Mer. Apr 9th, 2025

Notizie locali

Scanu (CIPSS): «Chimica pesante finita, spazio a nuove industrie»

Valerio Scanu, presidente del Consorzio Industriale Provinciale di Sassari, afferma ai microfoni RAI News la sua determinazione a riqualificare completamente il polo industriale di Porto Torres. Raggiunto dai giornalisti dopo l’ennesimo allarme crollo di una delle tante industrie ormai abbandonate del porto industriale, ha affermato come Porto Torres, vista la sua imponenza e strategicità, abbia «enormi potenzialità».

La zona industriale di Porto Torres ha visto giorni migliori. Nacque ufficialmente nel 1954 e si sviluppò enormemente nel 1963 con il polo petrolchimico voluto da Nino Rovelli della SIR-Società Italiana Resine. Dopo il rovinoso abbandono nel 1981 del “Cavaliere nero dell’industria1L’Espresso.it, Paolo Biondani, Alessia Cerantola, Gloria Riva e Leo Sisti 13 novembre 2017: “Angelo detto Nino, l’ex re della petrolchimica in Sardegna, il fondatore del gruppo Sir. Un cavaliere nero dell’industria” fu l’ENI a portare avanti una situazione già all’epoca critica, con relativi scandali arrivati fino ai giorni nostri. La zona industriale di Sassari-Porto Torres è, allo stato attuale, uno dei siti più inquinati d’Italia.

Segnaletica della Eni-Rewind (ex-Syndial). Foto Pitzoi Arcadu

Dal punto di vista economico, le continue recessioni economiche e crisi del settore hanno spopolato uno dei poli produttivi più grandi della regione, con una conseguente crisi sociale dovuta alla forte disoccupazione mai del tutto riassorbita. L’endemica mala gestione del sito ha poi creato, come già accennato, uno dei maggiori disastri ambientali nazionali proprio alle porte del Parco Nazionale dell’Asinara. Di conseguenza il danno collaterale all’immagine della città ed al sempre più crescente settore turistico è stato inevitabile. Per via di queste problematiche lo sviluppo della zona industriale è rimasto negli anni paralizzato o, in alcuni casi, fermo a decine di anni fa.

A questa situazione però il dott. Valerio Scanu, presidente del CIP di Sassari dal novembre 2019, non ci sta. Erede di una situazione amministrativa complessa ed insostenibile, si è impegnato fin dal primo momento a rilanciare una delle zone più strategiche della Sardegna. Dopo la bonifica dall’amianto del vecchio cementificio appartenuto alla Cementir Holding S.p.A., afferma pubblicamente di voler «riqualificare completamente» grazie ai fondi europei per lo sviluppo regionale tutto il retroporto industriale della Marinella. «Abbiamo già avuto tanti contatti con operatori della cantieristica navale e della logistica dei trasporti» – dice Scanu ai giornalisti RAI – «e quegli spazi sono molto ambiti».

(in copertina immagine di repertorio Nuova Isola)

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Sassari, giovani autistici diventano camerieri professionisti

Nella città di Sassari l’iniziativa congiunta della Fondazione Lorenzo Paolo Medas, di Casa Artigiani e del ristorante “La Roccia” porta alla nascita di un concreto progetto di inclusione sociale.

Circa dieci giovani autistici, riferisce l’Unione Sarda, hanno intrapreso una strada nel mondo della ristorazione professionale grazie ad uno speciale corso con il quale hanno conseguito la certificazione Haccp, licenza fondamentale per lavorare in sicurezza con alimenti e bevande. Fra gli operatori scelti anche individui con forme più intense e socialmente invalidanti dello spettro autistico, come i ragazzi non-verbali o in generale con altre condizioni simili che causano maggiore difficoltà a trovare lavoro stabile ed integrarsi nel tessuto sociale.

Giulio Piu, segretario di Casa Artigiani, afferma con questa iniziativa di avere avuto a che fare con «studenti entusiasti». I neo-camerieri adesso lavoreranno al Club Inside Aut, di prossima apertura presso via Madrid.

