Continua la rubrica di Paolo Algisi dedicata ai luoghi comuni della storia più duri a morire

LE GUERRE PUNICHE FURONO TRE



Sui libri di scuola si legge che fra Roma e Cartagine il duello per la supremazia nel Mediterraneo si esaurì in tre guerre, dette puniche dal latino Poeni, nome con cui i romani chiamarono i Cartaginesi. Solo che non furono tre ma quattro.

Dopo un primo scontro, avvenuto per il controllo della Sicilia (264-241 a.C.) ci fu infatti una quasi dimenticata guerra-lampo, che ebbe come teatro i mari tra Sardegna e Corsica.

Nel 241 a.C. Cartagine era padrona della Sardegna e Corsica

Ma si trovò a fronteggiare le rivolte dei suoi mercenari in Africa, fomentate dai Romani. Roma, approfittandone, nel 238 a.C. inviò alcune sue legioni ad invadere Sardegna e Corsica.

I Cartaginesi furono colti di sorpresa e cedettero quasi subito, perdendo il controllo delle isole, che nel 227 a.C. divennero province romane.

I riottosi isolani ottennero l’aiuto segreto di Cartagine, ma con la Seconda Guerra Punica (che quindi in realtà fu la terza) combattuta fra il 218 e il 202 a.C., fu sancito il controllo romano, che portò alla distruzione di Cartagine al termine dell’ultima (quarta e non terza) guerra del 149-146 a. C.

GLI EROI DELLE TERMOPILI ERANO 300



Secondo la tradizione, tra il 19 e il 21 agosto del 480 a.C. al passo delle Termopili (Grecia Orientale) 300 spartani fermarono (o, a onor del vero, rallentarono solamente) l’avanzata dei Persiani invasori.

In realtà i soldati greci inviati alle Termopili furono fra i 5 e i 7 mila

È vero che, stando alle fonti del tempo, gli uomini del re spartano Leonida (la cui guardia contava 304 uomini oltre al sovrano e ai comandanti) rimasero isolati dal resto delle truppe alleate.

Ma, sempre secondo le fonti antiche, con loro c’erano anche 700 guerrieri della città di Tespie e 400 di Tebe (già conquistata dai Persiani).

I COMANDAMENTI DI MOSÉ SONO 10



Nella Bibbia le Tavole della legge ricevute da Mosè sul monte Sinai non hanno numerazione e non sono affatto un “decalogo“ (espressione peraltro introdotta nei testi soltanto nel lll secolo d.C.)

Si tratta infatti di numerosi e vari precetti, di cui quelli che sono poi diventati i 10 comandamenti sono i primi.

Non solo, esistono discordanze tra ebraismo e cristianesimo: per gli ebrei, per esempio, il primo comandamento è “Io sono il Signore Dio tuo“ (per i cristiani è “Non avrai altro Dio all’infuori di me“) e il nono e il decimo sono accorpati (mentre i cristiani distinguono tra “Non desiderare la donna d’altri“ e “Non desiderare la roba d’altri“)

GLI APOSTOLI ERANO 12



In totale furono 20, oltre ai canonici 12, il più noto è San Paolo, il cui titolo apostolico è confermato da varie fonti cristiane, Paolo definisce a sua volta apostoli: Timoteo e Silvano, Apollo, Andronico e Giuia.

Negli Atti, poi Barnaba è chiamato apostolo e, dopo il tradimento di Giuda, all’inizio degli stessi Atti, Pietro propone di sostituire Giuda con Giuseppe oppure con Mattia, prevalse quest’ultimo, per sorteggio promosso ad apostolo.

GLI ANTICHI RE DI ROMA FURONO 7



In realtà ce ne fu un ottavo, Tito Tazio, nato a Cures (oggi Fara in Sabina, 37 km a sud di Rieti), regnò per cinque anni e probabilmente in co-reggenza con il primo dei sette (Romolo).

Eppure fu un personaggio tutt’altro che secondario

Si tramanda che fu lui a urbanizzare il Colle per eccellenza, cioè il Quirinale, già residenza dei papi e oggi del presidente della Repubblica, perché quindi nessuno lo ricorda?

Quasi certamente non compare nelle liste tradizionali perché ricevette la corona solo in seguito al cosiddetto “ratto delle Sabine“ Per questo avrebbe soltanto affiancato il fondatore dell’Urbe.

