Continua la rubrica di Paolo Algisi dedicata ai luoghi comuni della storia più duri a morire.

In questo capitolo tratteremo due fatti riguardanti Eva, uno dei protagonisti biblici della Creazione. Parleremo di Papa Pietro I, di Satana e dell’Apocalisse

EVA OFFRÌ AD ADAMO UNA MELA



Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò

(Genesi, 3:6)

La Bibbia racconta che Adamo ed Eva mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del Bene e del Male contravvenendo alla proibizione di Dio.

Per questa ragione i due furono scacciati dall’Eden, perdendo i privilegi di cui godevano al momento della creazione.

La decisione di mordere questo frutto fu dunque il “peccato originale“ in conseguenza del quale Dio condannò per sempre l’uomo a un’esistenza difficile degradata dal punto di vista morale, fisico e spirituale.

Nel testo però non è specificato di quale frutto si trattasse

Molti commentatori hanno ritenuto che fosse un fico.

Questo anche perché, poche righe più avanti, la Bibbia riferisce che appena Adamo ed Eva “si accorsero di essere nudi, intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture“ (Genesi, 3:7).

Altri hanno ipotizzato che si trattasse di un grappolo d’uva, di un cedro o di un melograno.

L’identificazione dell’albero con un melo avvenne solo durante il Medioevo

Forse per via di un’assonanza presente nella lingua latina, in cui “malum“ è sia il male sia la mela, l’albero della conoscenza del male può essere diventato, per un errore di traduzione, un melo.

Una svista, o un’interpretazione, che poi ebbe molta fortuna, che coinvolse anche altre espressioni linguistiche: il “pomo d’Adamo“, ovvero la sporgenza della cartilagine nel collo frequente negli uomini dopo la pubertà, è detto così con riferimento al peccato reso possibile dalla maturità sessuale.

La scelta della mela fu aiutata dalla tradizione

La simbologia della mela è presente in molte altre culture.

Nei miti greci, dove una mela è il frutto che Paride dà in premio ad Afrodite designandola la più bella tra le Dee dell’Olimpo, ma anche nell’iconografia medioevale, dove accanto al melograno è simbolo di fertilità.

Dalla tradizione biblica la mela passò a sua volta fuori dall’ambito sacro

Fu una mela posta sulla testa del figlio quella che Guglielmo Tell, leggendario eroe svizzero, dovette colpire con una freccia, ed è con una mela che la strega cattiva avvelena Biancaneve nella favola dei fratelli Grimm.

Una continuità che arriva fino alla mela come simbolo di New York, ma anche della casa discografica fondata dai Beatles e dell’azienda informatica Apple: una mela morsicata, secondo alcuni simboli di conoscenza.

LA PRIMA DONNA FU EVA



Per i credenti la prima donna dell’umanità fu Eva.

Tuttavia nei versetti della Bibbia in cui si descrive la creazione dell’uomo (Genesi, 1: 27) si legge che “maschio e femmina li creò“ ma non si dice quale fu il nome della donna.

Che la moglie di Adamo si chiamasse Eva è detto più avanti (Genesi, 3: 20 e Genesi, 4: 1) e da questa lacuna nacque una tradizione ebraica secondo la quale prima di Eva ci fu un’altra donna: Lilith.

Nella Bibbia Lilith, ispirata forse ad una divinità mesopotamica, è citata una sola volta (nel libro di Isaia definita “civetta” Lilith in ebraico), ma la sua storia è raccontata in un testo cabalistico del Vlll-Xl secolo d. C.

Qui si narra che, dopo la creazione insieme ad Adamo, Lilith si rifiutò di sottomettersi al maschio e pronunciò il nome di Dio

Fu cacciata dall’Eden e fu costretta ad una vita errabonda.

Trasformandosi in demone, solo allora da una costola di Adamo (genesi 2 : 2) Dio creò Eva, devota e fedele.

Per alcuni la figura di Lilith rappresenta il passaggio dalle culture matriarcali a quelle patriarcali, simboleggiato dalla sua cacciata dall’Eden.

PIETRO FU IL PRIMO PAPA



Per diversi secoli dopo la morte di Gesù non ci fu un unico luogo che fungesse da “centro direttivo” della cristianità.

Altrettanto importanti del vescovo di Roma erano ad esempio, quelli di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme.

Fu Leone l detto “Leone Magno” il primo a sostenere che il vescovo di Roma fosse superiore agli altri vescovi

Egli stilò inoltre la prima lista di pontefici che partiva appunto da Pietro, vissuto a Roma all’epoca di Nerone e crocifisso tra il 64 e il 68 d.C.

Niente lascia però supporre che Pietro avesse assunto la guida della prima comunità cristiana della città, già presente prima del suo arrivo.

Inoltre mai nei suoi scritti l’apostolo rivendicò un potere speciale sulla chiesa, né sostenne che la propria autorità sarebbe stata trasmessa ai successori.

SATANA HA LE CORNA



Il Satana biblico è un angelo che si contrappone a Dio, ma le corna sono un’attribuzione medioevale.

Quando per rappresentare il diavolo ci si ispirò a Pan, dio pagano della fertilità. Con zampe e corna caprine.



APOCALISSE VUOL DIRE CATASTROFE

Il greco “apokalygipsis” significa “rivelazione” e non catastrofe.

Il termine si diffuse intorno al ll secolo d.C. ed era originariamente riferito a un particolare genere letterario tipico degli scrittori giudaico-cristiani.

In quei libri si descrivevano visioni mistiche che rivelavano i segreti della fine del mondo.

Le immagini simbolo della fine dei tempi erano mostri, draghi, angeli che annunciavano il giudizio universale.

L’esempio più celebre è l’Apocalisse attribuita all’apostolo Giovanni

Chiamata così dai primi Padri della chiesa, da lì vengono le catastrofiche immagini di fiamme e distruzione che oggi definiamo appunto apoca

Note