Una grande iniziativa che lascia pienamente soddisfatto il segretario di Casa Artigiani, il quale afferma in conclusione «Io credo che il cliente sarà molto soddisfatto di trovare questa novità e ragazzi come loro».

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Taglio fondi UNISS. «garantire qualità dell’istruzione universitaria»

Nuovo drastico taglio di fondi per l’UNISS. Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha da poco pubblicato il riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario tra gli atenei di tutto il Paese. Il documento prevede un taglio nazionale complessivo di 800 milioni. Nel 2024 Sassari perderà 2.239.221 milioni di euro rispetto al finanziamento del 2023 (-3,10%), diventando una delle più penalizzate sul suolo nazionale nonostante il suo prestigio.

Il Fondo di Finanziamento Ordinario è uno strumento che ha subito un taglio significativo con la Riforma Gelmini e la crisi finanziaria del 2008. In seguito è lentamente tornato a crescere, ma la formula di distribuzione ha favorito gli atenei del nord o comunque quelli di grandi dimensioni.

Gli atenei di piccole e medie dimensioni, specialmente del sud, hanno invece visto i propri fondi diminuire, con una politica che non ha saputo investire in istruzione e ricerca proprio in quei territori a rischio. L’UNISS non ha fatto eccezione, subendo un taglio di fondi costante.

In Sardegna di conseguenza si riscontra una continua fuga di giovani abbinata ad una forte dispersione scolastica. Inoltre a ciò le istituzioni non prenderebbero iniziative sufficienti per scongiurare quei fenomeni di marginalizzazione sempre più preoccupanti ed aggravati proprio dalla stessa desertificazione demografica.

In questa situazione ed in un momento di sofferenza economica, evidenzia UDU Sassari in un comunicato, la prima voce che il Governo taglia è l’Università. Sempre per UDU questa politica, tra l’altro in linea con gli ultimi decenni di tagli lineari alle Università pubbliche, ha causato un sottofinanziamento cronico del sistema con conseguenti aumenti di tasse e riduzione dei servizi didattici.

Già nel 2023 l’ateneo sassarese lamentava carenza di fondi e di spazi necessari per garantire il corretto svolgimento delle lezioni e lo studio individuale e/o di gruppo. Carenze, che comunque, si manifestano da anni.

Al posto di un taglio di fondi per l’UNISS ci sarebbe però un’alternativa. Per l’Unione degli Universitari la priorità dovrebbe essere invece garantire la sicurezza delle strutture ed avere aule con posti sufficienti per tutte le studentesse e gli studenti. Altro punto cardine sarebbe l’estensione della NoTax Area fino a 30.000,00€ di ISEE. Solo così iscriversi a Sassari sarebbe una possibilità concreta per un numero ancora maggiore di giovani sardi.

In conclusione, l’UDU afferma che «Solo un’università che consente a tutte e tutti di studiare senza distinzione di classe sociale può garantirsi le forze migliori per dare prospettive di sviluppo e crescita al nostro territorio, così necessarie in un momento di crisi del mondo che viviamo. La strada da seguire è necessariamente quella di finanziare per prime l’istruzione e la ricerca. Serve uno sforzo collettivo che consenta alla Sardegna di ripartire, mettendo al primo posto la giustizia sociale».

Le parole di Elisabetta Bettoni, Senatrice Accademica all’Università di Sassari

Oggi è necessario evitare che a causa di questi tagli vengano ridotti i servizi e aumentate le tasse. L’Università di Sassari e la politica Sarda a tutti i livelli devono riconoscere il pericolo e scongiurare questo scenario: deve essere garantita la qualità e l’accessibilità dell’istruzione universitaria e della ricerca, che sono i veri motori dello sviluppo per la Sardegna

Elisabetta Bettoni, 7 ottobre 2024

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons CC BY-SA 3.0)

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In Sardegna ragazzi con Sindrome di Down scrivono un libro