LE REPUBBLICHE MARINARE ERANO 4



La semplificazione storica è stata rafforzata persino dalla marina italiana, che nello stemma dal 1941 ha, al centro del tricolore, i simboli delle “4 Repubbliche marinare“ Venezia, Genova, Amalfi e Pisa.

L’ equivoco ebbe origine nella storiografia dell’Ottocento che, in pieno fervore risorgimentale,esaltò queste quattro città (effettivamente molto potenti) come esempi italiani di indipendenza. Per gli storici di oggi, invece, furono repubbliche marinare molti altri comuni e signorie cittadine dedite al commercio marittimo, rette da governi repubblicani o da oligarchie, spesso di banchieri.

Tra i requisiti:

  • Possedere una propria valuta;
  • Avere proprie leggi marittime;
  • Possedere una flotta commerciale;
  • Possedere fondaci (magazzini) e rappresentanti diplomatici all’estero (ed esteri in patria).

Corrispondono in tutto o in parte alla descrizione Ancona, in competizione con la Repubblica di Venezia per i traffici nell’Adriatico, e la laziale Gaeta, in corsa per il controllo del Tirreno.

Va indicata inoltre La pugliese Trani, dove nel 1063 furono redatti gli Ordinamenta maris, tra i più antichi codici marinari.

Anche la piccola Noli, in Liguria, Ragusa (oggi in Croazia, ma nel medioevo Italiana), Sorrento e Capua.

I MAGI ERANO RE ED ERANO TRE



L’episodio dei Magi che giunsero da Gesù appena nato richiamati da una stella è raccontato in uno solo dei Vangeli canonici, quello di Matteo. Tuttavia la tradizione differisce molto da quello che è effettivamente raccontato dall’evangelista.

Da nessuna parte, infatti, Matteo scrisse che si trattava di re

I Magi o Maghi erano probabilmente sacerdoti del profeta Zoroastro, che interpretavano i sogni e studiavano gli astri e Matteo non scrisse neppure quanti fossero.

L’evangelista dice genericamente che «alcuni Magi giunsero da Oriente» e fu solo nel Vl secolo che si stabilì che fossero tre.

Nei secoli successivi furono loro assegnati anche dei nomi, che nella tradizione occidentale sono Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Ma ad esempio per la Chiesa etiope si chiamano Hor, Basanater e Karsudan.

I COLLI ROMANI ERANO 7         



Palatino, Aventino, Celio, Campidoglio, Viminale e Quirinale

Sarebbero questi i nomi tradizionali dei colli all’interno delle mura serviane (fatte erigere da Servio Tullio nel Vl secolo a.C.) su cui sarebbe nata la potenza di Roma.

Ma rileggendo le fonti del tempo i conti cambiano, di sette colli, pur senza nominarli, parlano scrittori come Cicerone, Virgilio, Orazio, Marziale, Properzio e Stazio, ma c’è chi mette il Gianicolo al posto del Campidoglio. Complicando la faccenda, testi successivi, del lV secolo d. C. escludono Aventino e Viminale, ma conteggiano Gianicolo e Vaticano.

Sommandoli tutti si deduce che i romani distinguevano una ventina di alture,da dove spuntarono allora i sette colli? Forse dalla cerimonia del Septimontium, nome che deriverebbe però da saepti, cioè recintati, e non dal numero sette.

I trecento “Giovani e forti“ della Spedizione di Sapri erano appunto 300



Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! […]

Luigi Mercantini, La spigolatrice di Sapri (1858)

Sono i versi della poesia risorgimentale di Luigi Mercantini, La Spigolatrice di Sapri, sull’impresa di Carlo Pisacane.

Ma ecco i fatti: Il 25 Giugno 1857 il rivoluzionario napoletano diede vita a una fallimentare impresa che avrebbe dovuto scatenare l’insurrezione del Meridione e finì invece in un massacro.

Pisacane (che inizialmente puntava alla Sicilia) sbarcò sull’isola di Ponza dopo aver dirottato un piroscafo.

Con lui c’erano 24 compagni, coi quali Pisacane assaltò il carcere dell’isola e liberò 333 detenuti, aggregandoli quasi tutti alla spedizione. Sbarcò poi sulla costa di Vibonati (Sa), quindi la poesia (scritta alla fine del 1857) approssimò sia il numero che il luogo (Vibonati è più a nord di Sapri).

Note