I filosofi americani, dai dilettanti ai più esperti, hanno riflettuto sull’uguaglianza degli uomini e per comprovare le loro teorie.

Nel terreno della morte non esistono razze o credenze, ciò che conta è il bene che si è fatto nella vita.

Sono ricorsi alla Dichiarazione dei Diritti, alla Costituzione degli Stati Uniti ed al famoso discorso a Gettysburg di Lincoln.

Da giovane mi inquietava il problema dell’uguaglianza

In un ristorante di San Farcisco non hanno voluto servire alcuni miei amici per la loro razza, in questo modo così doloroso hanno potuto saggiare gli invincibili artigli della discriminazione sociale.

Erano arrabbiati, non erano mai stati trattati così ad Honolulu, dove erano nati, uno di loro pensò a voce alta “Se fossi nell’Elks Club lo capirei, ma in un locale pubblico…”

Un giorno dopo l’allenamento, parlai di uguaglianza al mio Sensei

In realtà gli parlai del fatto di San Francisco, una città in cui si supponeva non abbondassero gli atteggiamenti di questo tipo.

“Dopo la nascita” – mi disse Sensei – “ci sono due luoghi nella vita in cui gli uomini sono uguali“ gli chiesi quali fossero e mi rispose:

Il giorno in cui entri in una palestra sei come gli altri, cominci dal basso; ed il giorno in cui ti trovi nel terreno della morte, quando la morte ti guarda, non c’è diversità siamo tutti uguali

“Ma cosa succede con le leggi?” – gli risposi “la Dichiarazione dei Diritti, la Costituzione… La legge è buona quanto la coscienza degli uomini” proseguì il Maestro.

Osserva il cuore non la legge, tutto sta nel cuore e, come artista marziale, dovresti renderti conto che il cuore degli uomini non segue il ritmo della legge.


Mi raccontò la storia dove Hozoin Gakuzenbo Inye, uno dei maestri migliori di lancia del Giappone, riesce finalmente a battere in un combattimento Yagyu Muneyoshi

Nei precedenti combattimenti Yagyu aveva avuto sempre la meglio su Inye, ma la superiorità di Inye si faceva più evidente.

Sfortunatamente, Inye rimane così tanto impressionato di sé stesso per il combattimento vinto, che la vittoria stessa gli dà alla testa.

Un giorno un giovane di circa 17 anni giunge in palestra da Inye e gli dice: sono venuto ad imparare ad usare la lancia, chiedo se puoi impartirmi delle lezioni perché tu sei il migliore e voglio imparare da te.

Il ragazzo viene accettato, Inye tratta il ragazzo in una maniera completamente inumana e si adopera al massimo per scoraggiarlo, ma il ragazzo non fa una piega e continua a dire che vuole lottare.

Inye accetta, in dieci giorni sconfigge lo stesso Inye e dopo un mese Inye non vuole neppure entrare in palestra, perché ha paura del ragazzo.

Un giorno il ragazzo si avvicina ad Inye e gli dice: “non mi fido molto di te, ti sopravaluti, non capisco come hai potuto sconfiggere Yagyu, ti sfido ad un vero combattimento, tra cinque giorni verrò nel tuo giardino, preparati ad affrontare la morte” – e se ne va.

In quel momento a Inye appare tutto più chiaro e ritorna al suo stato normale, è molto preoccupato.

”Perché non mi sono preoccupato per quel ragazzo?” – si chiede, dovevo trattarlo meglio!

Impaziente la notte prima del confronto Inye si reca nel giardino con la lancia, rimane in piedi sul bordo dello stagno e si ferma a contemplare l’acqua.

Lo sguardo del ragazzo lo scorge dal fondo.

Improvvisamente passa una nuvola e tutto si oscura e quando la nuvola passa Inye vede il riflesso della sua lancia nell’acqua con una croce sulla punta.

Nervoso, si affretta a recarsi a casa del fabbro del tempio e gli chiede ciò che oggi è noto come il Kama-yari la famosa lancia Hozoin.

Arriva la notte del confronto ed Inye attende nel giardino l’arrivo del ragazzo, ma il ragazzo non appare.

Al suo posto giunge un monaco con un messaggio: il ragazzo ti ha lasciato questo, dice il monaco.

Inye apre il messaggio il ragazzo aveva scritto:

Tratta tutti gli uomini come esseri umani, con decenza e rispetto, non siamo tutti uguali in abilità o in creatività, ma tutti siamo esseri umani.

L’importante è ciò che conserviamo nel cuore, sono sicuro che oggi l’hai capito, è l’insegnamento che voglio darti, quando ti sei reso conto che avresti affrontato la morte, hai scoperto il denominatore comune che ci rende tutti uguali, nella vita, l’uguaglianza è nel cuore degli uomini.

Note