Continua la rubrica di Paolo Algisi dedicata ai luoghi comuni della storia più duri a morire
Le piramidi le costruirono gli schiavi
Questo è uno dei luoghi comuni sull’Antico Egitto più duri a morire.
Frotte di schiavi che sotto i colpi di frusta spingono i pesanti blocchi di pietra delle piramidi.
Invece le tombe dei faraoni furono edificate da operai salariati
La conferma viene dagli scavi archeologici nella piana di Ciza, che hanno portato alla luce le tombe dei manovali che 4.500 anni fa parteciparono alla costruzione delle piramidi di Cheope e Cefren.
Erano egizi e non schiavi (che in Egitto erano soltanto prigionieri di guerra stranieri)
I grandi progetti di interesse nazionale erano affidati alla popolazione locale
È appurato che i grandi progetti di interesse nazionale quali piramidi ma anche dighe, erano affidati alla popolazione locale, tenuta ad un periodo di lavoro obbligatorio in occasione delle piene del Nilo, quando i campi non erano coltivabili.
Lavorare per l’ultima dimora del faraone garantiva un ottimo vitto. Le famiglie più ricche inviavano ogni giorno 21 vitelli e 23 montoni ai cantieri, in cambio di sgravi fiscali.
Poteva però capitare che vettovaglie o salari arrivassero in ritardo. Allora gli operai secondo l’espressione egizia si “coricavano”, ovvero scioperavano
Secondo testimonianze, accadde varie volte.
Una delle più importanti descrizioni è in un papiro conservato al Museo Egizio di Torino, che riporta le proteste avvenute nel 29° anno di regno di Ramses III (intorno al 1180 a.C.).
Si tratta di un’epoca successiva alla costruzione delle piramidi, durante la quale, però, gli operai addetti alle tombe monumentali (per esempio nella valle dei Re) avevano a disposizione villaggi dove vivere comodamente, con tanto di scuole.
Come nacque allora la credenza?
La colpa fu degli storici greci, non riuscendo ad immaginare la costruzione di questi edifici senza l’impiego di masse di schiavi, ma anche della Bibbia, dove si dice che la schiavitù era diffusa in Egitto.
I cani San Bernardo portavano i barilotti col Brandy
Che i San Bernardo soccorrano le vittime delle valanghe con un goccetto d’alcol è un’invenzione dell’Ottocento.
l’immagine del cane con il barilotto del brandy al collo è nata infatti dalla fantasia del pittore naturalista inglese, tale Edwin Landseer.
Nel 1831 Landseer dipinse il quadro “Mastini delle Alpi che rianimano un viaggiatore in difficoltà”, nella tela uno dei due cani di San Bernardo (dal nome dell’allevamento sul passo svizzero del San Bernardo) porta al collo un barilotto da brandy.
Quell’iconografia fece il giro del mondo
In realtà questi animali, in origine con il nome di mastini delle Alpi o cani di Barry e impiegati come animali da trasporto, non hanno mai portato con sé alcol (che comunque non va mai dato in questi casi).
Le catacombe erano un luogo di culto
È una falsa credenza, così come quella che ritiene che fossero rifugio dei primi cristiani durante le persecuzioni, diventando le prime chiese.
In realtà erano le sepolture
Normali necropoli a colombario come quelle usate anche dai pagani.
Quelle dei cristiani di Roma erano per lo più lungo la Via Appia e con lo sviluppo delle comunità divennero più grandi e complesse, raggiungendo la profondità fino a 30 metri nel tufo.
Gli unici riti però che vi si celebravano erano quelli di sepoltura.
Nel medioevo si bruciavano le streghe
I dati raccolti dagli storici parlano chiaro, la caccia alle streghe, ossia la persecuzione delle donne sospettate di compiere sortilegi e di intrattenere rapporti con il diavolo, iniziò solo alla fine del Medioevo.
Intorno al 1430 e raggiunse il culmine nel 500-600, in pieno rinascimento, durante i conflitti di religione fra cattolici e protestanti.
Fu allora che vennero processate per stregoneria circa tre milioni di persone (80% donne) di cui circa 40 mila furono condannate a morte
Durante i “Secoli bui“, invece, l’inquisizione fu implacabile soprattutto contro gli eretici, che spesso finivano al rogo se non abiuravano.
