerra, è stata recentemente colpita da una nuova piaga: La siccità.
Questa gravissima siccità, secondo i testimoni locali senza nessun precedente, ha colpito il 90% dei distretti del paese ed ha già ucciso circa 43 mila persone e costretto alla fuga 3,8 milioni di persone. Data la gravità della situazione le cifre sono tristemente destinate a salire.
Per chi fugge dalle terre colpite non esiste la possibilità di tornare a casa: Le già scarse riserve idriche sono esaurite, la terra è diventata incoltivabile e la conseguente moria degli animali da allevamento ha definitivamente distrutto ogni forma di sostentamento.
Attualmente gli sfollati in fuga provenienti dall’entroterra si dirigono verso i principali centri più ricchi della Somalia (Mogadiscio, Baidoa e Garowe), dove il governo ha allestito dei campi profughi.
Siccità in Somalia: Il nuovo accordo fra Governo e IOM
Questo accordo, che come già detto stanzierà 40 milioni di dollari (in aggiunta ai 20 milioni già stanziati dalla Banca Mondiale), ha come scopo il potenziamento del sistema di soccorso governativo attualmente dispiegato.
La IOM fornirà in primo luogo a nome del governo somalo rifornimenti sanitari ed alimentari ai profughi. Nelle città dove sono stati allestiti i campi profughi (Mogadiscio, Baidoa e Garowe) verranno inoltre forniti alloggi, assistenza finanziaria e servizi igienici di prima necessità.
Dopo la firma dell’accordo il Ministro Ismail Abdirahman Sheikh Bashir ha ringraziato la IOM per il supporto fornito, non mancando di elogiare anche la Banca Mondiale per lo stesso motivo.
Ha dichiarato inoltre che i finanziamenti ricevuti dimostrano la ritrovata fiducia internazionale nei confronti del governo somalo, considerato ormai capace sia di gestire da sé calamità su larga scala sia di sviluppare e realizzare progetti a lungo termine.
SASSARI: La biblioteca comunale aderisce a Il Maggio dei libri, la campagna nazionale di invito alla lettura promossa dal Cepell – Centro per il libro e la lettura.
Il Centro ha l’obiettivo di attuare politiche di diffusione del libro e della lettura in Italia, nonché di promuovere il libro e la cultura italiana all’estero,
Si parte già dal 2 maggio. Ecco tutte le date
2 maggio ore 18:00: Presentazione dellibro Vita di un altro di Antonio Fiori, un’opera in cui prosa e poesia si fondono.
9 maggio sempre alle 18:00: Laura Fois racconterà nella sua opera prima dal titolo Come la noce nel cuscino, la storia di due giovani le cui vite sono accomunate da una lacerante perdita familiare.
11 maggio alle 17:00: Fabrizio Casu analizzerà la figura della femme fatale come specchio delle contraddizioni della civiltà borghese con Femme fatale. Incantro e crisi della società borghese . Un saggio in cui moda, arte, cinema, scienza, letteratura, filosofia, cultura pop e sociologia si intersecano per restituire un quadro dell’evoluzione di questo fenomeno.
25 maggio alle 18:00: Giuseppe Pulina, presenterà Giacomo Giacomo, romanzo di formazione in cui il lettore viene coinvolto fra i pensieri e le emozioni dell’adolescente protagonista.
30 maggio alle 18:00: Con Sulle tracce di Almeida, romanzo di Ottavio Olita, il protagonista andrà alla ricerca di sé stesso seguendo le tracce di Almeida Garret, intellettuale, scrittore, giornalista, politico, esiliato tra i primi estensori della carta costituzionale portoghese.
Tutti gli eventi si svolgeranno nella sala conferenze della biblioteca comunale in piazza Tola. L’ingresso è libero.
ROMA: Associazioni ambientaliste italiane scrivono al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin segnalando lacune e greenwashing nel decreto biocarburanti del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) e chiedendo un incontro sulla falsariga delle fonti rinnovabili.
Nella lettera le associazioni sollecitano il ministro a promuovere le rinnovabili elettriche e il biometano destinato agli usi non elettrificabili.
Cosa dice il decreto sulle fonti rinnovabili
Dal Decreto si evince che non verranno promosse le rinnovabili nei trasporti, ma verranno sostenuti solo i biocarburanti e, in futuro, i carburanti sintetici e quelli con CO2 “riciclata”, provenienti da rifiuti plastici.
Non viene, inoltre, menzionata l’elettricità da fonti rinnovabili, sia quella che alimenta le auto elettriche che il trasporto pubblico.
Cosa dicono gli ambientalisti
I biocarburanti non sono a zero emissioni e quindi non sono paragonabili all’elettricità rinnovabile.
Inoltre gli ambientalisti nella missiva ribadiscono che un quarto dei biocarburanti incentivati in “doppia contabilità” (500 milioni pagati dagli automobilisti) rappresenterebbero un vero e proprio falso biodiesel. Questo perché gli importatori di oli vegetali usati non fornirebbero una credibile certificazionedi provenienza.
