Secondo la leggenda fu Bodhidarma, nel 520 d.C. a portare in Cina una serie di esercizi che fondevano aspetti di pratiche per la salute a movimenti di lotta

Secondo la leggenda fu i monaco indiano Bodhidarma, nel 520 d.C., a portare in Cina presso il tempio dei Monaci Shaolin ad Honan una serie di esercizi (18 per la precisione) che fondevano aspetti di pratiche arcaiche per la salute ed il vigore fisico a movimenti di lotta e pugilato.

Questi primi 18 esercizi vennero in seguito sviluppati in vari altri movimenti e forme dando origine a diversi metodi di lotta disarmata, con strumenti e armi bianche.

L’ipotesi ulteriore è che dalle feconde terre del Nilo si siano formate due grandi e forse collegate linee di pratica marziale:

  • La prima in Occidente, che ebbe come madri la cultura greca, i popoli indo europei (Celti in testa) ed i romani;
  • La seconda ad Oriente, che ebbe come padri i persiani, gli indiani e la culla nella vastità delle terre cinesi.

Tutto ciò che venne dopo mantenne senza dubbio il patrimonio genetico iniziale, ma modellò necessariamente al proprio ambiente e condizioni, le pratiche guerriere scoperte e tramandate, che si diffusero così nel corso dei secoli divenendo espressione compiuta delle diverse realtà geografiche.

Pratiche di lotta, ed altrove?

Ad Oriente l’India, la Cina con centinaia di scuole e stili di Kung Fu, il Giappone con altrettanti stili discendenti dall’antico Bujiutsu, la Corea con l’antica arte dei guerrieri Hwarang e persino la piccola isola di Okinawa con il Te-Kobudo una pratica armata e disarmata dalla quale alcuni studiosi vogliono derivi il Karate.

Nel sud est asiatico le arti guerriere trovarono forte sviluppo in diversi paesi tra loro vicini come la Thailandia (Muay Thay), il Vietnam (Vo- Viet –Vo – Dao), la Birmania con il Bando e all’estremo sud l’insieme di isole e arcipelaghi costituiti da Filippine Indonesia e Malesia (Bersilat- Silat, Kali) sinteticamente questa è la mappa marziale ad Oriente.

Sono nate altre discipline, anche su studi recenti legati agli aspetti difensivi, come il Krav Maga israeliano.

Conclusioni

Finisco questa breve carrellata dicendo che c’è stata una forte e straordinaria forza evolutiva nelle arti marziali, anche se in alcuni casi non si può più definire un’arte marziale, ma una lotta senza alcuna regola ed all’ultimo sangue!

Note