Nuovo grande esempio di emancipazione delle persone con disabilità in Sardegna, a Tempio Pausania (SS). Si terrà infatti domenica 13 ottobre 2024 alle 18:00 presso l’auditorium della Casa del Fanciullo in Piazza Spano, in concomitanza con la Giornata nazionale delle Persone con sindrome di Down, la presentazione del libro “Guida Nuraghe Majori” pubblicata da Maxottantotto edizioni. Il libro in questione, infatti, ha la caratteristica di essere stato scritto interamente da autori con sindrome di Down. L’evento è patrocinato dalla rassegna letteraria locale Mintuà – Parole in circolo.

Copertina del libro (foto concessa)

Il nuovo libro scritto da operatori con Sindrome di Down è una guida molto agevole particolarmente indicata per un pubblico di bambini ed adulti con difficoltà di lettura e comprensione. Il prodotto è il frutto di un progetto dell’AIPD Gallura.

L’idea è nata per caso, ovvero grazie al ruolo di guide turistiche che gli autori avevano svolto anni addietro al nuraghe Majori, in occasione di una giornata associativa. Questo antefatto dimostra la grande elasticità e capacità di adattamento che determinati operatori, se dotati degli strumenti giusti e di pari opportunità, riescono a conseguire.

«Questo evento – dichiara Domenica Azzena, direttrice artistica di Mintuà e presidente di Carta Dannata – celebra le capacità e le esigenze delle persone con sindrome di Down e delle loro famiglie, attirando l’attenzione dell’opinione pubblica, dei media e delle istituzioni».

Il piccolo volume didattico che verrà presentato questa domenica è frutto degli autori Adriano Arbau, Gian Piero Cannas, Simona Canu, Antonio Careddu, Manuela Muzzu e Giuliana Pittorru. A dare supporto tecnico agli autori e all’associazione sono stati invece gli archeologi Angela Antona, Miriam Spano e Simone Vero. Il contributo grafico infine è opera di Giuseppe Barraqueddu.

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons)

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Armi sarde a Israele: gli studenti chiamano Tajani

Le associazioni studentesche di sindacato sarde, alla scoperta che alcune aziende produrrebbero in Sardegna armi da guerra da inviare a Israele, vogliono ora chiarimenti.

In un comunicato stampa unificato i sindacati studenteschi dell’Unione degli Universitari di Sassari e Cagliari, ormai insofferenti, definiscono l’approccio del governo alla situazione ambiguo, caratterizzato da condanne verbali per la condotta della guerra ma simultaneamente anche dall’invio sottobanco di armi da guerra contro la Palestina. Gli studenti sardi vogliono pertanto risposte chiare dal ministro Antonio Tajani.

A Sassari collettivi studenteschi, primo fra i quali l’Assemblea studenti per la Palestina Sassari, si sono organizzati fin dalla prima ora per denunciare la guerra di aggressione israeliana ed in difesa dei diritti dello Stato di Palestina, ancora non riconosciuto dall’Italia.

Secondo l’ISTAT, tra dicembre 2023 e gennaio 2024, l’Italia ha esportato verso Israele munizioni da guerra per un valore complessivo di oltre due milioni di Euro. Sempre l’Italia si è poi astenuta durante la riunione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che mercoledì 18 settembre ha approvato con 124 voti favorevoli e 43 astensioni, inclusi gli Stati Uniti, la richiesta di porre fine all’occupazione israeliana.

Il supporto internazionale a Israele

In un momento storico dove perfino alcuni paesi NATO stanno interrompendo il supporto bellico a Israele, l’Italia gioca a fare compromessi moralmente sempre più insostenibili. In una guerra condotta con modi che ormai molti osservatori definiscono genocidio, una fascia politicamente trasversale di popolazione ormai sempre più spessa vuole una posizione chiara del Governo Meloni. Sempre da numerosi osservatori internazionali la reazione israeliana contro Hamas é andata ben oltre la lotta al terrorismo interno, come inizialmente dichiarato come casus belli.