Le persecuzioni avvenivano senza mostrare particolare interesse per le accuse di stregoneria e alcuni papi medioevali cercarono persino di difendere le donne accusate di provocare tempeste e malattie.
Dal tardo Quattrocento le cosiddette “streghe“, ossia donne a cui venivano attribuite capacità soprannaturali, finirono nel mirino
Dal momento che questi poteri spettavano solo a Dio, chi sapeva metterli in atto, sosteneva la chiesa, non poteva che averli appresi dal Diavolo.
L’accusa di alleanza con Satana fece a quel punto assimilare le streghe agli eretici (tra i quali gli aderenti alla Riforma di Lutero).
Del resto, il Malleus maleficanum (martello dei malefici), il testo scritto nel 1486 da due domenicani tedeschi e che divenne il manuale di riferimento per gli inquisitori, si apriva con la frase: «Sostenere che le streghe esistono è cattolico, negarlo è un’eresia»
Ad accanirsi contro le donne, però, non fu solo l’Inquisizione
I tribunali protestanti diedero un grande contributo alla carneficina.
A finire sul rogo erano donne accusate di malefici a base di intrugli magici (le herbarie), depositarie di antichi saperi erboristici e sciamanici e di adorare il demonio nel “sabba“.
Una diceria, questa, nata forse da riti pagani travisati dagli inviati del Papa.
La caccia continuò anche dopo il rinascimento, tra il Seicento ed il Settecento.
L’ultimo rogo di una strega avvenne in Baviera (Germania) nel 1756, in pieno Illuminismo.
Nell’anno mille dopo Cristo si aspettava la fine del mondo
Che la gente alla fine dell’anno mille fosse terrorizzata per l’imminente fine del mondo annunciata dall’Apocalisse è un mito nato tra il 500 e l’800.
È la celebre profezia “Mille e non più Mille“, attribuita a Gesù, è un’interpretazione tarda delle enigmatiche parole dell’Apocalisse, “Dopo Mille anni Satana sarà disciolto“.
Le fonti coeve non fanno menzione di alcuna psicosi tra il popolo (che peraltro seguiva diversi calendari).
I garibaldini vestivano sempre la camicia rossa
La “divisa” fu adottata nel 1843 da Garibaldi a Montevideo, in Uruguay, per la sua legione Italiana.
Ma quando i volontari garibaldini furono inquadrati nell’esercito piemontese, nel 1848, indossarono ben altra mise: tunica scura, pantaloni grigi con banda verde, cappello con tre piume su un lato.
Solo 150 dei garibaldini sbarcati a Marsala nel 1860 portavano la camicia rossa, gli altri erano vestiti come capitava.
Nei combattimenti gladiatori pollice verso significava morte
Le fonti latine riportano espressioni come: verso pollice o pollicem vertere (o convertere) per indicare la richiesta di morte, da parte del pubblico, di un gladiatore sconfitto.
Pollicem premere significava invece risparmiarlo, benché le stesse fonti non siano chiare circa i gesti corrispondenti.
La maggior parte degli studiosi ritiene che nel primo caso il pollice fosse all’insù, mentre nel secondo fosse chiuso nel pugno.
La nostra idea di pollice verso, perpetuata dai Kolossal cinematografici, risalirebbe al 1872, quando il pittore francese Jean-Lèon Gèròme dipinse il pubblico del Colosseo che chiede la morte di un gladiatore con il pollice rivolto all’ingiù.
I guerrieri vichinghi portavano corna sui loro elmi
È vero che Vichinghi usavano copricapi con le corna, ma non in battaglia.
Li indossavano per cerimonie e feste e in corni di animali bevevano idromele.
Ad usare corna sugli elmi erano invece i guerrieri celti
L’equivoco nacque nel seicento, quando alcuni pittori cominciarono a dipingere Germani in assetto da battaglia con elmi decorati con corna animali.
L’iconografia fu ripresa dagli artisti del Romanticismo finché, negli anni Venti dell’Ottocento, il pittore svedese Gustaf Malmstrom decorò anche gli elmi dei vichinghi con le corna.