Questa lacuna porta a triplicare le emissioni di CO2 e bruciare le foreste tropicali del sud-est asiatico per far posto alla coltivazione delle palme. Questo modus operandi è stato infatti già segnalato nel 2020 dagli stessi rappresentanti dei governi europei alla Commissione europea.
Secondo le stime di Transport & Environment a causa dei biocarburanti derivati dall’olio di palma e dalla soia sono a rischio 630.000 ettari di foreste.
Per porre fine all’inganno del greenwashing nell’importazione di oli esausti per le associazioni sarebbe sufficiente aggiungere o revisionare il decreto per rendere obbligatoria la certificazione della raccolta differenziata per i Comuni, i ristoranti e mense.
Se il governo italiano non controlla le importazioni, in assenza di certificazioni serie, allora è necessario che gli oli esausti di importazione siano esclusi dalla contabilità come rinnovabili e dagli incentivi di mercato.
ROMA: Legambiente: «Stop alle installazioni di nuove caldaie alimentate a gas fossile entro il 2025». Presentata il 10 febbraio 2023 la nuova campagna denominata “Caldaie a gas? Pezzi da Museo” a firma Legambiente, una delle più rinomate ONLUS ambientaliste d’Italia.
La campagna consisterà in una mostra itinerante cheporterà in tutte le sue tappe la mostra Il “Museo delle caldaie” per raccontare con un pizzico di ironia la storia ed i problemi ambientali, sanitari e sociali delle caldaie a gas fossile.
Cosa è la campagna “Caldaie a gas? Pezzi da Museo”
Nomen omen (“un nome un destino” n.d.r) dicevano gli antichi romani. Lo scopo di questa nuova campagna di informazione parla chiaro: Decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e raffrescamento responsabili quasi del 18% delle emissioni di CO2 in Italia abolendo l’installazione di caldaie a gas fossile, ritenute obsolete ed inquinanti.
Legambiente, in supporto con Kyoto Club, lancia così questa nuova sfida. Le due associazioni ambientaliste si augurano inoltre che i sussidi dedicati all’installazione di caldaie a gas inquinanti vengano dirottati verso l’incentivazione di tecnologie di riscaldamento moderne e più sostenibili.
Obiettivi della campagna
Questa campagna porte come punti cardine i seguenti obiettivi:
Combattere l’emergenza climatica;
Lottare contro la povertà energetica.
Le tappe
La mostra sulle caldaie, partita da Bari il 14 febbraio 2023, toccherà oltre al punto di partenza ben altre 11 città italiane:
NORD SARDEGNA: I comuni di Porto Torres e Sassari hanno programmato nuovi appuntamenti per l’apposizione del microchip ai propri cani.
Al fine di combattere il randagismo le due municipalità turritane hanno programmato i seguenti appuntamenti:
Microchippatura cani Porto Torres
Appuntamento il 21 marzo 2023 presso la sede della Multiservizi solo previa prenotazione. La prestazione sarà completamente gratuita.
È necessario:
PRENOTARE presso la sede della compagnia barracellare, in via Pacinotti fianco Comando Polizia Locale, la prenotazione potrà avvenire solo nelle giornate del 10 e del 15 marzo 2023 dalle 10:00 alle 12:00;
Portare all’appuntamento i propri documenti di identità ed i dati identificativi dell’animale;
Presentarsi all’appuntamento in orario.
Il comune di Porto Torres ricorda che:
Saranno accettati anche cani provenienti da altri comuni;
Gli animali non dovranno avere pulci, zecche o altri parassiti;
I propri cani devono essere tenuti al guinzaglio;
I cani aggressivi o di grossa taglia dovranno avere la museruola;
L’iscrizione all’anagrafe canina, mediante l’applicazione del microchip, è obbligatoria;
I proprietari o i detentori a qualsiasi titolo, residenti in Sardegna o ivi dimoranti per un periodo di tempo superiore ai 90 giorni, devono iscrivere gli animali entro il termine di 10 giorni dalla nascita o comunque dall’acquisizione del possesso;
Per qualsiasi ulteriore informazione si può consultare il sito internet sardegnasalute.it al seguente link.
Microchippatura cani Sassari
Appuntamenti il 14 e 29 marzo 2023, dalle 9:00 alle 11:00, al canile comunale di Sassari, località Funtana sa Figu, previa prenotazione. La prestazione sarà completamente gratuita.
È necessario:
PRENOTARE al numero 079279630-612. Sono necessari gli estremi dei propri dati identificativi (dati anagrafici, codice fiscale e n. del documento di riconoscimento. Si accetta solo Carta d’identità o Patente di guida)
ATTENZIONE: Saranno accettati solo un numero massimo di 40 cani.
Il comune di Sassari ricorda che:
Gli animali devono essere esenti da infestazioni di pulci, zecche o altri parassiti. Non saranno accettati i cani non trattati con antiparassitari;
I cani aggressivi o di grossa taglia devono essere muniti di museruola;
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