In questo contesto le associazioni UDU sarde, dopo un’iniziale osservazione in silenzio stampa, preferiscono ora un approccio piú incisivo. A causa dello scandalo delle armi sarde a Israele  «La Sardegna ha un ruolo drammatico. Oltre ad essere teatro di esercitazioni militari partecipate da Israele, è anche il luogo in cui si fabbricano le armi con cui si porta avanti il genocidio della popolazione palestinese».

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Porto Torres, l’eterno tormento. Potenzialità, degrado e oblio

Mercato del lavoro, settore turistico, infrastrutture e degrado. A Porto Torres le sfide non mancano. Una città dal grande potenziale che regala gioie e frustrazioni a chi la conosce. Tante iniziative private che regalano alla comunità decoro sia materiale che intangibile, ma che senza un supporto metodico e affidabile delle istituzioni da sole non bastano a ridare dignità ad una località con una così grave crisi economica e sociale. Il degrado a Porto Torres è una questione complessa che richiede soluzioni efficaci.

Inaugurazione Panchina europea Porto Torres, 5 giugno 2024
Inaugurazione Panchina europea sul lungomare, 5 giugno 2024 (Foto Pitzoi Arcadu)

Ogni tornata elettorale restituisce una classe dirigente che, al di là della fazione politica, ha l’onere di risollevare le sorti di un borgo antichissimo un tempo prestigioso, ma ora buttato nel dimenticatoio. Ogni giunta comunale consegna alla comunità traguardi ma anche ulteriori problemi e insuccessi.

Porto Torres viene spesso lasciata in un oblio istituzionale che idealizza le città vicine e degrada il nostro centro urbano a mero approdo portuale. Insomma, un oggetto inanimato senza passato né carattere, con una ragione di esistenza meramente funzionale a beneficio delle realtà vicine. Questa narrazione di autocommiserazione interiorizza un senso di inadeguatezza, e oltre a non risolvere nulla, peggiora ulteriormente la qualità della vita di chi in questa città ha le radici.

Chiudersi in narrazioni campanilistiche non è la risposta

Anzi, con la nuova istituzione della Città metropolitana di Sassari, nata sulle ceneri Rete metropolitana del Nord Sardegna, l’obiettivo concordato sarebbe invece proprio quello di fare gioco di squadra. In questa fase cruciale, nel quale il Logudoro si riorganizza, Porto Torres ha allora l’opportunità di ritornare ad essere un caposaldo a livello regionale, garantendo solidità e benessere non solo per sé stessa ma per tutta la località circostante.

Terminal passeggeri, una delle eterne incompiute in pieno centro (Foto Pitzoi Arcadu)

Con i finalmente iniziati lavori dell’antemurale del porto l’infrastruttura portuale verrà aggiornata a standard più moderni, andando a consolidare il traffico portuale e l’apparato economico che ne deriva.

Amministrazione Mulas 2020-2025

Negli ultimi anni l’amministrazione Mulas, eletta in pieno COVID-19 con un’affluenza del 46,45%1fonte DAIT per sostituire il Sindaco uscente Wheeler, ha lavorato per sbloccare la situazione della zona industriale della Marinella, per potenziare il settore turistico, per promuovere le realtà locali sportive e culturali ed infine per sollecitare l’eterno cantiere dell’antemurale, avviato solamente di recente.

Altro dettaglio semplice ma importante è stato, fin dal primo momento, l’istituzione di più canali di comunicazione social istituzionali, garantendo una facile e capillare fruibilità delle informazioni più importanti riguardanti la vita cittadina.

Molte anche le critiche

Molte anche le critiche ricevute, come quelle riguardanti la chiusura al traffico di via Bassu, scelta che avrebbe danneggiato i commercianti locali per permettere agli autobus dell’ARST un migliore accesso al centro intermodale poco distante.