Il successo degli elmi “cornuti“ fu decretato poi dal ciclo operistico di Richard Wagner ”l’anello del Nibelungo” in cui le valchirie, divinità guerriere della mitologia nordica, portavano corna di vacca attaccate agli elmi.
Da qui attinsero i libri per ragazzi, fumetti e film.
La svastica fu inventata dai nazisti
Il simbolo della croce uncinata (in sancrito svastika) risale alla preistoria, come simbolo del ciclo della vita e delle stagioni si trova su manufatti greci, della civiltà indo-iranica come pure di quella germanica.
Nell’antica Cina, invece, simboleggiava i punti cardinali
Nel buddismo divenne un talismano, mentre nel giainismo (una religione indiana) quattro bracci corrispondono al mondo dell’uomo, a quello degli Dei, a quello animale e a quello degli inferi.
Prima del nazismo, in Germania la adottarono i movimenti che si rifacevano all’ideologia nazionalista germanica
Hitler la riprese nel 1920 come effigie del partito nazionalsocialista e poi, con l’aggiunta dell’aquila imperiale ne fece il simbolo del Terzo Reich.
I crociati imponevano alle loro mogli la cintura di castità
A dimostrare che si tratta di due falsità storiche, sono una serie di analisi su diverse cinture di castità tradizionalmente attribuite all’XI – XIII secolo, si sono rivelate di epoca successiva.
Cavalieri medioevali che partivano per la lunga avventura delle crociate con in tasca la chiave della cintura di castità delle proprie mogli, di cui blindavano letteralmente l’illibatezza, oppure nobildonne che indossavano spontaneamente “cintole di Venere“ per evitare stupri e nascite di figli illegittimi.
Persino il British Museum di Londra che dal 1846 esponeva un “originale”, lo ritirò negli anni 90 dalle sue bacheche in quanto falso
La maggior parte di queste “cinture di castità” fu infatti realizzata nell’ottocento, quando si consolidò questa diceria sul Medioevo.
Molte sono in realtà apribili e riportano frasi oscene, lasciando pensare che si usassero per giochi erotici.
La crocifissione fu inventata dai romani
Le prime notizie di condanne al “palo” risalgono ai Sumeri (2000 a. C. circa).
I Greci nel V secolo a.C. Avevano l’ apotynpanismos (una condanna al palo con frantumazione delle ossa) e a Roma la pena si affermò solo intorno al 200 a.C.
La Gioconda fu trafugata da Napoleone
Napoleone trafugò molti capolavori italiani, ma non il quadro di Leonardo, che fu portato in Francia da Leonardo stesso, quando nel 1516 si trasferì alla corte di re Francesco I.
Nel Far West ci si sfidava a duello
L’immagine dei due pistoleri che si fronteggiano davanti al saloon è un mito cinematografico.
Le sparatorie nella frontiera americana erano molte, ma esiste un solo caso documentato di duello: il 21 luglio 1865 a Springfield (Missouri) il pistolero Bill Hickok uccise il rivale in amore Davis Tutt.
I campi di concentramento furono un’idea dei nazisti
Campi in cui rinchiudere civili su base etnica furono ideati dagli inglesi durante la Seconda guerra anglo-boera (1899-1902) in Sudafrica, e non dai nazisti
I britannici diedero fuoco ai raccolti e ai villaggi boeri (coloni di origine olandese), deportando vecchi, donne e fanciulli in campi dove morirono oltre 40 mila persone.
I britannici, a loro volta, secondo alcuni storici si sarebbero ispirati agli spagnoli, che avevano rinchiuso in campi gli indigeni di Cuba
Con la prima guerra mondiale in Francia si costruirono campi in cui furono rinchiuse migliaia di persone “colpevoli” di essere tedesche o austriache e negli anni 30 Stalin avviò in URSS deportazione di massa.
Ma furono i nazionalisti turchi, nel 1915-16, a organizzare la prima campagna sistematica: oltre 800 mila armeni morirono in quei campi di concentramento (molti in Siria).
Una politica di genocidio a cui Hitler si ispirò
Ai nazisti resta il triste primato dei campi di sterminio, il cui scopo, oltre al lavoro forzato, era l’uccisione programmata nelle camere a gas di ebrei, zingari, omosessuali e ritardati mentali.