Porto Torres è una città difficile, al quale servono azioni strutturate. Metà del territorio è disabitato e rientra nella competenza del Parco Nazionale dell’Asinara, dove la giunta comunale ha un potere d’azione limitato. Il restante agglomerato è poi diviso fra la città compatta e la zona industriale gestita dal Consorzio industriale provinciale e dall’ENI, dove anche lì la voce del municipio è ascoltata fino a un certo punto.

Disoccupazione e mancati incentivi non aiutano poi a far rimarginare le ferite di guerra, e la frustrazione dovuta al fatto che, a differenza delle altre storiche porte d’accesso della Sardegna come Cagliari e Olbia, Porto Torres sia rimasta tremendamente indietro e all’orizzonte non ci siano iniziative chiave che risollevino le sorti cittadine, si radica nel pensiero comune. La soluzione al futuro di Porto Torres passa dal degrado alla rinascita.

(in copertina immagine di repertorio Nuova Isola)

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Bracconaggio nel Logudoro, due nuovi casi e indagini in corso

Nel giro di poche ore si sono verificati due casi di bracconaggio nella regione storica del Logudoro ad Alghero e Ozieri, in provincia di Sassari. Una femmina di daino selvatico (Dama dama) è stata irrimediabilmente menomata da una grossa tagliola (strumento di caccia illegale e pericoloso anche per l’uomo) nell’agro di Alghero. Nel frattempo, un esemplare protetto di Aquila fasciata (o aquila di Bonelli) è stato trovato morto nei pressi di Ozieri, ucciso a colpi di fucile.

Sono ancora in corso le indagini, tuttora sconosciuti i responsabili. Le associazioni di categoria hanno lanciato un appello per chiedere a chiunque sappia qualcosa di contattare le autorità competenti per qualsiasi informazione. LNDC Animal Protection, che ha sporto denuncia per entrambi i reati, invita inoltre ad unirsi alla mobilitazione contattando il loro ufficio legale (avvocato@lndcanimalprotection.org).

Bracconaggio nel Logudoro, i casi riportati

Una foto che ritrae un esemplare di aquila fasciata.
Un esemplare di aquila di Bonelli (foto Paco Gómez CC BY-SA 2.0)

I fatti sono avvenuti entrambi il 9 settembre 2024. Il primo caso, quello della femmina di daino, è stato riportato dai Carabinieri forestali locali dopo aver risposto ad una segnalazione. Ricevuta la denuncia, l’animale, una volta soccorso e sedato, è stato portato al Centro Recupero fauna selvatica di Bonassai (SS). Purtroppo il danno alla zampa è risultato irreversibile, e di conseguenza l’animale non potrà più essere rimesso in libertà neanche dopo essere stato curato. Nello stesso giorno, ad Ozieri, i militari della forestale hanno recuperato i resti di un’aquila di Bonelli che era stata recentemente liberata in natura per un progetto europeo di protezione della specie. Le analisi veterinarie sul corpo hanno appurato come causa della morte le ferite ricevute a seguito di numerosi pallini da caccia.

Le dichiarazioni di Piera Rosati (LNDC Animal Protection)

Mi auguro davvero che le indagini portino a qualcosa di concreto e a dare un nome e un volto a questi criminali. La tagliola, uno strumento già di per sé illegale in qualunque caso, era tra l’altro posizionata in un luogo facilmente accessibile al pubblico e pertanto costituiva un grave pericolo non soltanto per gli animali ma anche per le persone. Quello del bracconaggio è un fenomeno drammaticamente diffuso e purtroppo va di pari passo con la caccia. Qual è infatti la differenza tra un cacciatore e un bracconiere? L’unica differenza è che il cacciatore agisce all’interno delle regole, mentre il bracconiere no e infatti viene anche chiamato cacciatore di frodo. Di fatto, qualunque cacciatore diventa un bracconiere nel momento in cui non rispetta le norme e le posizioni dell’attuale Governo, che cerca in tutti i modi di favorire la lobby della caccia, non aiutano certo a contrastare questo fenomeno dato che queste persone si sentono legittimate a fare ciò che vogliono. Serve un segnale forte da parte della politica e delle istituzioni contro il bracconaggio e possibilmente anche contro la caccia in generale, comunque venga svolta, perché sono attività pericolose per gli animali, per l’ambiente e per le persone

Piera Rosati, 10 settembre 2024

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Microchippatura cani: Appuntamenti nel sassarese

NORD SARDEGNA: I comuni di Porto Torres e Sassari hanno programmato nuovi appuntamenti per l’apposizione del microchip ai propri cani.

Al fine di combattere il randagismo le due municipalità turritane hanno programmato i seguenti appuntamenti:


Microchippatura cani Porto Torres

Appuntamento il 21 marzo 2023 presso la sede della Multiservizi solo previa prenotazione. La prestazione sarà completamente gratuita.

È necessario:

  • PRENOTARE presso la sede della compagnia barracellare, in via Pacinotti fianco Comando Polizia Locale, la prenotazione potrà avvenire solo nelle giornate del 10 e del 15 marzo 2023 dalle 10:00 alle 12:00;
  • Portare all’appuntamento i propri documenti di identità ed i dati identificativi dell’animale;
  • Presentarsi all’appuntamento in orario.

Il comune di Porto Torres ricorda che:

  • Saranno accettati anche cani provenienti da altri comuni;
  • Gli animali non dovranno avere pulci, zecche o altri parassiti;
  • I propri cani devono essere tenuti al guinzaglio;
  • I cani aggressivi o di grossa taglia dovranno avere la museruola;
  • L’iscrizione all’anagrafe canina, mediante l’applicazione del microchip, è obbligatoria;
  • I proprietari o i detentori a qualsiasi titolo, residenti in Sardegna o ivi dimoranti per un periodo di tempo superiore ai 90 giorni, devono iscrivere gli animali entro il termine di 10 giorni dalla nascita o comunque dall’acquisizione del possesso;
  • Per qualsiasi ulteriore informazione si può consultare il sito internet sardegnasalute.it al seguente link.

Microchippatura cani Sassari

Appuntamenti il 14 e 29 marzo 2023, dalle 9:00 alle 11:00, al canile comunale di Sassari, località Funtana sa Figu, previa prenotazione. La prestazione sarà completamente gratuita.

È necessario:

  • PRENOTARE al numero 079279630-612. Sono necessari gli estremi dei propri dati identificativi (dati anagrafici, codice fiscale e n. del documento di riconoscimento. Si accetta solo Carta d’identità o Patente di guida)
  • ATTENZIONE: Saranno accettati solo un numero massimo di 40 cani.

Il comune di Sassari ricorda che:

  • Gli animali devono essere esenti da infestazioni di pulci, zecche o altri parassiti. Non saranno accettati i cani non trattati con antiparassitari;
  • I cani aggressivi o di grossa taglia devono essere muniti di museruola;

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Note


Beniamino Zuncheddu potrebbe non ricevere risarcimento dallo Stato

Beniamino Zuncheddu, detenuto ingiustamente per 33 anni, potrebbe non ricevere alcun indennizzo dallo Stato. Questo perché secondo la Corte di Appello non c’è certezza della sua colpevolezza, ma con l’insufficienza di prove, neanche della sua innocenza.


Leggi anche: Beniamino Zuncheddu assolto dopo 33 anni in carcere: «Mi hanno rubato la vita, ora ho bisogno di un risarcimento» (Il Messaggero)


Basterebbe un cavillo burocratico per permettere allo Stato italiano di non pagare alcun risarcimento per Beniamino Zuncheddu. L’ex pastore sardo, sempre per colpa dello Stato, ha infatti visto la sua vita rovinata dopo essere stato ingiustamente condannato per la strage del Sinnai. Per questo fatto di sangue avvenuto l’8 gennaio 1991 egli fu giudicato come esecutore materiale della strage. Ciononostante fu poi assolto il 26 gennaio 2024 in seguito alla revisione del processo.