I feudatari godevano dello “Ius primae noctis”
Il “diritto della prima notte” è passato alla storia come il diritto del feudatario di trascorrere con le mogli dei suoi servi della gleba la prima notte di nozze.
In realtà si trattava di una tassa (in denaro non in natura) chiesta dal signore in cambio del suo assenso al matrimonio.
Il mito moderno relativo all’epoca Medioevale si sviluppò a partire dall’Illuminismo, che ebbe una propensione a denigrare il Medioevo.
Filippide annunciò la vittoria di Maratona
A narrare l’impresa dell’araldo Filippide (o Fidippide) che dopo la vittoria greca sui Persiani a Maratona, sarebbe corso ad Atene per dare la notizia, morendo subito dopo, fu lo scrittore greco Luciano di Samosada, cinque secoli dopo la battaglia.
Lo storico Erodoto, contemporaneamente ai fatti benché non sempre attendibile, raccontando della battaglia riferì solo di un Filippide che corse a chiedere aiuto agli spartani.
I pellerossa toglievano lo scalpo ai bianchi
Al contrario, furono i coloni europei, a fine 600, a diffondere nel Nord America questa pratica, le cui tracce archeologiche sono limitate alla preistoria.
Le autorità coloniali offrivano fino a 100 sterline per lo scalpo di un giovane indiano (la metà per quello di una donna).
La vergine di Norimberga era uno strumento di tortura
Un armadio metallico a vaga forma di donna che, una volta chiuso, trafigge la vittima con affilatissime lame.
I resti del corpo dilaniato vengono gettati, a Norimberga (Germania), nel fiume che scorre sotto la sede del tribunale.
aAccadeva in pieno Medioevo, secondo il filosofo tedesco Johann Siebenkees.
A sentir lui lo strumento di morte sarebbe stato usato per la prima volta il 14 agosto 1515 per punire un falsario
Peccato che la “Vergine di Norimberga” fosse solo frutto della sua fantasia e che tutti gli esemplari che fanno bella mostra di sé nei musei delle torture medioevali risalgano all’ottocento.
I pirati nascondevano il loro tesoro sottoterra
Di mappe del tesoro, di isole sperdute e di forzieri pieni zeppi di gioielli nascosti sottoterra, sono ricche le storie sui pirati.
Ma nella realtà i bottini dei predoni che infestarono i mari tra il 600 e 700 (l’età d’oro della pirateria) venivano spesi tra una scorribanda e l’altra e di tesori se ne vedevano ben pochi.
C’è però un’eccezione che conferma la regola
Nel 1699 il capitano William Kidd, il famigerato pirata scozzese, sotterrò il frutto delle sue rapine a Gardiners Island, vicino a New York, allora colonia inglese.
Gli costò la carriera. I preziosi recuperati divennero una prova schiacciante nel processo per atti di pirateria istruito contro di lui.
Kidd fu condannato a morte e giustiziato nel 1701.
Gli spartani gettavano i neonati deformi
L’archeologia ha dimostrato che i resti trovati ai piedi del monte Taigeto, presso Sparta erano di adulti
Si trattava forse di condannati alla precipitazione, pena prevista per reati politici anche ad Atene nel V secolo a.C.
Vero è invece che i piccoli spartani (come altri bimbi greci) erano esposti sui monti per fortificarli.
Lady Godiva andava in giro a cavallo completamente nuda
La leggenda è nata in epoca medioevale
Lady Godiva, alla metà dell’XI secolo, era la moglie di Leofric, conte di Mercia e signore di Coventry, in Gran Bretagna.
L’uomo opprimeva i sudditi con tasse esorbitanti e la nobildonna tentò di convincerlo a ridurle.
Alla fine Leofric accettò ma solo a patto che la consorte percorresse nuda a cavallo le strade di Coventry.
Lei non si tirò indietro e lo fece coperta solo dai suoi lunghi capelli, le tasse sparirono tranne quella sui cavalli.
Tutto (o quasi) inventato
Secondo gli storici, la diceria sarebbe un’eco di riti diffusi in Gran Bretagna, come quello della fertilità che consisteva nell’accompagnare su un asino una ragazza nuda.
Sarebbe vero, invece, che a Coventry, nel periodo storico di Lady Godiva, fossero tassati solo i cavalli.
Redattore presso Nuova Isola