Appena dopo l’assoluzione, intercettato dai microfoni del quotidiano Open, egli dichiarò «Sono contentissimo, è un’emozione inspiegabile». Ma oggi è arrivata l’ennesima delusione da parte dello Stato.

Riporta Il Messaggero che il processo di revisione della quarta sezione della Corte di Appello di Roma «non ha condotto alla dimostrazione della certa ed indiscutibile estraneità di Beniamino Zuncheddu […] ma ha semplicemente fatto emergere un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza».

Sempre secondo i giudici «La già esile speranza di poter pervenire ad una ricostruzione veritiera ed attendibile dello svolgimento dei fatti dopo trent’anni è stata gravemente pregiudicata dalla forte attenzione mediatica riservata a questa vicenda».

Beniamino Zuncheddu: per lui la partita è ancora aperta

A giugno 2024 l’avvocato difensore Mario Trogu presenterà la richiesta di risarcimento. In questa occasione spiegherà come quel verdetto sia una seconda ingiustizia ai danni dell’ex pastore.

L’avvocato Trogu commenta: «Le nostri tesi sull’innocenza di Beniamino sono state tutte accolte nella motivazione. Ma poi il tutto sfocia in quelle conclusioni non condivisibili e che sono infatti la parte più deludente della sentenza. Nonostante il castello di accuse contro Beniamino sia crollato dall’inizio alla fine, i giudici scrivono che l’assoluzione non è piena perché l’imputato non ha dimostrato la sua totale estraneità ai fatti».

Sempre in conclusione egli tuona: «È un ragionamento, quello finale dei magistrati, che contrasta con la Costituzione, la nostra legge processuale ed anche con quanto sempre sostenuto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo: La presunzione di innocenza. Perché fino a quando la responsabilità non è provata, l’imputato va considerato comunque innocente».

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Firenze: intitolata una piazza a Daisaku Ikeda

FIRENZE: Il giorno 13 aprile 2024 il Comune di Firenze ha intitolato una piazza a Daisaku Ikeda, maestro buddista e costruttore di pace recentemente deceduto (1928-2023). Ikeda era Presidente onorario della Soka Gakkai, il più grande movimento buddista laico al Mondo. Era inoltre cittadino onorario di Firenze dal 2017.

Si è svolta nella Città di Firenze l’intitolazione presso la rotonda di via Reginaldo Giuliani 562 di una piazza in onore di Daisaku Ikeda. L’evento si è svolto alla presenza del Sindaco Dario Nardella e del Presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Alberto Aprea. La decisione vuole commemorare i profondi rapporti che il Maestro Ikeda aveva con l’Italia e con la città di Firenze in particolare. Sempre lo stesso Ikeda, nato e vissuto in Giappone, arrivò per la prima volta a Firenze nel 1981.

Lo stesso Dario Nardella commenta la decisione affermando che «Ricordare il Maestro Ikeda non significa solo ricordare il grande pensatore, filosofo, maestro e guida spirituale ma anche ricordare un uomo la cui dedizione concreta a promuovere la pace è stata una potente costante durante tutta la sua vita».

Chi era Daisaku Ikeda

Daisaku Ikeda è stato un filosofo buddista. Nella sua lunga vita è stato un costruttore di pace, educatore nonché scrittore e poeta. La sua figura è strettamente legata alla Soka Gakkai ed alla Soka Gakkai Internazionale, e per tutta la sua esistenza si è dedicato alla diffusione della pace e dell’empowerment individuale su scala globale basandosi sugli insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin. Giunse ad abbracciare il Buddismo dopo l’incontro con Josei Toda, insegnante e pacifista nonché fondatore insieme a Tsunesaburō Makiguchi dell’organizzazione buddista laica Soka Gakkai.

Daisaku Ikeda, secondo le parole dell’assessora alla confessioni religiose del Comune di Firenze Maria Federica Giuliani è stato «Una delle personalità più significative nel panorama internazionale per il dialogo interculturale ed interreligioso a favore della pace».

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